Quel giorno il centro di controllo era davvero strapieno di persone di ogni tipo: medici, agenti, polizia, avvocati, ufficiali dell'esercito. Erano tutti lì per lei.
Tutti lì per la ragazza senza nome.
Louis mi aveva lasciato solo, senza neanche avere l'accuratezza di espormi la situazione - Hea o non Hea. Presi posto ad un bar, pensando che bere qualcosa mi avrebbe sicuramente aiutato. Non fu così, sfortunatamente.
Avevo troppi pensieri per la testa, prima Keira che cade nel vuoto e poi una ragazza - senza nome - ritrovata morta, per lo più con la gola squarciata.
Fissare il mio bicchiere di Vodka non mi avrebbe aiutato, ne ero consapevole, ma quando sentii la sua voce entrarmi nelle orecchie, desiderai ti poter non essere lì in quel momento.
<Harry.> mi nominò, per poi sedersi sulla sedia di fianco alla mia. I suoi capelli castani giacevano su una spalla, lunghi fino al seno.
<Ciao, splendore.> un sorriso forzato si fece spazio sul mio viso, il mio fu quasi un ghigno <Cosa ti porta qui da me? Hai per caso ripensato alla mia offerta?> il suo sopracciglio si alzò, facendomi quasi intuire la sua risposta.
<Non sono una che cambia idea facilmente, Harry.> ammise sincera <Anzi, di solito sono abbastanza testarda.> le sorrisi, portandomi il mio bicchiere alle labbra e prendendo una lunga sorsata del liquido al suo interno.
<E allora come mai sei qui, a godere della mia compagnia?> un sospiro lasciò le sue labbra, poi chiamò il cameriere con un gesto della mano.
<Brain.> chiese. Il cameriere le annuì, iniziando a preparare il suo ordine proprio davanti ai suoi occhi. <Da quanto fai parte della SIS, Harry?> mi domandò, accavallando le gambe e lasciando le sue mani in grembo.
<Questo cosa sarebbe?> ero curioso di sapere a cosa le servisse quest'informazione. <Due anni, comunque.> la ragazza annuì, portandosi alle labbra il suo bicchiere di brain. Cosa non erano, quelle labbra.
<Eri a conoscenza di quest'organizzazione? Intendo, prima che ne venissi a far parte.> alzai un sopracciglio a quella domanda. Era ovvio che ne fossi a conoscenza. Ero cresciuto con Louis e la sua famiglia, suo padre non tenne nascosto niente di tutto questo a nessuno dei due.
<Si, ne ero consapevole.> risposi posando il bicchiere sul bancone di marmo <e tu, invece?> Hea aveva lo sguardo fisso nei miei occhi. La sentivo scavare in me, come se stesse scavando alla ricerca di anche un solo briciolo di verità nelle mie parole. Che non mi credesse?
<Non sei tenuto a sapere niente di me, Harry.> la sua voce arrivò fredda, distaccata, alle mie orecchie.
Le sorrisi, avido di sapere anche la minima informazione su di lei <Tu, invece, sei tenuta a farmi tutte queste domande?> ribattei. I suoi occhi freddi sembrarono scossi da un lampo, che fossi stato troppo inopportuno?
<Questo tuo carattere non ti porterà lontano.> bevve un altro sorso di cervelletto prima di continuare <Rispondi alle mie domande, solo questo, e poi ti lascerò ai tuoi drinks.> sbuffai, annoiato da quel suo carattere molto poco informale.
<Vogliamo parlare del tuo, di carattere?> le risposi senza vergogna <Sai solo nasconderti dietro a delle semplici parole, o sei capace di arrivare a dimostrare fatti veri e propri?> Hea mi guardò, scrutando il mio viso, per poi alzarsi in piedi e raccogliere le sue cose. <Dove stai andando, ora?> le domandai sull'orlo della rabbia. Non avevo mai conosciuto una ragazza maleducata come lei, che avesse il coraggio di giudicare gli altri e di scappare quando la situazione si iniziava a mostrare critica. Codarda, pensai.
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The two faces of danger
FanficLondra - XXI secolo. Un'organizzazione segreta opera contro i crimini lasciati irrisolti da Scotland Yard, guidata da uno degli uomini più potenti della Gran Bretagna. Sotto il suo comando migliaia di agenti lavorano per mettere sempre davanti a tut...