Capitolo 44

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I'm not a criminal
I'm not the villain
Yeah this is personal
A drive-by killing
Your guns are loaded
And your lies are the bullets
So here is the trigger
Go ahead and pull it, now
Are you sure you wanna play this game?
Are you sure you wanna play it?
The only thing worse than a hater
The only thing worse than a hater
Is a traitor
A traitor
A traitor
You put the knife right in my back
Killed any history we had
And now it's war
War

Il vento soffiava freddo sul suo volto, tanto da costringerla a nascondersi nella sua sciarpa morbida lasciando scoperti la parte superiore del naso e gli occhi chiari. Era sempre più convinta che una volta finita questa storia si sarebbe trasferita a sud, magari in una qualche isola dove si sarebbe potuta rilassare in santa pace. Il pensiero la divertiva e lei era più che consapevole del fatto che se non avesse continuato a lavorare entro i prossimi sei mesi sarebbe finita a chiedere le elemosina per un pezzo di pane e del latte.

Percorse il lungo viale con le mani nelle tasche della sua giacca nera, i lunghi capelli castani coperti da un cappello di lana le solleticavano le guance arrossate. Quando arrivò all'entrata della grande struttura, spinse la porta di vetro con forza fino a farsi spazio oltre essa per entrare all'interno dell'edificio. Aveva passato l'ultima settimana in un ostello, chiusa nella sua camera a pianificare tutto nei minimi dettagli senza tralasciare nemmeno un piccolissimo imprevisto. Non aveva risposto al cellulare né tanto meno parlato con qualcuno, a parte la signora anziana che era solita prepararle la colazione ogni mattina. Harry non le aveva scritto e non l'aveva chiamata e di questo lei glie ne era grata. Ricevere anche solo una notifica che riportasse il suo nome l'avrebbe solo distratta e quello non era il momento giusto per farsi prendere dai sentimentalismi. Aveva passato ben sette giorni alla ricerca di una possibile spiegazione a quanto era successo in passato e non era arriva ad alcuna conclusione. Le parole di Eric continuavano a vagarle per la mente come proiettili impazziti a cui non riusciva ad associare una giusta risposta. Quando alla fine era arrivato il grande giorno delle gare di campionato, si era fatta una doccia, si era vestita ed era uscita senza sapere cosa l'avrebbe aspettata in quella giornata di inizio Dicembre. Non appena aveva messo piede fuori dal taxi era stata investita dal vento freddo e questo l'aveva già resa fin troppo vulnerabile. Era una settimana che il suo fisico accusava la stanchezza del sonno perso e la sua mente iniziava a dare i primi cenni di cedimento a causa delle notti passate insonni. Avrebbe desiderato tornare alla notte della sua partenza, infilarsi sotto il piumone caldo e percepire la pelle calda di Harry sulla sua mentre il ragazzo la stringeva a sé. Eppure sapeva che quei tempi erano finiti e che lei avrebbe dovuto rimuoverli dalla sua mente il più presto possibile, a meno che non volesse passare il resto della sua vita inchiodata ad un passato non destinato ad evolversi nel futuro.

Molta era la gente presente quel primo giorno di competizioni, tanto che la ragazza dovette farsi spazio a fatica per arrivare alla biglietteria pullulante di uomini in fila per le scommesse giornaliere "Salve, scusi il disturbo ma il mio manager mi ha praticamente abbandonato senza darmi alcuna indicazione. Sono qui per le competizioni, saprebbe indicarmi la direzione per i box?" Chiese con un'espressione desolata sul volto, utilizzando quel suo perfetto accento francese che aveva dovuto abbandonare a malincuore non appena era arrivata nel Regno Unito.

La donna dietro il bancone la osservò confusa, sfogliando delle cartelle "Potrebbe per favore dirmi il suo nome, signorina?" Una punta di sospetto marcò quella domanda posta dalla donna, portando Heaven a serrare la mascella.

La ragazza alzò un sopracciglio, osservando la donna con un'aria infastidita "Après des années de compétitions, il y a encore ceux qui ne reconnaissent pas mon visage." Mormorò, attirando l'attenzione della donna, la quale mandò giù il groppo nella sua gola con un'espressione desolata "Camille Boncourt, non lo dimentichi."

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora