Spinsi il piede sull'acceleratore, girando a sinistra ed introducendomi così in una strada alquanto isolata e deserta. Meglio così, pensai, spingendo ancora di più sull'acceleratore. Stavo toccando i 110km/h in una strada abbastanza stretta; Louis mi avrebbe ucciso se l'avesse saputo.
La Porsche era già uscita da quella stradina, quando finii per accelerare ancora di più fino a ritrovarmi di nuovo all'aperto, in una zona per me sconosciuta di Londra.
<Merda> esclamai furioso, battendo il mio pugno chiuso sul volante della mia auto <Stupido mucchio di ferraglia.> ringhiai, pensando che molto probabilmente il mio obbiettivo fosse già scappato chissà dove.
Ormai, non c'è più nulla da fare. Avevo perso questa volta. Chiusi gli occhi per un istante, appoggiando la nuca al sedile e sospirando adirato.
Non avrei dovuto perderla, dannazione.
Dovevo calmarmi, dovevo davvero prendere un bel respiro e dare il tempo necessario al mio cuore per far tornare il mio battito regolare. Aspettai un minuto, o forse più, poi rimisi in moto la macchina.
Da essa, solo un ringhiò che andò mano a mano a spegnersi. Dannazione. Non poteva essersi rotta proprio adesso, non ora. Provai e riprovai a metterla in moto. Niente, niente di niente.
Qualcuno ce l'ha con me.
Estrassi le chiavi della macchina, aprendo lo sportello e richiudendolo poi violentemente. Dovevo stare calmo, dove trattenere la mia rabbia o non avrei risolto un bel niente.
Nell'aria percepii una puzza di bruciato, capendo così che forse si era fuso il motore o si era bruciato qualche pezzo. Le macchine non erano mai state il mio forte; Louis era l'esperto in questi campi, non io.
Guardando l'orologio, notai che erano le 5pm e il buio iniziava a farsi strada tra la fosca e ormai tenue luce. Sarei dovuto essere a casa da un pezzo ed invece ora mi ritrovo bloccato qui, in mezzo a vicoli ciechi mai visti prima d'ora.
Un rumore attirò la mia attenzione, facendomi girare di scatto. Solo un muro ricoperto di graffiti, nient'altro. Mi guardai intorno, guardando bene che non ci fosse nessuno e che, anche se improbabilmente, mi fossi immaginato tutto. Cazzate.
Aprii il portabagagli della mia macchina, buttandoci dentro lo zaino e prendendo invece la mia amata Calibro 22, compagna di avventure e missioni di ogni genere. La infilai frettolosamente nella cintura, coprendola poi con la maglietta che stavo indossando.
Chiusi il portabagagli, guardandomi intorno per poi fare qualche passo in direzione del vicolo oscurato. Passo dopo passo sentivo una forte melodia entrarmi nelle orecchie, come se da quelle parti ci fosse una discoteca o qualcosa di simile ad essa. Camminai a lungo, stringendo le dita intorno alla mia amata pistola, fino a quando non mi ritrovai davanti ad un'entrata.
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L'insegna era alta e luminosa sopra la mia testa e la scritta che rappresentava era formata da grandi caratteri cubitali. Spostando lo sguardo diritto davanti a me la vidi, era lì. La ragazza vestita di nero stava parlando con un tizio corpulento all'entrata; non sembrava felice di essere in quel posto in quel momento. Fu troppo tardi quando mi accorsi che il suo sguardo puntava su di me, anche se non potei osservare meglio la grandezza e la luminosità nei suoi occhi, poiché mi voltò le spalle ed entrò nel locale affollato. Mi avviai verso l'entrata, osservando l'uomo che non osò proferirmi parola e che, con un semplice e solo cenno della testa, mi fece entrare.
Il locale appariva come una grande sala puzzolente di alcool e brulicante di uomini dall'aspetto tardo e poco curato. Molti di loro sostavano con una bottiglia di birra dinanzi ad un palco, dove una ragazza dalla giovane età si stava esibendo attorno ad un' asta di metallo. I suoi lunghi capelli castani si muovevano intorno a lei durante le sue acrobazie ed il suo corpo era tranquillamente mostrato al pubblico di uomini sbronzi.
Cercai di avvicinarmi il più possibile al palco senza attirare la particolare attenzione di qualcuno, ma quando la ragazza tornò con i piedi sul freddo legno del palcoscenico fui certo di aver attirato la sua di attenzione. Un sorriso abbellì il suo volto bianco illuminato dai riflettori puntati solo su di lei ed i suoi occhi mi puntarono tra le centinaia che erano presenti in quel momento.
Un uomo, accortosi della situazione, mi spinse a sedermi su una sedia al suo fianco, porgendomi una lattina di birra già aperta e che non esitai a stringere tra le mie lunghe dita. Rimasi a fissare quella ragazza dalla pura bellezza; i suoi movimenti leggiadri e sensuali stavano facendo crescere qualcosa nel mio stomaco e la birra tra le mie mani non aiutava di certo a restare con la testa sveglia e puntata sull'obbiettivo per cui ero lì. Dovevo scoprire chi fosse quella ragazza vestita completamente da una tuta nera, ma in quel momento il mio cervello sembrava spingermi a fare altro.
Sentivo i fischi degli uomini intorno a me, le parole sconce che risuonavano nell'aria e stavo iniziando a confondere diversi colori nell'ambiente. Figure mosse e che non trovavano una posizione logica e naturale, visi deformati e mani che cercavano di afferrare qualcosa. La sensazione di leggerezza che si era diffusa in me mi stava riempiendo come non mai, scaturendo una pace improvvisa tra i miei pensieri confusi e dispersi nei diversi angoli della mia mente. Mi sentii completamente a mio agio quando, poi, delle labbra si unirono alle mie e delle gambe mi circondarono la vita. Senza neanche rendermene conto, stavo muovendo freneticamente le mie mani su un corpo snello e caldo, desiderando come non mai di possederlo.
Lunghi corridoi si facevano spazio difronte ai miei occhi confusi; poi un letto che scricchiolava e il mio corpo che ne sovrastava un altro più delicato. Le mie labbra erano pressate contro un collo candito e che pian piano andava ad essere marchiato dai miei baci. Respiri pensanti, gemiti e ansimi riempirono le mie orecchie mentre perdevo sempre di più il controllo del mio corpo; la mia mente guidata dall'alcool che scorreva nelle mie vene e che mi impediva un qualsiasi tipo di riflessione. Dopo di che l'aria fu riempita dal suono di uno sparo e sentii la vita scorrere via da sotto i miei occhi.
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The two faces of danger
Fiksi PenggemarLondra - XXI secolo. Un'organizzazione segreta opera contro i crimini lasciati irrisolti da Scotland Yard, guidata da uno degli uomini più potenti della Gran Bretagna. Sotto il suo comando migliaia di agenti lavorano per mettere sempre davanti a tut...