Capitolo V - Lo sconosciuto

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La lezione fu... come se l'aspettava: lunga, noiosa e piena zeppa di incomprensibili termini tecnici che avevano spiegato nei mesi precedenti. Per giunta si era persa anche una lente a contatto.
I compagni la guardavano come si poteva guardare una scimmia allo zoo. Non era un corso troppo frequentato. Giusto quel tanto che bastava per creare i primi gruppetti e notare le assenze o, nel caso di Sofia, le nuove presenze.
Nessuno le rivolse la parola, cosa che la faceva sentire relegata a mero numero.
Di una cosa però venne a conoscenza: quel tanto idolatrato e desiderato ragazzo della moto, quello che Elena voleva tra le gambe ad ogni costo, frequentava lo stesso suo corso di laurea, anche se lezioni differenti.
Era riuscita a capirlo tramite due sue compagne di banco che, sbavando, tra un urlo e l'altro si ripromettevano di mettersi in coda per parlargli.
Sofia, dal canto suo, non era affatto interessata a mischiarsi ad una folla assatanata di disperate in cerca di un languido "ciao" ed un immotivato eccitamento.
Ma la curiosità è femmina.
Una volta terminata la logorroica lezione, le seguì uscite dall'aula. Nei corridoi si incontrarono con altre due ragazze ed insieme cominciarono a scendere le scale.
Sofia non capiva per quale motivo quelle ragazze si comportassero così per un ragazzo come tanti.
<<Figurati se non è già pieno di disperate fuori dalla sua aula!>> disse una disperata del gruppo.
Ma in effetti aveva ragione. Circa una decina di persone era già sul posto, impegnata ad aspettare e lanciare sguardi ostili alle rivali. Erano tutte strette lungo un corridoio dalle pareti gialle ed un parquet fin troppo usurato. Ai lati infinite porte si aprivano su altrettanti sconosciuti uffici ed aule.
Sofia, in un angolo lontano, si godeva la scena fingendo di aspettare davanti allo studio di un professore.
La sua curiosità era pari a quella di un bimbo che scarta una caramella: conosce che forma avrà ma il sapore avrebbe potuto deluderla, e in fondo la sua dignità sperava, non fosse altro per distinguersi dalla massa.
E finalmente eccolo!
Uscì qualcuno. Subito il gruppetto gli fu addosso. Schiamazzando, gli si fecero sotto e lo circondarono. Sofia era lontana e con la sua miopia poteva essere anche un cammello, per quello che ne intravedeva.
Brutta giornata per perdersi le lenti a contatto.
Era in una situazione di stallo. Non poteva avvicinarsi ed essere risucchiata nella marmaglia adorante. Non voleva però neppure andarsene. L'unica speranza era che si avvicinasse lui.
<<Forse mi sta guardando!>> si illuse per un attimo.
Il gruppo si mosse.
Le persone si fecero sempre più piccole e lontane in quello stretto corridoio, fino a sparire scendendo lungo una scala esterna.
Cosi terminò la prima vera giornata della nuova Sofia all'università: un gigantesco buco nell'acqua.
E lei che si aspettava nuove amicizie, e magari qualcosa di più...
Zaino in spalla si diresse verso l'uscita.
Avrebbe mangiato una cosa al volo, comprato dei libri che il professore aveva richiesto e sarebbe tornata a casa dove l'attendeva Elena, chissà con chi, e la solita chiamata della madre. Quest'ultima la spaventava più di tutto.

© G.

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