Capitolo XXV - Nuovi incontri

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<< Ti dispiacerebbe farmi leggere dal tuo libro? Sai, ieri sera ho fatto tardi e stamattina non ci ho proprio pensato!>> chiese una ragazza che lentamente si era avvicinata a Sofia di soppiatto.
<< Ma certo figurati! Ti capisco!>>
<< Mi chiamo Francine! >>
<< Piacere, Sofia! Che bel nome! Sei francese?>>
<< Da parte di madre!>> rispose aggiustandosi la frangetta che le copriva tutta la fronte fermandosi poco prima delle sopracciglia.
I capelli mori le ricordavano quelli corvini di Alex nonostante fossero lisci. Cadevano a piombo fino a metà schiena e possedevano una lucentezza che rifletteva la luce proveniente dalle finestre.
Gli occhi svegli ed intelligenti erano anch'essi scuri, tendenti al nocciola. Il naso era il connotato che Sofia le invidiava di più: era piccolo, leggermente inclinato verso l'alto e terminava, nella parte più esterna, con rotondità disegnata che la faceva apparire dolce ed, al contempo, elegante.
La bocca, piccola e proporzionata, era l'ultimo elemento all'interno di un ovale del viso liscio e tondeggiante.
Di corporatura era simile a Sofia e nonostante fossero sedute, anche l'altezza sembrava somigliare.
Indossava jeans, maglietta e scarpe sportive, un abbigliamento molto casual cosa che la fece apprezzare ulteriormente agli occhi di Sofia.
<< Hai ricevuto la mail per il tutorato? >> chiese la nuova compagna di corso.
<< Si stamattina! Dopo pranzo probabilmente vado ad incontrarlo! Tu?>>
<< Già fatto! È lui... purtroppo!>> disse con aria sconsolata indicando il corpulento professore intento a tirarsi su, fino al petto, i larghi pantaloni.
<< Capito... >>
Di quella lezione Sofia captò ben poco intenta a concentrarsi, da una parte, sul da farsi con Alex, dall'altra a rispondere alle domande della curiosa amica.
<< Ascolta Sofia! Ti va se dopo andiamo a mangiare qualcosa insieme? Se ho capito bene devi restare anche per il pomeriggio e io non conosco nessuno...>>
<< Ma certo Francine!>> esclamò Sofia incredula di aver trovato ragazza che capisse, come lei, quanto possa essere solitaria la vita universitaria.
Comprarono due tramezzini ed una bottiglia d'acqua ad un chiosco sotto la facoltà e si sistemarono al sole che illuminava l'intero giardino dell'ateneo.
Francine Coratti, questo il suo nome, veniva da Milano. Era uno di quei tipi... alternativi.
Proveniva da una famiglia che dire "benestante" significava offendere gradi di parentela fino al quarto. Possedevano terreni, ville e aziende che, dal bisnonno al padre, si erano impegnati a far fruttare tramite oculati investimenti finanziari e compravendite spregiudicate.
Come l'uovo è la rappresentazione di una cellula loro lo erano di un'economia. Va da sé che ogni membro della famiglia doveva essere votato al raggiungimento dell'utile ed ogni sogno immolato sul sacro altare della pecunia.
Ma ogni "tot" generazioni, il buco della ciambella manca il bersaglio e viene fuori Francine.
Per lei il mondo scuro e freddo della finanza era ben poco attraente rispetto a quello luminoso della creatività e della bellezza.
Era un'artista. Portava sempre con sé un blocco da disegno sul quale erano riportati bozzetti di qualsiasi minimo oggetto colpisse la sua anima creativa.
Così, terminate le scuole dell'obbligo, decise di "scappare". Nonostante suo fratello maggiore stesse studiando economia, e quindi il patrimonio fosse salvo, l'ultima frase del padre era stata: "Da me non vedrai neanche un centesimo".
E così, per mantenersi gli studi, lavorava un po' qua un po' là, sperando che i suoi impieghi un giorno avrebbero avuto a che fare con la sua passione.
<< Questa in breve è la mia storia! >>chiosò alla fine del lungo racconto << Sofia sono le tre! Ti faccio fare tardi per l'appuntamento con il tutor! >>
<< Domani ci sei? >>
<< Ma certo! Comunque se non ci riusciamo ad incontrare questo è il mio numero!>> rassicurò porgendole un pezzo di carta appena strappato dall'angolo di un quaderno.
<< Grazie Francine!>> urlò Sofia prima di venire inghiottita dal marasma degli studenti.
Scala A, terzo piano, corridoio C
La scala A fu facile da trovare nel complesso principale, esattamente come il terzo piano, tutt'altra cosa fu in corridoio C. Neppure un labirinto possedeva tanti incroci.
Studio 12! Forza Sofia solo per questa volta... anche se sarà un vecchio, con i pantaloni troppo larghi e la dentiera che spunterà ogni volta pronuncia il tuo nome...
Bussò alla porta.
<< È permesso?>> chiese Sofia infilando la testa timidamente oltre la soglia.
<< Prego signorina! Si accomodi!>> le fece un signore sulla sessantina con indosso un logoro completo di lana pesante.
Appunto...


© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora