Il locale era affollato in quel tardo pomeriggio.
Negli ultimi tempi diventò quasi di routine trovarsi in quel lounge bar per il rito dell'aperitivo. Una cosa da bere, qualche stuzzichino e l'ora di cena arrivava rapida accompagnata da Alex, il suo sorriso onnipresente che esprimeva con ogni singolo connotato del viso e quel fare sicuro che svaniva arrivato di fronte a Sofia tramutandosi in estrema dolcezza.
Guardandosi attorno in quel locale, dallo stile shabby chic che va tanto di moda e permette ai proprietari di spendere poco, Sofia si ritrovò a fantasticare sui clienti. Molti vestivano abiti completi in tinta unita corredati di cravatta, altri gessati, altri ancora casual, ma tutti, nessuno escluso, arrivati nel raggio di un metro dal buffet, abbandonavano i misurati abiti borghesi, si strappavano di dosso il loro à plomb chicchettoso e si abbandonavano al più famelico ingozzamento senza regole. Le iene affamate si gettavano sulle portate come non ci fosse domani, o in quel caso la cena. Gente che riempiva tre o quattro volte il proprio piatto vagava per il locale, mai sazia di quella droga quasi gratis.
E poi c'erano Alex e Sofia che ridevano di loro con davanti un misero piatto da dividere.
<< Che scene! >> esclamò Alex mentre un cliente faceva cadere rumorosamente il proprio piatto a terra poiché troppo pesante.
<< Parliamo di noi Ale! >>
<<Sì! Hai ragione! Scusa! Cosa hai fatto oggi? >>
Dovevo aspettarmela questa domanda!
<< Niente... sono stata da Francine! Si è comprata un gatto sai? >> sviò il discorso che intravedeva una pericolosa china.
<< Ah si? E come lo ha chiamato? >>
<< Mrs. Molly! È davvero affettuosa! È bianca, a pelo lungo e con gli occhi azzurri! Le ha fatto tenerezza perché è sorda! >>
<< Allora ha fatto bene a prenderla! >>
Quello sguardo così attento e curioso verso la sua persona. Ogni minimo accenno di attenzione che non mancava un secondo di rivolgerle. Era Alex che le stava donando tutto ciò che una donna era lecita desiderare. E Sofia era quella donna.
<< Io ti amo Alex Vanni! >>
<< Piccola! Anch'io ti amo da morire! Cosa ho fatto per meritarmi questa dichiarazione? >>
<< Niente... e tutto. Sentivo semplicemente il bisogno di dirtelo! >>
<< Io invece sento il bisogno di fare questo! >> disse sporgendosi sopra il tavolo e baciandola morbidamente, alternando il labbro inferiore e superiore di Sofia come obiettivo delle sue.
Sorridendo le scostò una ciocca di capelli piegata sulla fronte. Voleva guardarla negli occhi, gli stessi occhi che rivaleggiavano con le profondità marine per le emozioni capaci di trasmettere. Paura, eccitazione, ansia e follia.
La follia dell'amore.
Fu in quell'istante che Alex capì. Esso, l'amore, non è fatto delle follie stesse poiché esse durano il tempo di un battito di ciglia. L'amore è una maratona lunga una vita. E il tempo è l'unica pazzia, e la più importante, che l'amore fa rischiare.
Lui l'avrebbe speso per lei. Tutto il tempo che gli rimaneva da vivere.
Il mondo attorno a loro sarebbe potuto crollare, la terra squarciata liberando lapilli incandescenti ed il cielo avrebbe potuto piangere lingue di fuoco. Le vetrine si sarebbero infrante, le urla dei clienti levate assordanti. Loro sarebbero comunque rimasti al loro posto, protetti da quell'amore che i loro cuori ravvivavano ad ogni battito.
Ma la realtà era meno apocalittica, o quasi. La folla continuava ad accalcarsi, spintonandosi ai limiti dell'educazione, saccheggiando e depredando con l'unico egoista scopo di mangiare più degli altri.
Alex si alzò dal suo posto guardando l'orologio. Sofia fece lo stesso. Il tempo per loro stava scadendo, rapido nel trascorrere come sempre.
<< Sofy! Vado a pagare prima che scoppi una rissa!>> decise sorridente.
<< Va bene! >>
Si fece largo in direzione della cassa prima di sparire risucchiato dal marasma.
Lei rimase seduta ed innamorata. Poteva affermarlo con una certa sicurezza. La protezione che i suoi abbracci le donavano, le attenzioni che riceveva. I dubbi, le paure che svanivano come sabbia nel ciclone che la presenza di Alex comportava. Per la prima volta era certa di qualcosa. Era certa di lui.
Ma il destino aveva ancora qualcosa da dire.
Uno strano suono.
Sofia si mise in ascolto. Era vicino.
Un cellulare vibrava dove fino a pochi istanti prima Alex era seduto.
Era il suo.
Gli deve essere scivolato dalla tasca!
Sofia lo afferrò prima che la vibrazione lo spostasse verso il bordo della sedia.
Lo schermo lampeggiava tra le dita.
Bastarono tre lettere viste di sfuggita per capire.
Lesse la notifica.
Elena: "Abbiamo sbagliato entrambi. Siamo d'accordo. Sofia non saprà nulla."© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
STAI LEGGENDO
(Non) il solito amore | Prima Stesura
RomanceCap. I "Elisabeth non pensava che quel ragazzo, quel cattivo ragazzo tanto diverso da lei, dai suoi gusti e da ciò che il suo cuore cercava le avrebbe cambiato, in modo così fondamentale, la vita." > disse Sofia leggendo la quarta di copertina di qu...