Capitolo LXXIV - Risultato

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<< U... un test di gravidanza? >>
Lo sguardo titubante del farmacista indugiò pochi millesimi di secondo sugli occhi spaventati di Sofia prima di rimbalzare ovunque senza mai incontrarla. Aveva timore di mostrare i suoi veri pensieri o, probabilmente, non voleva mostrare il suo empatico dispiacere.
<< Guarda sono qui! >>
Sofia li studiò. Erano tutti rosa con foto orripilanti, almeno per il suo stato d'animo, di donne felici e bimbi perfetti.
Mi sta salendo il vomito! Meglio sbrigarsi... che siano le prime nausee? Non penso funzioni così!
L'unica differenza tra essi stava nel prezzo.
<< Prendo questo! >> decise prendendo il meno caro e portandolo in cassa sempre con lo sguardo magneticamente rivolto a terra.
Pagò ed uscì, con sollievo anche del impacciato farmacista con ogni probabilità.
C'era un film tempo fa. Un blockbuster che fece da pietra miliare. Un prigioniero di un carcere americano camminava lungo un corridoio delimitato da celle. La sua destinazione era la pena morte. Accompagnato dal suo secondino, quest'ultimo urlava.
Uomo morto che cammina!
Con i dovuti distinguo, quello era il sentimento che la stava accompagnando a casa in quel tragitto di pochi metri.
Non fece in tempo a suonare che Elena spalancò la porta.
<< Ce l'hai? >>
Sofia non disse una parola. Si limitò a sventolare in aria il pacchetto di cellophane.
<< Sai come si usa?>>
<< Più o meno... ci saranno le istruzioni no?>>
<< Dai andiamo! >> la esortò Elena.
Era felice di non essere sola, di non farlo in pesante solitudine. Era contenta fosse Elena che la accompagnava fisicamente ma soprattutto psicologicamente.
<< Allora hai capito?>> disse dopo aver letto a voce alta le istruzioni.
<< Sì Elena! >> rispose mesta.
<< Dai Sofy! Vedrai che un giorno rideremo di tutto questo! >>
<< Speriamo! >>
Si chiuse la porta del bagno alle spalle.
Difficile dire cosa passa per la mente in quei momenti. Riusciva solamente a elencare una valanga di cambiamenti che quella follia avrebbe potuto portare. Una girandola vorticosa di conseguenze accompagnò il suo seguire alla lettera le istruzioni del foglietto illustrativo.
Un minuto più tardi il momento della verità era giunto.
Uscì dal bagno, sempre più affranta, consegnando il pezzo di plastica a cui era aggrappata la sua vita nelle esperte mani di Elena.
<< Non resta che aspettare due minuti! >> la informò mentre Sofia sprofondava ne suo letto in posizione fetale.
L'attesa snervante non fece altro che trasformare quella girandola di pensieri in una ripetitiva preghiera per qualcuno a cui lei non aveva mai, in fondo, creduto più di tanto.
<< Una linea significa vita, due significa...>>
<< Morte Elena! Significa morte!>>
<< Stavo per dire una nuova vita, veramente! >>
Pensavo le lineette fossero solo un escamotage delle commedie americane.
Invece erano la pura realtà.
Era lì. Sul tavolo. Due minuti trascorsero molto lentamente, come mai prima.
Il futuro di Sofia appoggiato su una lastra di vetro.
Se c'è qualcuno lassù... aiutami!
<< Sofy ci siamo! Guardo io? >>
Sofia annuì.
Elena, obbedendo, si avvicinò al tavolo. Per un attimo sembrò muoversi al rallentatore. Tutto il suo mondo in attesa di quel verdetto.
Lesse il risultato. Si voltò.
<< Sofy...>>

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora