Perché a me? Perché sempre in questo dannato limbo? Perché ancora "perché"?
Il morbido materasso era ricoperto delle spine arroventate del suo comportamento. Il suo sonno infestato da apparizioni del suo presente. I genitori, Harry, Francine, Alex, Leonardo.
Leonardo...
Rigirandosi nel letto volgeva la sua attenzione ad un diverso aspetto della sua vita. Tutti indistintamente in sospeso.
Era troppo chiedere una vita regolare? Una famiglia presente, un'amica fedele, un ragazzo romantico. Uno di tutto non chiedeva altro.
Ed invece cosa aveva ottenuto? Una madre logorroica, un padre nascosto dietro l'ingombrante figura della moglie, un'amica scostante e misteriosa, il ragazzo più popolare avuto e perduto nel tempo di una frase, un'attrazione impossibile con un ricercatore molto più grande di lei e per il quale, avere una relazione con una studentessa, avrebbe significato seri problemi.
Che schifo!
Il cellulare iniziò a vibrare. Sperò.
Era solo la sveglia. La zittì con un gesto del dito sullo schermo.
Oramai arresa all'infelicità, si alzò per rimediare a quel disastro riflesso nello specchio.
Elena era crollata sulla poltrona poco distante dal letto. Dire che russava sarebbe stato riduttivo.
Senza svegliarla si vestì, si truccò, raccolse qualche libro a caso sparso sulla scrivania ed uscì.
Sperava intensamente di incontrare Francine che le avrebbe prestato il libri giusti ed anche un orecchio amico.
Doveva ammettere che Elena stava lentamente perdendo terreno nei confronti della sua nuova amica, probabilmente a causa di quelle frasi mezze asserite e mezze intese, del mistero sul suo rapporto con Alex, di quel velo di nebbia che ammantava le sue intenzioni.
E poi c'era Alex.
Probabilmente lo avrebbe incontrato quel giorno. Se solo la ferita che gli aveva inferto non fosse stata troppo profonda, gli avrebbe parlato. Avrebbe pensato a cosa dire. Di certo nel suo discorso la parola "scusa" avrebbe fatto da padrona relegando il nome "Leonardo" ad un angolo nascosto del cuore di Sofia.
Il bus era meno affollato del solito il che permise a Sofia di sedere comoda nei posti vicino al finestrino. Il sole illuminava Firenze dietro un leggero velo di nubi alte e la città scorreva ignara di quale dilemma attanagliasse la mente, il cuore e l'anima di Sofia.
Non era solita avere presentimenti. Non credeva a quel tipo di sensazioni e benché meno a chi affermava di provarle.
Forse lo stress di quei giorni, o più probabilmente, i postumi della bevuta, ma quella mattina una stretta alla bocca dello stomaco le fermava il respiro e la faceva sentire fuori posto.
In un modo o nell'altro avrebbe scoperto il significato.
Lo abbraccerò. Lui farà lo stesso a sua volta. Lo bacerò e gli chiederò scusa. Gli ripeterò che non esiste vita se non è con me. Che preferirei mi togliessero il cibo piuttosto che il suo sguardo nei miei occhi. E poi piangeremo insieme. Stasera lo inviterò da me e faremo l'amore tutta la notte.
Questo era il piano.
Sofia non sapeva che ben presto si sarebbe schiantato contro un muro chiamato Francine.
<< Sofia!>>
Non appena varcata la soglia dell'ingresso la prese per il polso e la spinse dentro i bagni delle donne. Era stranamente seria per una persona del suo temperamento. Si accucciò sotto ogni porta per assicurarsi che nessuno fosse presente.
<< Francine! Che ti prende! >>
<< Lo faccio perché ti sono amica! Non ho la più pallida idea di cosa sia successo, ma prima che tu lo scopra di fronte all'intera università devo mostrarti una foto! Forse è meglio se ti siedi!>>
<< Mi stai spaventando! >> esclamò Sofia appoggiandosi al lavandino.
La vide infilare una mano in tasca ed estrarne il cellulare. Fece scorrere il dito sullo schermo. Poi lo ruotò in modo che potesse vedere.
Un nodo le strinse le viscere ed una mano le strappò via il cuore dal petto.
Non farmi questo!© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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(Non) il solito amore | Prima Stesura
RomansaCap. I "Elisabeth non pensava che quel ragazzo, quel cattivo ragazzo tanto diverso da lei, dai suoi gusti e da ciò che il suo cuore cercava le avrebbe cambiato, in modo così fondamentale, la vita." > disse Sofia leggendo la quarta di copertina di qu...