Capitolo XXXVI - Ancora in fondo

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🚫 Capitolo non adatto ai più piccoli! 🚫

Dovettero ricorrere alle gomitate per ritagliarsi uno spazio al centro della pista mentre Sofia continuava a chiedersi che gusto ci fosse a strusciarsi in mezzo a quella folla sudata.
Non ci volle molto prima di iniziare ad apprezzarlo.
La musica fece presto ad entrare nel sangue aiutata dall'alcol da poco ingerito. Le ore passarono ed anche le sue inibizioni ben presto allentarono le redini della sua coscienza entrando in una sorta di trans da cocktail e musica a tutto volume.
Ma ovunque si voltasse lui era lì. Le sue mani la accarezzavano, la stringevano come in una ragnatela nella quale lei si sentiva braccata ed eccitata al contempo. Il mondo attorno a lei assumeva connotati distorti, contorni indefiniti nel quale un'unica eccezione era chiara e limpida. Lo sguardo di Alex le trafiggeva l'anima con la stessa facilità con la quale il lento avvelenamento da alcol incominciava a farle perdere il controllo di sé stessa.
<< Ti voglio Alex! Andiamo a casa!>>
Il viso di Alex tradiva la sua sorpresa. Non era certo la già verginella che aveva conosciuto. Era sicura, sexy, eccitante, sapeva cosa voleva e lo voleva subito.
Quella volta fu Sofia ad afferrargli la mano e fargli guadagnare l'uscita. Le si parò davanti Emma con il loro cappotti.
<< Alex! Vai già via? >>
<< Zitta puttanella! Cercatene un altro! >> rispose Sofia lanciandole in faccia i due fogliettini che contrassegnavano i loro cappotti.
Trenta secondi e la via del ritorno era illuminata dai fari della moto.
Impossibile affermare che la loro prima volta non le fosse tornata in mente sotto forma di piacevoli flash accompagnati da umide ondate di eccitazione.
Ed anche in quel momento, come durante il loro primo incontro, ebbe presto bisogno di un bagno.
Ma ormai era mossa dall'inerzia scaturita da un mix esplosivo di alcol, ormoni ed il tatto della virilità di Alex farsi sempre più gonfia mentre Sofia, in moto, lo toccava.
Arrivati sotto casa gli scalini furono ben poco ostacolo. Avvinghiati l'uno all'altra, le loro lingue combattevano una guerra in cui il campo di battaglia erano le loro bocche ed il premio ulteriore eccitazione.
Con difficoltà Sofia infilò le chiavi nella porta ed aprì.
Carambolarono in camera, incuranti della possibilità di essere sentiti da Elena.
Chiusa la porta, Sofia sciolse l'abbraccio del loro bacio. Si perse nello sguardo di Alex mentre liberava l'ultimo bottone dei suoi jeans.
Poi fu lei ad inginocchiarsi.
Gli abbassò i boxer: era già pronto. Lei lo aveva sempre desiderato e lo fece.
Lo sentì pulsare di piacere sulla sua lingua mentre con la mano destra si dava piacere, un piacere che sentiva umido colarle tra le dita. Aumentò il ritmo nonostante il collo iniziava a dolerle. Lo guardava dal basso con lo sguardo questuante di colei che non ne aveva mai abbastanza. Arrivò in gola.
I gemiti di lui erano una droga per il suo piacere che iniziava a gocciolare lungo la gamba.
Alex le sollevò il mento facendolo fuoriuscire accompagnato da un lungo residuo di saliva. La fece alzare. Le estrasse la mano dai suoi slip e la guardò bagnata e umida di voglia. La leccò.
Spostandosi verso il letto, non visto iniziò a spogliarsi.
Anche Sofia fece lo stesso.
<< No! Aspetta! Faccio io!>>
La fece voltare. Ora Sofia guardava il letto non ancora rassettato dalla mattina. Ma poco importava.
Le sfilò la camicetta baciandole il collo.
Sofia alzò le braccia e gli accarezzò la nuca mentre le sue virili mani scendevano, lentamente lungo l'addome fino tra le cosce. Spinse il bacino contro suo. Lo sentiva duro contro i lombi.
Le slacciò il reggiseno e le afferrò stretti i capezzoli tra le dita. Gemette.
Una spinta.
Sofia cadde a faccia in avanti sul materasso. Con una sola trazione le mutandine ed i pantaloni le vennero strappati via.
Era nuda ed eccitata. Si voltò. La sagoma di Alex era avvolta dalla luce del lampione proveniente dalla finestra alle sue spalle. Sapeva cosa stava per fare. Lo aveva immaginato tante volte.
Si tirò su carponi mentre Alex apriva un preservativo.
<< Dai Alex!>>
Si abbassò leggermente.
<< Vuoi? >>
<< Non sai quan... >>
Non fece in tempo a terminare la frase che Alex lo spinse dentro fino a toccare la sua anima.
Un gemito lussurioso risuonò nella stanza. Le dita di Alex affondavano nei suoi fianchi. Non ci fu riscaldamento. Il ritmo si fece immediatamente incalzante. I seni di Sofia, attratti dalla gravità, ondeggiavano e collidevano.
Lo sentiva gonfiarsi mentre gocce di lei cadevano sulle lenzuola.
Era violento, passionale, virile.
Sempre connessi, Alex si chinò su di lei fino ad afferrarle i polsi. Tirandoli a sé Sofia perse il suo punto di appoggio e sprofondò il viso sul letto. Le portò le mani dietro la schiena e, bloccandole nella sua presa, continuò a darle piacere.
Sofia si sentiva costretta, incapace di reagire ed eccitata come non mai. Il suo piacere schizzò sull'addome di Alex che a quella vista aumentò il movimento. Lei era in suo potere. Era il suo giocattolo in un gioco nel quale era bravissimo a giocare. Sentirsi usata ma non avere timore.
Uno spasmo. Lo sentì ancora fino in fondo.
Urlò. Urlò ancora. Lo pregò di non fermarsi. L'apice era vicino. Era sempre vicino con lui. Sentì sé stessa stringersi, avvinghiarsi a quel lungo e duro organo del piacere che violentemente la prendeva.
Un gemito.
Anche Alex...
Improvvisamente si gonfiò. Le fece male. Durò un secondo. Lei si strinse ancora.
Un gemito. Un urlo. Lo sentì venire. Lei lo seguì.
<< Sofia! >> urlò Alex.
<< Leonardo! >>
Ops!

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora