Capitolo LXII - Orgoglio

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Perché è qui?
<< Non mi inviti ad entrare? >>
<< Prego! >> rispose Sofia scostandosi dalla soglia.
Indossava jeans, maglietta ed la solita giacca di pelle per la moto come spesso usava fare, ma la novità balzò subito agli occhi di Sofia. Un ampio paio di occhiali scuri a goccia lo coprivano fin oltre le sopracciglia.
Lo conosceva bene. Alex era conscio della bellezza dei suoi occhi, erano la sua arma d'attrazione preferita. Non li avrebbe mai coperti senza una buona ragione.
Si tolse la giacca, posandola su una sedia dell'ingresso ma gli occhiali li lasciò al loro posto.
<< Ti starai chiedendo come mai sono qui. Ti rispondo che mi sono visto obbligato visto il tuo mutismo selettivo nei miei confronti ultimamente. Sai dirmi perché? >>
<< Perché non ti togli gli occhiali? >>
<< "Do ut des" dicevano i latini! Una risposta per una risposta.>>
<< Davvero devo spiegarti perché non ti ho risposto? "Odia il gioco, non il giocatore"! Se non sbaglio sono parole tue! >>
<< Sofia... un uomo ammette le sue colpe. Sei più intelligente di me e capirai sicuramente quanto mi sono sentito ferito da qual nome urlato e poi dato in pasto alla gente su internet. Sono stato accecato dalla rabbia, dalla gelosia, dal mio stupido, inutile e dannoso orgoglio. Non mi sto giustificando, non potrei mai, sarebbe impossibile. Voglio solo chiederti scusa e dirti che Serena non è più nella mia vita. Quello che ti hanno fatto va oltre qualsiasi umana pietà ed empatia. Ma loro hanno tirato dentro anche me, seppur indirettamente. Anch'io ne ho sofferto. Per questo voglio starti vicino. >>
<< Tu avresti sofferto? Tu non sai neppure da dove si inizia a soffrire! Io mi sono ritrovata la mia dignità calpestata su uno schermo. Io mi sono sentita dare della "puttana". Io mi sono dovuta rinchiudere in casa per il timore di ripercussioni anche fisiche. E lo sai perché è successo tutto questo? Per colpa del tuo stupidissimo ego che ti impedisce qualsivoglia accenno di dolcezza, qualsivoglia "ti amo", anche mentito. Sì! Perché vuoi sapere la verità? Avrei preferito mi avessi mentito piuttosto che calpestarmi il cuore come hai fatto!
Quindi non mi venire a dire che hai sofferto! Qualcuno dovrebbe davvero insegnarti cos'è la sofferenza! >>
Sofia cosa dici? Non cosi!
Le lacrime avevano abbandonato i suoi occhi già da tempo. Si mischiavano alle gocce provenienti dai capelli ancora impregnati d'acqua. La gola le doleva. A causa dello sforzo le se stringeva come costretta da una morsa metallica.
<< Vedi Sofia... in realtà qualcuno ha già provato a spiegarmi la sofferenza! >>
Lentamente si tolse gli occhiali. Una vistosa e livida ecchimosi si estendeva attorno all'occhio sinistro spingendosi fino alle narici.
<< E non è il solo! >> disse alzandosi la maglietta e ruotando sul posto di trecentosessanta gradi.
Altri due lividi erano posizionati all'altezza delle costole fluttuanti sinistre ed uno sul fianco destro. Uno, a forma di impronta di scarpa, copriva la distanza tra le scapole ed un grosso graffio fendeva i lombi.
<< Alex... chi è stato? >>
<< Ero fuori dall'Università. Non l'ho visto bene. Ieri sera era buio quando sono uscito. Il calcio sulla schiena è stato solo l'inizio. Tu hai in mente qualcuno che può avercela con me? >> chiese ricoprendosi lentamente tra gemiti di dolore.
Leo! Aveva detto di non preoccuparmi... che aveva dei sospetti!
<< Non penserai a... >>
<< Sofia io non accuso nessuno. E non mi importa nulla dei lividi. Voglio solo tu sappia che, con quella storia del blog, io non c'entro assolutamente nulla! Se lui lo pensa ti prego di dirglielo! >>
<< Ti posso assicurare che lui non è stato. Non lo farebbe mai! >>
<< Okay... ci credo.>>
La sua espressione era cambiata. Sofia non se lo ricordava così arrendevole. Probabilmente i fatti delle ultime settimane avevano provato anche lui e Sofia provò una sincera tenerezza.
<< Penso sia il momento che ora vada, anche perché altrimenti prendi freddo con i capelli bagnati! >>
<< Hai ragione! Me ne ero dimenticata.>>
Si rivestì.
<< Sofy... mi sei mancata! >> salutò avvicinandosi a lei.
Non poteva entrarle di nuovo nella testa. Era troppo presto. Aveva una dignità da difendere ed una relazione da attendere.
<< Ciao Alex, a presto! >> tagliò corto.

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora