Capitolo LIII - Déjà vu

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Sabato sera. Ore venti e trenta.
Le strade del centro storico di Firenze, che a conti fatti è tutto, o quasi, Firenze stessa, erano un brulichio di persone intente a cercare un ristorante di loro gusto. C'era chi lo desiderava del suo paese, chi voleva tentare il palato con qualcosa di etnico e chi, poco previdente, aveva dimenticato la prenotazione ed ora vagava senza meta alla ricerca di una qualsiasi mangiatoia con lo sguardo perso di un sopravvissuto nel deserto.
Per Sofia, ovviamente, le cose andavano diversamente.
Comoda nella lussuosa berlina di Leo, il suo ragazzo fino a prova contraria, viaggiava lenta facendosi largo tra turisti e guide in pari numero. Attraversato ponte Santa Trìnita parcheggiarono la macchina e si misero in cammino lungo gli stretti marciapiedi di San Jacopo. Voi direte: "Cosa c'è di difficoltoso?".
Nulla, con scarpe basse. Ma Sofia aveva voluto esagerare.
Aveva, nuovamente, preso in prestito dei vestiti di Elena e, nuovamente, senza chiederle il permesso o il minimo consiglio. Sì perché, se glielo avesse chiesto, le avrebbe detto che, quelle tacco dodici, avevano la sgradevole abitudine di essere comode quanto una tagliola per orsi. Erano strette sui lati ed affilate alle estremità. Niente di peggio su quel pavé antico e disconnesso.
Ma Leo aveva considerato ogni cosa, infatti il ristorante non distava che cento metri dalla macchina.
Sofia a causa delle spese folli per il precedente appuntamento, era stata costretta a stringere la cinghia e vestire il tubino nero della festa a casa di Marco, ormai una vita prima. Ma più si guardava riflessa nei cristalli delle macchine, più doveva ammettere l'indiscutibile talento di Elena per la sartoria. E la ringraziava poiché era riuscita a non farla sfigurare accanto a Leo.
Quest'ultimo, invece, aveva modellato la barba lasciando giusto quella che oltrepassava l'ovale per donargli un aspetto virile ed maturo. I capelli castani erano più corti del solito ma sempre fedeli al loro stile, corti sui lati e più lunghi al centro.
Ma era quel completo gessato blu a righe sottili grigie tenuto chiuso in vita da due bottoni ed aperto sul petto, dove faceva bella mostra di sé una stretta cravatta sui toni del blu acceso, ciò che più di ogni altra cosa attirava l'attenzione di Sofia, e delle passanti.
Il passato si ripete...
Ai polsi due gemelli argentati si intravedevano sotto le maniche della giacca. Era di un'eleganza abbagliante.
<< Allora! Sei emozionata? Qualche idea sulla location? >>
<< Neppure mezza! E fidati quando ti dico che ci ho pensato! >> rispose abbracciandogli il gomito.
<< Ebbene non pensarci più! Siamo arrivati! >>
Di fronte a loro una corta scala scendeva qualche metro. Ai piedi di essa un addetto con un elegante completo grigio prendeva i nominativi dietro un alto legio.
Sul taschino un nome in corsivo era ricamato con un filo argentato: La cuillère d'or.
<< Il nome prego!>>
<< Colantuono! >>
<< Per due giusto? Da questa parte prego! >>
<< Grazie! >> rispose Leo lasciando il passo a Sofia che entrò per prima seguendo il segretario.
L'interno era intimo e curato nei minimi dettagli, probabilmente detentore di svariate stelle Michelin. Il soffitto, dalle volte a botte, tradiva la sua antica storia che traspirava da ogni mattone di cotto. Tre ampie vetrate a bow window si aprivano in fondo alla sala. Alle pareti erano sistemate vari espositori con bottiglie di vino di differenti capienze ma, probabilmente, tutte della zona. I tavoli, coperti da ricche tovaglie di pizzo color panna, erano accompagnati da sedie avvolte in lino, ritorto sul retro delle stesse a formare un fiocco. Un basso centro tavola di fiori arricchito con una candela rossa poco più alta regalavano un'illuminazione soffusa e romantica.
<< Eccoci arrivati signori! >> disse il maître, a cui erano stati affidati una volta varcata la soglia, mostrando loro il tavolo con un ampio movimento del braccio.
La location era splendida. Il tavolo era sistemato nell'arcata che la seconda bow window formava. Dieci metri sotto di loro l'Arno scorreva placido riflettendo le tremolanti luci di Ponte Vecchio sulla sua liquida superficie. I turisti, che si affacciavano dalle terrazze di quel ponte distavano meno di cinquanta metri ed i loro flash illuminavano la sua architettura.
Oltre la prima fila di palazzi, dalla parte opposta del fiume, la cima di Palazzo della Signoria svettava illuminata nel cielo nero della notte.
Leo, con incredibile prontezza si portò alle spalle della sedia e la scostò dal tavolo.
<< Prego Sofia! >>
<< Che gentiluomo! >>
<< Eh lo so! Siamo rimasti in pochi! >>
<< Fortuna per te! >>
<< E anche per te, mia cara! >> ribatté sornione baciandole il collo una volta accomodata.
La tenue luce della candela tra loro si rifletteva nei suoi occhi di smeraldo ricordando a Sofia lontane, ma non troppo, fiamme.
Il passato si ripete ancora...
<< Ecco i menù signori! >>
Tutta quella rigida etichetta a cui dovevano sottostare gli addetti di sala provocava in lei sentimenti contrastanti: se inizialmente si sentiva un pesce fuor d'acqua, ora entrava nell'ordine di idee che quel forzoso à plomp era necessario, se non doveroso, in un ambiente del genere.
<< Ehi Leo! >> sussurrò Sofia con un filo di voce temendo di farsi sentire nel lieve brusio della sala.
<< Dimmi! >> rispose lui con il medesimo tono.
<< Sul mio menù non ci sono i prezzi? Sul tuo? >>
Leo trattenne a stento una rumorosa risata che gli provocò una copiosa lacrimazione.
<< Ti adoro Sofia! Funziona così: qui solo il menù dell'uomo ha i prezzi! È una cortesia per farti scegliere con maggior libertà! >>
<< Capito! Capito! >> rispose cercando di calmare il rossore che aveva assunto il viso ma il fatto che non ci fossero scritti gli importi la fece interrogare Sofia sull'economicità di quella cena.
Dopo aver ordinato, Leo allungò la mano sul piccolo tavolo e Sofia fu ben lieta di stringerla.
<< Allora Sofia... in questi casi, se non sbaglio si dice: "Raccontami un po' di te"! >> chiese Leo, ricalcando in modo inquietante passati discorsi di un quanto mai recente trascorso .
Cavolo Alex! Perché continui a tormentarmi?

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora