Capitolo XXXV - Il suo mondo

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L'odore pungente del sudore. I bassi della musica talmente profondi da sentire vibrare la propria persona. Le luci stroboscopiche che confondono gli occhi ed il mondo sembra muoversi a scatti.
Infine gli occhi di Alex che attenuavano il tutto e la convincevano che, anche l'inferno, non era poi così male se era lui a guidarla.
Mano nella mano avrebbero attraversato quel girone dantesco e ne sarebbero usciti più innamorati di prima. Questa era la sicurezza di Sofia... o, per lo meno, la speranza.
Si sentì strattonare dalla sua guida. Sulla destra una corta rampa di scale portava ad una terrazza che affacciava sulla sala principale. Bassi tavolini di vetro correvano lungo la balaustra, accompagnati da due o più poltroncine. Alle loro spalle un grande bancone, gemello di uno al piano terra, separava il barman, e le sue evoluzioni aeree con bottiglia e shaker, dai clienti.
<< Alex! >> esclamò una ragazza sulla trentina facendosi incontro da dietro il bancone.
<< Vanessa! >>
Probabilmente era solo la sensibilità di Sofia che si acutizzava in quei momenti, oppure il suo costante senso di inadeguatezza verso quel mondo che la vedeva come un pesce fuor d'acqua, fatto sta che qualunque ragazza incrociasse appariva una modella di intimo a confronto con la sua cellulite stagnante ed il suo addome, per cosi dire, "rilassato".
<< Sofia! Lei è Vanessa, la proprietaria di questo girone infernale!>> le urlò per sovrastare la musica che comunque arrivava maggiormente attutita.
<< Oh troppo buono! La tua nuova fiamma? >>
<< La mia unica fiamma! >> ribatté sicuro Alex.
<< Vedremo... comunque il tuo tavolo è sempre libero! >>
Alex si avvicinò all'orecchio di Sofia.
<< Non te la prendere! Fa così con tutti solo per tenersi un cliente! >> le sussurrò sorridente.
Sofia fu costretta a crederci. Combattere contro la ragazza del guardaroba, la proprietaria, le ragazze dell'università e quelle disperate che, dal basso della pista, lo salutavano sperando di essere chiamate a salire per sedere con lui, era lottare contro i mulini a vento in una battaglia già persa in partenza, che Sofia non voleva scegliere per poi ritrovarsi con il cuore spezzato. Era tutto nelle mani di Alex. In fondo lo era sempre stato.
Lui stava lì, affacciato al bordo del piano soprelevato, salutando e mandando baci a chi si trovava poco sotto, facendo segno di non riuscire a sentire oppure di chiamare dopo.
Era nel suo ambiente naturale e Sofia in quello più distante da lei.
<< Conosci proprio tutti! >>
<< Sai com'è... quando diventa il tuo lavoro non ne puoi fare a meno!>>
<< Quindi è questo che fai per vivere!>>
<< Vivere è una parola grossa! Più che altro per mantenermi gli studi. Mi limito a fare un po' di quelle che si chiamano pubbliche relazioni. Ma fidati tutto ciò che diventa lavoro perde la sua componente ludica!>>
<< Però mi sembri a tuo agio! >>
<< Tutti indossiamo una maschera! Però non posso lamentarmi! E poi, a tratti, è divertente!>> disse facendo cenno al barman.
Immediatamente arrivarono due drink.
<< Io stasera solo analcolico! Sennò chi ti riporta a casa! >>
Era strano come atteggiamenti così attenti e scrupolosi si fondessero con una persona la cui maschera, strafottente e menefreghista, aderiva così bene al suo aspetto esteriore.
Alex era un continuo ossimoro. E Sofia si sentiva sempre più attratta dallo scoprire cosa ci fosse in fondo.
<< Ti va di ballare Sofia?>>
<< Tutto quello che vuoi! >> rispose terminando il suo drink.
Sempre più in fondo...

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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