Capitolo XXVII - Alex!

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Un minuto. Un'ora. Forse un giorno.
Per quanto tempo gli occhi di Sofia si erano tuffati in quello sguardo che, come un oceano, ti trasporta lontano dalle tue certezze lei non sapeva spiegarselo.
Provava e riprovava. Ma fissare l'orologio perdendosi nel ricordo delle sensazioni non era affatto di aiuto.
La panca di legno fuori dall'ufficio di Leonardo era dura, fredda eppure per dieci lunghi minuti era stata la sua macchina del tempo.
Incapace di muoversi, smaniosa di vivere, terrorizzata di scegliere.
Il destino dà, il destino toglie.
Chiedere consiglio? A chi?
Elena non era certo una buona campana da ascoltare: "Qual'è il problema? Fatteli entrambi!" avrebbe detto.
Francine? Troppo presto!
Allora Harry? Diciamo che è un po' troppo di parte... la sua parte!
Si tirò su in piedi con la forza delle braccia.
Sarebbe voluta rientrare. Guardarlo un'ultima volta.
Quindi è questo! Il colpo di fulmine!
Il maledetto colpo di fulmine. Quello che, come dice la parola stessa, carbonizza tutte le sicurezze e tu rimani lì a rantolare con il cuore segnato.
Come faceva a saperlo? Semplicemente perché era stato differente.
Forse era stata l'adrenalina, il fatto di aver rischiato la vita, ma con Alex il loro primo sguardo era stato diverso.
Migliore? Peggiore? Semplicemente diverso.
Però la differenza di età e poi il suo ruolo...
Sette anni di differenza ed un rapporto che cominciarlo significava far venir meno un'etica professionale che avrebbe fatto sparlare l'intera università per anni.
Non posso! O forse si?
Cominciò, ondeggiando, a percorrere a ritroso il corridoio che l'aveva portata fino alla fine, o all'inizio, a seconda dei punti di vista.
Forse potrei...
<< Fai attenzione a dove cammini, sfigata!>> gracchiò la bionda con cui Sofia si era scontrata.
<< S... scusa! >>
<< O no! Non scusarti con me! Scusati con chi ha fatto quello straccio che indossi perché tu riesci sicuramente a renderlo più sciatto di quanto non sia! >> urlò il capobranco accompagnata dalle risate delle femmine beta.
Non ho proprio la forza di controbattere!
<< Non parli? Meglio così perché quei prosciutti che chiami cosce parlano per te già abbastanza!>>
Solo invidia!
<< Strano perché Alex le trova molto attraenti! >> rispose Sofia pentendosene immediatamente.
Il ghigno malefico si tramutò in una smorfia di ira nella quale mascelle serrate e occhi sgranati erano le caratteristiche che inquietavano maggiormente.
<< Ascoltami bene puttanella! Tu non hai idea di dove comincia questo gioco ma non finirà bene per te! Hai iniziato una guerra che non puoi vincere. >>
<< In realtà penso che, con l'altra sera alla festa, sia abbastanza chiaro chi è la sfigata tra noi! >>
Sofia smettila di provocarla!
<< Hai idea di quante ne ho viste come te... sedotte ed illuse? Ti do un consiglio: lascia perdere Alex! >> urlò con tono sempre crescente.
Gli studenti si erano radunati intorno pronti ad immortalare il diverbio con i cellulari. Le prime lacrime abbandonarono gli occhi di Sofia.
<< Piange lei! >> infierì << Te lo dico solo una volta: è stato mio e tornerà ad esserlo. Tra voi non ci sarà mai nulla! Chiaro?>>
La folla si apre. Una mano afferra il polso di Sofia. La fa voltare di scatto.
Alex!

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora