Che fosse tutto lì?
Solo gelosia?
Sofia non riusciva a rispondersi. Uscì di casa alle tre del pomeriggio in modo da anticipare, fin troppo, i tempi e gustarsi i passi che la dividevano dall'università.
Un crogiuolo di dubbi e mezze certezze che, puntualmente dopo pochi passi, venivano rimesse in dubbio.
Perché Elena si comportava così? Perché interromperli? Ma soprattutto, ora che aveva il numero di Alex, cosa diavolo doveva fare? Aspettare? Chiamare? Queste solo alcune delle domande.
Sofia! Ridicolo innamorarsi in sole ventiquattro ore! Però...
Due entità avevano ingaggiato una lotta senza quartiere: il cuore e la mente, la stupidità e l'intelligenza, la verità e la paura.
Cosa spinge a scegliere? Ormoni o fato?
E in fondo l'amore cos'è? Una fisica e, ben poco romantica, ondata di endorfine oppure un filosofico ed ancestrale traguardo del destino.
Mi sta venendo il mal di testa!
Decise... di non decidere.
Avrebbe affrontato la vita come una corsa ad ostacoli: una difficoltà alla volta.
E presto si accorse di avere di fronte il primo inconveniente.
Questo non era previsto...
L'ultima ed invisibile matricola diventò famosa. Attraversando l'ingresso dell'Università non c'era uno sguardo che non fosse posato sulla sua goffa ed intimidita figura.
Le voci corrono, purtroppo per Sofia, estremamente veloci.
I bisbigli e gli indici puntati, si moltiplicavano man mano avanzava tra la folla.
Per lo più curiosi, altri increduli, alcuni minacciosi, come gli sguardi delle bionde incontrate la sera prima e che, in quel momento, si erano affacciate, accompagnate dalle loro extensions, da un'aula.
Forse era più di ciò che poteva sopportare. Quel'ostacolo non andava saltato ma scalato e Sofia soffriva di vertigini.
Si rinchiuse nel primo bagno disponibile per prendere fiato e far defluire la folla.
Le orride mattonelle verde acqua di quella stanza diventarono lo sfondo alle sue lacrime per buoni quindici minuti.
Se lo sarebbe dovuta aspettare... o forse no. Chi era Alex? Perché era così famoso all'Università? Possibile solo per la sua bellezza?
Però quanto è bello... Sofia concentrati!
Avrebbe affrontato e superato quel giorno. Ne avrebbe parlato con Harry, lui poteva consigliarla, lui sì che voleva il suo bene!
Non come Alex... Elena aveva ragione.
O forse... no! Si sta sbagliando! E se fossi io? Anzi no!
Maledetta sindrome premestruale! Proprio in questo periodo!
Un rumore attirò la sua attenzione verso la borsa che portava a tracolla.
Il cellulare vibrava illuminando le monetine sparse ovunque nella tasca.
Sullo schermo quattro lettere che non avrebbe voluto vedere in quel momento: Alex.
<< Non é proprio il momento! >> si disse riponendolo in borsa come capitava.
Si asciugò gli occhi e arraffando qua e là tutto il coraggio che poteva avere uscì dal bagno.
Qualcuno lì fuori la osservava: gambe accavallate e braccia incrociate. In mano agitava un cellulare.
Cazzo...
<< Perché non mi rispondi?>>
Alex non le rendeva la vita facile. Più tentava di allontanarsi, più si sentiva attratta da quei modi gentili, scherzosi e sicuri di sé. Era il suo opposto ed al contempo il suo analogo. Nonostante avesse la consapevolezza che l'avrebbe uccisa, era il veleno, la droga che non poteva permettersi e per questo ancora più desiderata. Era la farfalla che avrebbe voluto vedere cosa ci fosse in fondo a quel fiore, rischiando fosse carnivoro.
Ed ora le parole di Elena iniziavano ad avere un senso. Se non si fosse fermata in tempo sarebbe andata a sbattere in quella strada senza uscita di nome Alex Vanni. Probabilmente sarebbe atterrata sul cadavere di qualche precedente farfalla, ma questo non avrebbe attutito lo schianto. Anzi...
<< Alex... io... >>
Di scatto si alzò.
Le sue braccia le cingevano la testa trattenendola sul suo petto. Sofia rimase impietrita
Era alto. Almeno un metro e ottanta. Il suo profumo. Il suo calore. Poco importava che gli altri li guardassero. Lui non aveva timore. Perché avrebbe dovuto averne lei?
Lasciò cadere la borsa. Allungò le braccia e ricambiò la stretta all'altezza dei reni.
Il mondo poteva guardare, fuori da quel gesto che le infondeva sicurezza e amore.
<< Mi dispiace Sofia! >> le sussurrò all'orecchio.
Di cosa? Non mi vorrà già lasciare? Lo sapevo... Elena aveva ragione!
<< Mi dispiace... di farti soffrire. Mi dispiace che il mondo se la prenda con te per colpa del mio passato. Mi dispiace della gelosia che le persone provano e che tu debba pagarne il prezzo. Ma più di ogni cosa mi dispiace perché... non riesco a starti lontano!>>© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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(Non) il solito amore | Prima Stesura
RomanceCap. I "Elisabeth non pensava che quel ragazzo, quel cattivo ragazzo tanto diverso da lei, dai suoi gusti e da ciò che il suo cuore cercava le avrebbe cambiato, in modo così fondamentale, la vita." > disse Sofia leggendo la quarta di copertina di qu...