Essere investiti da una violenta onda di luce. Un'esplosione senza precedenti che destò il cuore dal suo lento e monotono battito.
Rimbalzava nelle orecchie, lento ma potente. Svegliarsi da un incubo.
Ecco a cosa somigliava. Quando la mattina un sogno orribile ci desta dal nostro madido cuscino e, di soprassalto, ci esponiamo alla luce del sole.
Dove mi trovo? Dove?
<< Dove? >>
<< Sofia! >>
Di chi è questa voce?
Era distorta, lontana.
Le pupille ancora costrette nella loro temporanea cecità non coglievano che un candore diffuso. Un suono familiare li accompagnò nel loro risveglio. Il cardiografo aumentava il ritmo. Il suo cuore accelerava.
<< Sofia! Riesci a sentirmi? Ti prego, stringimi la mano! >>
Lo fece.
La vista si abituò lentamente. Un grezzo controsoffitto era sospeso sopra di lei.
<< Dottore! Dottore presto! >>
Ancora quella voce.
Possibile sia lui?
<< Sofy! Non preoccuparti! Sono qui! Ora arriva il dottore!>>
<< Leo!>>
<< Si piccola! Non sforzarti! Andrà tutto bene! >>
Sciolsero la stretta delle dita, spinti dal gruppo di medici accorsi attorno a Sofia.
<< Pressione stabile! Passiamo alla maschera dell'ossigeno! >>
La tastarono, la mossero, la liberarono.
<< Leo! Dove sono? Cos'é successo! >>
<< Non preoccuparti! Ora stai bene! >> la rassicurò aggirando gli infermieri riuniti attorno al suo letto. In quei momenti era la flebile fiamma di una candela, la minima folata di vento poteva farla spegnere nuovamente. Dirle la verità sarebbe stato rischioso.
<< Adesso signorina la portiamo al piano inferiore per dei veloci esami, va bene? Poi torniamo immediatamente qui. >> spiegò una voce femminile dal tono dolce.
Si sentì spostare. La vista era ancora lontana dl tornare alla normalità.
Dolori lungo tutto il corpo le impedivano di muoversi come avrebbe voluto.
Avrebbe desiderato sollevarsi, guardarsi attorno, capire come era arrivata in quel posto pieno di luci sul soffito che ora sfrecciavano sopra di lei.
Perchè mi è così familiare questa scena?
Non sapeva spiegarselo. Poche le cose che erano chiare. Pochi ricordi a fuoco nella memoria.
Sapeva come si chiamava, chi era la persona che al suo risveglio le aveva sretto la mano.
Ma la testa era un continuo e fisso dolore che le provocava un fischio acuto nelle orecchie.
Cosa ricordava?
Ero in un bar... c'era Alex... poi...
Nulla.
La memoria a breve termine cancellata in quel imprevisto e doloroso risveglio. Riusciva a pensare solo al dolore che la perquoteva all'altezza dell'addome.
Toccò il punto.
Una profonda e sensibile cicatrice aveva principio accanto al suo ombellico e si estendeva lungo il fianco.
Trasportata, entrò in una sala. La vista stava gradatamente tornando alla sua miope normalità.
Finalmente riusciva a riconoscere, o meglio conoscere, le persone accanto a lei.
Cinque o sei infermieri indossavano uniformi verde spento e si muovevano rapidi armeggiando con cavi e macchinari. Il dottore, o presunto tale, era in piedi accanto al suo letto. Calzava degli occhiali con la montatura fina in acciaio. Lo sguardo severo e concentrato su una cartella di documenti.
<< E' molto grave dottore? >>
<< No piccola! Il peggio è passato! >> rispose ridendo, sorpreso che la paziente fosse già tanto presente. << Ora ti facciamo solo qualche veloce esame per sincerarci che sia tutto okay e ti riportiamo in camera! >>
<< Mi può dire cosa è successo? >>
<< Le spiegazioni lasciamole per quando ti sarai ripresa. Ti basti sapere che ora stai bene! >>
<< Grazie dottore! >> rispose mentre una lacrima sfilava veloce accanto all'orecchio per cadere sul cuscino.La procedura, fatta di freddi sensori applicati sulla pelle e luci abbaglianti stranamente familiari, durò circa una mezz'ora .
Fu felice di tornare in camera. I corridoi dell'ospedale erano dannatamente freddi nonostante fossero i primi di luglio.
Leonardo era in attesa sull'unica poltrona della stanza. Lo vide parlare con il dottore poco oltre la soglia della porta. Gli strinse la mano sorridente.
Buon segno.
Gli infermieri uscirono uno ad uno dalla camera permettendo a Sofia di apprezzare la massiccia presenza floreale nella stanza che donava un gradevole profumo all'aria.
Leo avvicinò la poltrona al letto e le prese nuovamente la mano. Era bello percepire quel gentile calore scaldarle il cuore.
<< Leo... >> rispose alla stretta Sofia lasciandosi sfuggire una nuova lacrima.
<< Piccola mia! Stai tranquilla! Hai sentito il dottore no? Il peggio è passato! >>
<< Ma io non ricordo nulla! Non so neppure dove mi trovo! >>
<< Lo so! Lo so! >> rispose accarezzandole la fronte. << Il dottore mi ha incaricato di spiegarti tutto dato che le tue condizioni si sono stabilizzate. Qual è l'ultima cosa che ricordi? >>
<< Non so... un bar! Mi ricordo di un bar, di Alex. Mi ricordo che ero sconvolta... ma non so perchè! >>
<< Sofy, questo non lo so! So che stavi correndo per prendere un autobus e... >>
<< E?>>
<< Sei passata con il rosso. >>
<< Mi hanno investita? >>
Il cardiografo aumentò il ritmo.
<< Si! Si! Ma stai tranquilla! Sei salva! >> si affrettò a dire Leo pur di calmarla.
<< Cos'è questa cicatrice? >>
<< Sofy... hai riportato numerose fratture, un trauma cerebrale e anche una perforazione del polmone. Ma erano poca cosa rispetto al fegato. >>
<< Quindi? >>
<< Te ne hanno trampiantato uno sano e ora stai benissimo. Non ci sono segni di rigetto, tutte le operazioni sono andate a buon fine. Ho informato tutti del tuo risveglio. Tua madre è venuta a Firenze appena ha saputo dell'incidente, ora è a casa tua. Anche Alex lo ha saputo. Sai... >> si fermò un secondo.
Doveva dirglielo. L'avrebbe spinta tra le sue braccia, ma non dirlo sarebbe stato meschino ed oltremodo vigliacco.
<< Cosa Leo?>>
<< E' stato qui per tutte le due settimane di coma. Ieri sera gli ho dato il cambio. I medici dicono che, se non fosse stato per lui, probabilmete saresti morta. >>
Qualcosa riaffiorava dall'oscurità dei ricordi.
Alex... un messaggio... Elena...© G.
Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
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(Non) il solito amore | Prima Stesura
RomansaCap. I "Elisabeth non pensava che quel ragazzo, quel cattivo ragazzo tanto diverso da lei, dai suoi gusti e da ciò che il suo cuore cercava le avrebbe cambiato, in modo così fondamentale, la vita." > disse Sofia leggendo la quarta di copertina di qu...