Capitolo VI - Amicizia

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<<Ancora! Ti prego! Ancora!>> urlava Elena.
<<Ti piace vero?>>
<<Da morire! Non fermarti!>>
Oramai Sofia non ci faceva neppure più tanto caso.
Chiusa nella sua stanza, quello era il rituale serale di Elena. Non che fosse cosi ogni giorno, ma su sette giorni almeno tre la vedevano impegnata. Una volta era arrivata a dodici in una settimana. Sofia la ricordava come "I sette giorni senza sonno"
<<Si! Si!>>
La sua amica aveva appeso alla maniglia, fuori dalla sua camera, uno di quei cartellini "Do not disturb" rubato in chissà quale bettola di quart'ordine. Era talmente liso che le due "o" e la "t" erano cancellate ed i bordi si piegavano su se stessi.
Ma questa era la sua amica. Aveva timidamente tentato di portarla sulla via del romanticismo ma, più tentava, più si rintanava in camera sua con qualche sconosciuto o, anche, sconosciuta.
Forse il suo comportamento era da attribuire alla totale mancanza del padre nella sua vita, venuto a mancare quando lei era appena nata.
O forse a causa della rigida disciplina a cui la madre l'aveva sottoposta riguardo le relazioni, proteggendola sempre , tra una campana di vetro e la sua ala protettiva.
Ma in fondo le due amiche erano simili: una volta lontane dalle loro famiglie volevano essere libere di volare dove più credevano giusto.
Tuttavia il comportamento di Elena faceva temere a Sofia che, prima o dopo, le sue ali se le sarebbe bruciate.
<< Ora!... Si!... Insieme!>>
Così si concluse quella sera.
La vide, dal tavolo della cucina dov'era seduta, accompagnare l'ennesimo malcapitato alla porta e gentilmente salutarlo per non rivederlo mai più.
Non che lei promettesse nulla, ma questo comportamento era più umiliante per lei che per lui. Perlomeno questa era l'opinione di Sofia, la quale traspariva dal suo sguardo anche in quel momento.
<< Ti prego Sofia!>>
<< Non mi pare di averti detto nulla...>>
<<Sei più espressiva di quanto credi!>>
<<O forse è la tua coscienza che prova a parlarti...>>
<<Sai, è strano... perché prima che arrivassi tu la mia coscienza se ne stava zitta in un angolo! >>
<<Non ringraziarmi!>>rispose ironica Sofia.
<<Ho creato un mostro! Quando ti ho conosciuta eri una piccola palla di grasso indifesa. Guardati ora! >>
<<Ho imparato dalla migliore!>>
<< Però, già allora, ti volevo bene... >> disse Elena sorridendole.
Vedete?
Lei era così... un po' bastone, un po' carota. Sofia doveva ammetterlo: seppur "sui generis", Elena era l'unica amica che aveva, anche se a tratti temeva per la propria verginità.
<<Allora... com'è andata la prima giornata di scuola?>> chiese ironica.
<<Niente di che. Sai che il tuo Alex studia arte?>>
<<Ah si?>>
<<Si. Ho tentato di incontrarlo ma non ci sono riuscita.>>
<<Sei curiosa vero? Comunque non preoccuparti non sono gelosa!>> la rassicurò Elena ridendo.
<<Ma perché mai ti piace tanto?>>
<<Perché non mi guarda!>>
Ognuno cerca le sue piccole vittorie. Per Elena evidentemente, quel ragazzo così sfuggevole, era una sorta di balena bianca da agguantare per fregiarsi della corona di "ragazza più facile dell'Università".
<< Ma, da poco>> continuò <<ho adottato una nuova tattica: la sua stessa tattica. Non lo guardo, non gli parlo, gli passo accanto senza il minimo accenno di interesse>>
<<Contenta te... hai fame?>>
<<Da morire! Oggi ho fatto su e giù tutto il giorno.>> rispose maliziosa.
<<Sei sempre più pessima!>> affermò Sofia sorridente, contenta di avere un'amica.

© G.

Angolo dell'autore:
Commentate, se vi va, consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

(Non) il solito amore | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora