Capitolo 58

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Perché questa donna vuole parlare con me ? Cosa vuole da me ? Cosa mi deve dire di così tanto importante? E poi, perché papà l'ha trattata così male ? Mi devo fidare di lei oppure no ? Non ne ho la più pallida idea. E se chiedessi a papà delle informazioni su di lei ? Me ne darebbe? Molto probabilmente no, ma se non ci provo mai lo saprò.
Con riluttanza mi avvicinai alla massiccia porta in legno scuro che mi separava dal suo ufficio, presi tre lunghi respiri per tranquillizzarmi e poi bussai. Aspettai una risposta che però non mi arrivò, così, entrai.
Lo trovai difronte alle finestre con le braccia conserte mentre osservava arrabbiato il panorama.
Christian : chiunque tu sia fuori da qui
Disse freddo e distaccato.
Diana / Catherine: papà son.....
Non mi fece finire di parlare che mi disse
Christian: non me ne frega un cazzo chi sei! Fuori da qui.
Annuì con lo sguardo chino e uscì da quella stanza. Mi risedetti sulla poltrona bianca e sospirai sconsolata. Perché ogni volta che cerco di parlargli lui mi si allontana ? Perché cambia umore ogni cinque minuti? Perché ogni volta che ci riavviciniamo sentimentalmente, due minuti dopo lui torna freddo nei miei confronti ? Non comprendo il motivo dei suoi cambiamenti d'umore, forse è così con tutti, forse solo con me, ma, in questo momento, so per certo che se non mi distraggo inizierò a soffrirne.
E proprio per distrarmi inizio a frugare nella mia borsa trovando il pacchetto di Cartier che Diana mi ha regalato e la lista d'impegni ufficiali. Per primo presi il regalo e aprì la regale scatola di velluto blu. Al suo interno trovai una bellissima collana, fatta di perle, e in mezzo vi era un grandissimo zaffiro riquadrato da tanti diamanti. Era veramente bellissima. Woaw. Brillava tantissimo. Era davvero un regalo stupendo. Ma a proposito di Diana. Cavolo ! Mi sono scordata di chiamarla per sapere come sta sua mamma ! Presi il cellulare e cercai nella rubrica il suo numero e la chiamai. Uno...due...tre...quattro....cinque....sei...sette....otto squilli, ma lei non rispose. Così riattaccai e riprovai a richiamarla ma non mi rispose ugualmente. Sicuramente starà parlando con i medici e non vuole essere disturbata. La capisco. Vabbè, la chiamerò dopo per chiederle come sta sua madre. Però posso sempre chiamare William per saperne di più sulle condizioni della nonna. Feci il suo numero sul tastierino del telefono, ma neanche lui mi rispose. Vabbè riproverò dopo. Sbuffai per tre volte di seguito perché non sapevo che fare. Volendo posso anche dare una sbirciatina sul foglio che Daniel mi ha consegnato, però non ho voglia di deprimermi con tutti gli impegni sociali che mi hanno assegnato. Volendo posso anche sfogliarmi le riviste di abiti da sera dato che questo mese ho molti matrimoni reali, però, non mi entusiasma guardare un abito da un vetro, lo preferisco dal vivo. Bene, scartando queste sue opportunità cosa mi è rimasto ? Mi dico mentre penso a una qualsiasi attività che mi faccia perdere tempo. Ah sì. L'incontro con Mrs puttanizie. Chissà cosa vuole dirmi quella donna ? E inoltre, dovrei accettare il suo appuntamento se neanche la conosco ? No, non si accettano mai favori da sconosciuti, ma siccome sono curiosa di ciò che mi deve dire e inoltre non ho nulla da fare ci andrò. Ripresi il fogliettino e inserì sul cellulare il suo numero, costei mi rispose dopo il secondo squillo.
Mrs puttanizie: sei Diana ?
No sono Lucifero ! Mi venne spontaneo dirle
Diana / Catherine: si sono io, quando ci incontriamo ?
Le chiesi senza mezzi termini
Mrs puttanizie: se vuoi anche adesso, ma mi raccomando, quando esci non farti vedere da nessuno
Madonna Santa quanto rompe ! Ho eluso la sicurezza della famiglia reale svedese che è il triplo di quella di Grey, di certo riuscirò ad eludere anche questa.
Diana / Catherine: lo so, facciamo una cosa, fatti trovare all'uscita della GEH
Mrs puttanizie: va bene a dopo
Riattaccai e iniziai a rimettere tutto ciò che avevo preso da dentro la borsa a posto. Chiusi la zip e proprio in quel momento arrivò Taylor, questo mi salutò con un cenno del capo e poi entrò nell'ufficio di papà.
Che cavolo di culo! Pensai. Ora posso sgattaiolare fino all'uscita dell'azienda. Così mi alzai dalla sedia presi la borsa e percorsi tutto il corridoio che conduceva all'ufficio di papà più quello che conduceva agli ascensori. Premetti il pulsante di chiamata dell'elevatore, aspettai che esso arrivò e poi entrai. Premetti il bottone con lo zero e le porte si chiusero. Quando le porte si riaprirono uscì da esso e mi avvicinai all'uscita della GEH, ma sfortunatamente proprio in quel momento entrarono degli uomini alti, muscolosi e con gli occhiali da sole dalla porta che mi avrebbe portato fuori, ma il bello era che questi uomini avevano scritto sulle maglie "sicurezza". Iniziai a sudare freddo perché non sapevo che fare. Mi giravo intorno e non sapevo che fare. Mi stavo impanicando solo per dieci uomini della sicurezza quando in Svezia ce ne sono molti ma molti di più.
Fu proprio in quel momento che vidi una colonna vicino la porta d'uscita. Senza farmi vedere mi avvicinai ad essa  e mi nascosi dietro la colonna  proprio per non farmi notare. Scorsi la testa per vedere se, se n'erano andati. Non se n'erano andati, infatti li trovai a parlare con le dipendenti di mio padre, cercai di ascoltare il loro discorso ma l'unica cosa che capì fu "se vedete Miss Diana Grey aggirarsi vicino la porta d'uscita chiamate o la sicurezza, o Taylor oppure Mr Grey" . Dopo che le donne annuirono, questi parlarono ancora per un po' ma  le altre parole  non le riuscì a sentire. Prima di uscire mi assicurai che tutti i presenti erano distratti e poi uscì dalla porta. Mi sentì tirare da un braccio verso sinistra, e poi mi ritrovai faccia a faccia con Mrs puttanizie ovvero Elena.
Mrs puttanizie: ora dobbiamo correre perché gli uomini della sicurezza hanno sentito sbattere la porta
Annuì e subito dopo questa mi tirò per il braccio, entrambe correvamo, per quanto ci era possibile correre con i tacchi alti, e dopo una piccola corsa che a me sembrò lunghissima per via delle scarpe arrivammo difronte alla sua macchina, lei aprì  da lontano la sua auto sportiva bianca con la chiava elettronica e poi entrambe salimmo dentro. Questa mise in moto molto bruscamente e poi sfrecciammo per le vie affollate di Seattle. Quando passammo difronte al marciapiede dove sorge la GEH vidi tutto il personale della security che mi guardava spaesato e inoltre vidi uscire dalle porte dell'azienda papà e Taylor mentre correvano.
Ma quando loro arrivarono  ai parcheggi io e Elena eravamo già lontane
Diana / Catherine: bene, di cosa mi devi parlare ?
Mrs puttanizie: della tua vita da feto
Mi disse con un sorriso sulle labbra, eppure a me quella frase non mi strappò neanche un cenno di divertimento, per me era neutra .
Diana / Catherine: cioè ?
Chiesi innervosendomi visibilmente
Mrs puttanizie: sai in origine non c'eri solo tu dentro la pancia della mamma, eravate in due. Tua mamma scoprì di essere incinta tramite un test di gravidanza, e sappiamo che se una donna giovane di soli ventuno anni scopre di aspettare un bebè la prima cosa che fa è iniziare a valutare i pro e in contro del tenerlo con sé. Ben due settimane dopo tua mamma iniziò ad avere forti nausee che non le permettevano di andare né a lavoro né di soddisfare il proprio dominatore. Passarono i giorni e tuo padre si iniziò ad insospettire di questa cosa così chiamò la dottoressa Greene e le chiede spiegazioni. Questa non gli seppe rispondere e in più gli disse che Lucrezia aveva saltato ben due appuntamenti. Christian, dopo quella telefonata si insospettì ancora di più e così andò a trovare tua madre.
Lui la trovò in uno stato pietoso, occhi scavati, carnagione bianca cadaverica e con un filo di pancia in più, ma la tua mamma gli disse che era solo un virus e che si sarebbe ripresa. Tuo padre non fece altre domande, cercò di crederle, ma nonostante ciò i suoi sospetti non diminuivano. Nel frattempo Lucrezia capì che era in pericolo e preparò le valigie così in caso di emergenza sarebbe scappata. I sospetti di tuo padre vennero alimentato anche dall'arrivo di Teodora in città, ma nonostante ciò non disse niente. Quando tua mamma si rimise e tuo padre testò la sua ripresa nella camera rossa decise di prendere un appuntamento dalla dottoressa Greene, così, una volta per tutte si sarebbe tolto questo peso. Fino da quando le comunicò di questa visita lei fece resistenza, ma alla fine Christian la costrinse ad andare. Nel giorno dell'ecografia il tuo papà era ad una riunione e immaginati quando si vide costretto a lasciare i suoi colleghi d'affari per un controllo ginecologo che tua mamma si rifiutava a fare. Arrivò allo studio della dottoressa Greene non arrabbiato, di più, e la costrinse a sottoporsi alla visita di controllo. Ma dopo tua mamma è riuscita a scappare ed è tornata in Italia. In Italia fece la prima ecografia e sempre in Italia perse il tuo gemello, causa troppo stress. Cadde in depressione, nonostante non volesse bambini a quel l'età quando seppe che uno dei due piccoli era ancora vivo si fece forza e costruì tutto l'impero che adesso possiede solo per il bene della sua bambina. Si è ripresa dalla profonda depressione da sola, ha dimostrato di amarti fon da quando ha visto il più sullo screen di quel test.

Io avevo un gemello ?
Non sapevo che avevo un gemello. È orribile sentirsi raccontare la propria storia da altri, questa cosa non spetta a lei, spettava a mia mamma. E se me lo avesse raccontato lei, con la sua solita dolcezza con cui mi parla quando mi deve dire qualcosa di brutto adesso non starei trattenendo le lacrime.
Mrs puttanizie: ma non ti ho chiesto di incontrarci solo per questo, ci sono altre cose che devi sapere.....

Altre cose ? Cos'altro non so ?

50 sfumature di Diana GreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora