Capitolo 61

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POV DI DIANA

Quel genio che mi ritrovo per padre mi ha lasciata da sola in un'azienda che non conosco neanche. Che bello !
Mi alzai dalla sedia e uscì fuori da quel maledetto ufficio. Sbuffai per ben tre volte. E quando stavo per rientrare sentì una voce chiamarmi. Mi girai e trovai Andrea
Andrea : bene Diana, adesso devi venire con me perché abbiamo una riunione con Mr Dawson
Annuì e la segui. Mio Dio che palle ! Ma io dico, proprio a me doveva affidare la sua azienda ? Io non so fare un cazzo! Però, ammettiamolo, posso flirtare con lui così riuscirò ad ottenere qualcosa di vantaggioso. Oh sì, farò proprio così.
Andrea mi aprì la porta e io entrai. La stanza era molto grande. Al centro di essa vi era un tavolo di legno opaco che ridava sul grigio, poi delle sedie di pelle bianca, sul lato sinistro della stanza vi erano delle grandi vetrate, e invece, su quello destro vi era un televisore che riproduceva immagini dell'azienda e dell'energie rinnovabili.
L'uomo si alzò dalla sedia e mi venne a stringere la mano. Costui mi strinse la mano e poi si inchinò
Mr Dawson : principessa, è un piacere rivederla !
Disse con fare civettuolo, mentre mi sorrideva. Madonna santa ! Mi rimangio tutto ciò che avevo detto sul flirtare. Quest'uomo è proprio brutto! È grasso, pelato, ha i denti tutti gialli, ha delle mani grosse e inoltre non si cura come d'altronde mio padre fa.
Diana / Catherine: Mr Dawson, io son..
Mr Dawson: andiamo principessa, non c'è bisogno che si presenti, so già tutto di voi. Siete famosissima in tutto il mondo. E inoltre ci siamo già incontrati l'anno scorso per una cena di stato in Svezia. Sapete, vi devo dire una cosa, ogni giorno che passa diventate ancora più bella
Mi fece il bacia mano e poi l'occhiolino e tornò al suo posto. Mio Dio ! Perché papà deve fare affari con questo tipo ! Sembra un predatore sessuale.
Mr Dawson : non ero a conoscenza che Mr Grey avesse venduto l'azienda, poi perdonate la mia franchezza...ma perché vi siete comprata un'azienda quando siete una principessa? Infondo avete un titolo nobiliare e l'azienda di vostra madre, a cosa ve ne serve un' altra ?
Io e Andrea ci guardammo negli occhi sconcertare dalle domande che quest'uomo mi stava ponendo.
Diana / Catherine: Mr Grey non ha venduto l'azienda
Lui mi guardò guardingo e poi con arroganza disse
Mr Dawson: principessa, non ditemi che vi siete fatta assumere come una semplice dipendente ! Con il corpo e la bellezza che vi ritrovate potreste arrivare più in alto
Ma questo come osa ? Chi si crede di essere per parlarmi in questo modo ?
Diana / Catherine: Mr Dawson, io non sono né una dipendente, né la nuova proprietaria dell'azienda, e per giunta non sono neanche la concubina di Christian Grey. Io sono semplicemente sua figlia
L'uomo ci rimase di stucco. Aprì la bocca per lo stupore.
Ben ti sta figlio di puttana. Almeno la prossima volta, prima che farai dei complimenti rifletterai su ciò che dirai.
Diana / Catherine: sapete Mr Dawson, mi avete profondamente offeso con il vostro linguaggio, a dir poco volgare, e inoltre racconterò al mio patrigno, che tra pochi giorni sarà anche il re di Svezia, con che poco rispetto avete parlato a sua figlia
Mi alzai e gli lanciai uno sguardo schifato, poi aprì la porta e gli dissi
Diana / Catherine: sapete..penso propio che sua maestà il re di Svezia Daniel romperà con voi tutti i ponti che vi hanno legati.
Gli sorrisi maligna e poi aggiunsi
Diana / Catherine: sapete, mi prenderò la briga di comunicare a tutti i paesi del mondo di evitare contatti con voi e con le vostre aziende, e riferirò anche che siete un maniaco sessuale pronto a saltare sulle ragazzine
Lui mi guardò timoroso, poi si alzò e venne verso di me
Mr Dawson : me ne vado, ma ricordate che l'azienda di vostro padre ha bisogno di soldi e io potrei essere un ottimo alleato
Disse mentre cercò di toccarmi il seno, ma io fortunatamente riuscì a ritirarmi dal suo tocco
Andrea : Mr Grey troverà altri alleati sul campo economico, non gli servite voi
Andrea lo prese da un braccio e lo portò fuori da questa maledetta stanza.

Senza che me ne accorgessi iniziai a piangere, lacrime calde mi invasero gli occhi, non riuscivo a trattenermi. Misi una mano sulla bocca per non far sentire i miei singhiozzi e mi accasciai a terra. Piangevo lacrime amare e non riuscivo a fermarmi. Non riuscivo a capire il motivo per il quale io stavo piangendo, non lo capivo, infondo non era successo nulla.
Ad un certo punto rientrò Andrea, mi si avvicinò, mi stese una mano a mi aiutò a sedermi in una sedia e poi chiuse la porta.
Andrea: ho appena chiamato Mr Grey, sta tornando in azienda
No ! No ! No! Se lui torna qui succede un macello
Scosso la testa più volte e cercai di parlare senza singhiozzare ma il tentativo di inutile
Diana / Catherine: no.....lui........deve stare......a casa,.....deve...consolare Ana
Andrea : vuoi una camomilla o un the ?
Scossi la testa e lei annuì.
Costei si sedetti e mi prese la mano e la strinse
Andrea : tuo padre risolverà questa questione
Sì certo! Sicuramente non farà nulla per me, me lo ha dimostrato. Io per lui non conto nulla, invece lui per me conta molto.
Ad un certo punto il cellulare di Andrea iniziò a suonare. Lei lo prese e si allontanò da me
Andrea : Mr Grey..............ok, quindi cosa le riferisco................va bene
Lei riattaccò e poi mi venne vicino
Andrea : tuo padre mi ha detto che adesso ha una cosa urgente da svolgere,  ma cercherà di stare qui il prima possibile
Già per me non c'è mai tempo!  Io sono sempre l'ultima ruota del carro, io per lui sono la figlia di serie B, io non valgo niente nel suo cuore, sono meno di zero. Mi alzai dalla sedia e uscì da quella stanza, tornai nell'ufficio di mio padre e presi il mio cellulare dalla borsa, cercai nella rubrica il numero di mamma e la chiamai.
Lucrezia : Diana, che succede ?
Chiese mia mamma allarmata.
Diana / Catherine: mamma, posso tornare a casa ?
Chiesi singhiozzando,
Lucrezia : certo tesoro. Ma perché vuoi tornare? Che cosa è successo ?
Diana / Catherine: te lo posso raccontare quando torno in Svezia?
Lucrezia : sì, ma dimmi tesoro...stai bene ?
Diana / Catherine: si... a dopo
Riattaccai preso la borsa e uscì da quel maledetto ufficio. Passai difronte a tutte le collaboratrici di mio padre senza degnarle di uno sguardo e chiamai l'ascensore. Le porte si aprirono e io entrai, schiacciai il pulsante zero. E le porte si richiusero. Quando esso arrivò al primo piano, uscì dall'ascensore e poi dall'azienda. Per fortuna che stava passando un taxi così allungai il passo e gli feci il segno di stop. Esso si fermò ed entrai.
Diana / Catherine: all'Escala
Autista : certo signorina
Il viaggio fu lungo e doloroso. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era al dolore, mi sentivo tradita da mio padre. Come può un genitore non amare il proprio figlio ? Come ? I genitori dovrebbero proteggere e amare i propri piccoli, eppure per me ci sono sempre stati mia mamma e Daniel. Lui non se n'è mai fregato di me, io per lui sono invisibile, sono una nullità. Lo odio, lo odio e lo odio.
Autista : signorina siamo arrivati
Diana / Catherine: quanto ti devo ?
Autista : venti dollari
Glieli diedi in mano e poi scesi dall'auto.
Trovai i pompieri e la polizia difronte all'Escala. Ma cosa diamine succede qui ? Mi avvicinai ad un poliziotto e gli toccai la spalla per farlo girare. Lui si girò e mi disse
Poliziotto : cosa posso fare per te ?
Diana / Catherine: cosa è successo qui ?
Poliziotto: c'è stato un cortocircuito ed è scattato un incendio ma nessun appartamento è stato bruciato
Io annuì e poi gli chiesi
Diana / Catherine: per caso hai visto Christian Grey?
Poliziotto : no, mi dispiace, ma vedi se è tornato nel suo appartamento
Io annuì e lo ringraziai. Entrai nell'Escala e presi l'ascensore. Quando esso arrivò entrai a casa ma non trovai nessuno. La casa era vuota. Non sapendo cosa fosse successo lo chiamai, ma lui rifiutò la chiamata. Bene, non mi vuole neanche sentire. Andai nella camera in cui ho dormito e presi i vestiti, le scarpe, gli accessori i trucchi, i pantaloni, le maglie i profumi e li rimisi nelle valigie. Le presi e una ad una le scesi dalle scale. Poi le caricai sull'ascensore e premetti lo zero. Quando arrivai al primo piano ripresi le valigie e uscì. Aspettai per ben cinque minuti l'arrivo di un taxi, ma esso non arrivò. Sbuffai per ben cinque volte, mi misi a braccia conserte ad aspettare.
Me l'aveva detto Daniel che non ci dovevo venire ! Ma io non l'ho ascoltato. Perché devo sempre fare di testa mia ! Perché mi complico sempre la vita? Perché ?
Perché sono nata ? Perché devo sempre e solo soffrire ? Voglio morire ! Voglio uccidermi! Non voglio più soffrire.
Iniziai a singhiozzare e per la seconda volta in un giorno e mi iniziarono a scendere le lacrime, proprio in quel momento arrivò il taxi.
L'uomo scese e mi aiutò a caricare le valigie nel portabagagli. Poi salimmo in auto e questo mi chiese
Autista : dove la porto?
Diana / Catherine: in aeroporto
Lui annuì e partimmo subito.
Mi asciugai le lacrime e cercai di non pensare a tutto ciò che era successo ma fu inutile. Mi ritrovai a piangere in un auto di uno sconosciuto. Ero inconsolabile. Più cercavo di calmarmi e più piangevo.
Tutto quest'odio da parte sua non me lo sarei mai aspettata. Io credevo che mi volesse bene. Ma a quanto pare io non valgo nulla. Per lui sono pari a niente. E tutto ciò mi fa male perché io ho cercato di fargli capire quanto gli voglio bene, per anni ho cercato di comprenderlo e perdonarlo, ma a lui non sembra interessare. Come pegno del bene che io provo per lui gli ho ridato anche la moglie perché mi dispiaceva vederlo soffrire, eppure non è valso a niente, grazie a me Taylor ha ritrovato i suoi figli, e sempre grazie a me lui ha di nuovo la sua azienda.
Ma a lui non importa. Se ne frega di me. E io intanto soffro come un cane.
Autista : Dio Mio Salvaci !
Urlò l'autista e poi non vidi più nulla. Vedevo tutto buio. Era tutto nero.

50 sfumature di Diana GreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora