Capitolo 60

316 14 0
                                    

POV DI CHRISTIAN

Entrambi si guardarono e poi puntarono il loro sguardo su di me
Barney: sì Mr Grey, l'abbiamo rintracciata
Menomale. Che sollievo ! Almeno so dove posso trovarla. Però, il peggio non è ancora passato. Cerco di calmare la mia felicità e mi ricompongo.
Christian : bene, andiamo da lei
Uscì dall'ufficio insieme a Barney e Taylor . Andai verso l'ascensore, lo chiamai e aspettai il suo arrivo.
Andrea : Mr Grey, tra dieci minuti c'è la riunione d'affari con Mr Dawson...... Per l'azienda questo meeting è molto importante...
Mi girai e trovai difronte a me Andrea. Dal suo tono notai che aveva paura per l'azienda. Molto probabilmente è preoccupata di perdere il suo lavoro. Ma adesso ho imparato la lezione. Non mi fiderò mai più degli sconosciuti.
Christian : devo risolvere una questione molto importante
La liquidai e poi mi girai verso l'ascensore, esso si aprì rivelando la fuggitiva.
Costei se ne stava tutta tranquilla a osservare lo schermo del suo cellulare e sorrideva.
Finalmente, dopo tutta quell'ansia e quella paura, mi rilassai. Diana era sana e salva, menomale. Mi ha fatto prendere dieci infarti questa mattina solo al pensiero che le fosse accaduto qualcosa. Mio Dio ! Che paura che mi era venuta ! Tremavo al solo pensiero di trovarla svenuta, o peggio ancora, senza vita. Devo davvero ringraziare Dio dato che non le è successo niente. In quel momento tutta la rabbia e l'ansia che avevo accumulato prima uscì fuori.
Christian : io e te signorina dobbiamo parlare
Lei alzò lo sguardo, mi osservò, e poi, con nonchalance uscì dall'ascensore e andò nel mio studio.
Christian : Barney, puoi tornare al tuo lavoro
Pronunciai i miei ordini con una freddezza glaciale. Ma non mi importava, ero troppo arrabbiato con lei. Non mi riuscivo neanche a controllare. Tutti i miei dipendenti tornarono alle loro mansioni con il capo chino. Bene. Loro li ho rimesso in riga, ora vediamo se riuscirò a fare la stessa cosa con mia figlia. Osservai ognuno dei miei dipendenti con sguardo freddo e distaccato e poi me ne tornai in ufficio dove mi aspetta una lunga battaglia.
Entrai sbattendo la porta. Questo gesto di rabbia fece sussultare Diana, ma costei si ricompose così tanto in fretta che quando fui difronte a lei non riuscì a vedere nessun sentimento nei suoi occhi. Negli occhi di entrambi c'era solo rabbia e freddezza.
Christian : chi ti ha dato il permesso di uscire con Elena ? Quando l'ho cacciata dall'azienda pensavo di essere stato chiaro. Pensavo che tu avevi capito il motivo per cui l'ho allontanata. Infatti, le avevo detto che doveva stare lontana dalla mia famiglia, e tu che fai ? Scappi con lei !
Le urlai contro, ma non le importò  più di tanto. Mi guardava con un tono di sfida è disapprovazione, poi scosse la testa, accavallò le gambe e incrociò le braccia, puntò i suoi occhi grigi nei miei e mi con un sorriso sarcastico mi disse
Diana / Catherine: numero uno: tu, non mi hai detto che dovevo starle lontano, ma anche se lo avessi fatto non ti avrei dato ascolto, numero due: io ho diciotto anni, sono maggiorenne, e perciò posso fare ciò che voglio
Disse sorridendo beffardamente.
Io la guardai truce e poi le risposi
Christian : che peccato che in America si diventa maggiorenni a ventuno anni e non a diciotto
Mi fermai e poi le rivolsi un sorriso glaciale
Christian : e inoltre sono tuo padre, ho il pieno diritto di sapere dove vai e con chi sei
Mi sedetti sulla mia sedia bianca di pelle e per la frustrazione passai svariate volte le mani nei capelli, sbuffai e poi volsi lo sguardo verso mia figlia. La trovai un' altra volta a smanettare con quel dannato telefono.
Christian : chi è la persona con cui messaggi ?
Lei alzò lo sguardo e mi squadrò guardandomi interrogativa. Poi alzò un sopracciglio e scosse per la seconda volta la testa.
Diana / Catherine: mio "cugino" Dylan e William
Dylan ? Chi è questo tizio ? Mi sono informato sulla famiglia in cui sarebbe cresciuta mia figlia e ho fatto anche delle ricerche su internet sulla famiglia reale e questo Dylan non c'era.
Diana / Catherine: Dylan è il nipote di Birgitta di Svezia, costei è la sorella di Carlo Gustavo
Christian : quel Dylan, però non è tuo cugino
Non so perché però mi dà molto fastidio che lei lo chiama cugino.
Diana di tutta risposta alzò le spalle
Diana / Catherine: è un nome affettivo che ci siamo dati
Annuì e distolsi lo sguardo da lei. Mio Dio ! Mi dà fastidio che lei lo chiama cugino, mi fa innervosire che quando parla della famiglia reale le brillano gli occhi, si vede lontano un miglio che lei è molto affezionata a loro.
Christian : sembri molto affezionata a loro
Questo pensiero che dovevo tenere per me mi uscì dalla bocca senza che me ne accorgessi.
Diana / Catherine: sì, loro mi vogliono bene, in questi quattro anni mi sono affezionata tantissimo alla famiglia reale svedese
Nella testa mi rimbombò quell'ultima parte di frase che lei pronunciò " Mi sono affezionata tantissimo alla famiglia reale svedese". Proprio per questo mi venne in mente una cosa
Christian : tu gli vuoi bene ?
Diana / Catherine: sì, è ovvio, per ben quattro anni mi hanno fatto da famiglia
" Ben ti sta Grey, ora soffri in silenzio" mi ricordò la mia coscienza, che poi aggiunse " e ora non fare l'addolorato perché sapevi a cosa saresti andato incontro, eppure non hai mosso un dito. Ogni volta che dovevi fare qualcosa per Diana non ti sei mai mosso, eppure, quando i tuoi figli non si ritrovavano hai mosso mari e monti"
È vero, per lei non ho mai fatto niente eppure pretendo di sapere con chi va, che fa. La voglio controllare nonostante io per lei non ho mai fatto niente, invece lei ha fatto tanto per me: mi ha ridato mia moglie, poi i miei figli e mi ha restituito l'azienda.
Inoltre, mi chiama anche "papà" nonostante io non sono degno di essere chiamato in quel modo. L'ho fatta soffrire in tutti i modi possibili eppure mi ha perdonato, e poi quando mi chiama papà mi si riempie il cuore di gioia. Adoro il suo tono dolce e amorevole mentre pronuncia quella parola, ogni volta che mi chiama in quel modo mi sento in paradiso.
Diana / Catherine: alla fine li hai adottati quei bambini che hanno vissuto con Ana ?
Christian : li andremo a prendere oggi verso le undici
Lei annuì e poi guardò l'orologio che aveva al polso, lo osservò accigliata e poi mi disse
Diana / Catherine: mi sa tanto che dovrai rimandare ad un'altro giorno perché adesso sono le 12:20
Oh cazzo ! Mi sono completamente scordato che oggi dovevo andarci ! Cazzo! Cazzo! Cazzo! Ana sarà furiosa. Presi il cellulare e composi velocemente il suo numero, mia moglie rispose dopo il secondo squillo
Anastasia: Christian
Christian : tesoro, mi dispiace, mi sono completamente scordato che oggi dovevamo andare dall'assistente sociale.....perdonami
Dissi il tutto con rammarico
Anastasia: Christian, non ci sono andata neanche io perché l'assistente sociale mi ha chiamato e mi ha detto che quei bambini erano stati sottratti ai loro genitori e che questi li rivogliono
Dal suo tono di voce si sentiva che stava cercando di trattenere le lacrime. Il suo dolore era palpabile, lei si era affezionata tantissimo a quei bambini, e da ciò che mi ha raccontato, ho appreso che lei si era aggrappata all'idea di crescere quei piccoli, per lei loro erano la sua ancora di salvezza e adesso non li vedrà più.
Christian : amore, mi dispiace tantissimo....facciamo una cosa, io ti aspetto a casa
Mi alzai dalla sedia, presi la giacca, e misi tutti i fogli che mi servivano per lavorare dentro la ventiquattrore, poi, preso la custodia del computer e ci misi dentro in PC.
Anastasia: no, non ti preoccupare, io sto bene....pensa all'azienda, adesso ha tanto bisogno di te perché si deve rimettere in sesto
Christian : ma che dici ! Tu sei molto più importante della mia azienda, se le succedesse qualcosa mi dispiacerebbe...me se succederebbe qualcosa a te, ne morirei, non riuscirei a sopportarlo
Sarebbe un dolore atroce perderla per la seconda volta, non potrei sopportarlo, preferirei morire io al suo posto.
Christian : Ana, torno a casa
Dissi deciso
Anastasia : no, devi rimanere in azienda
Christian : non ti preoccupare Ana, in azienda ci sono Andrea e gli altri, inoltre qui rimarrà anche Diana, siamo in buone mani... a tra poco
Riattaccai e poi alzai lo sguardo. Diana mi guardava con uno sguardo scioccato
Diana / Catherine: io non so nulla di aziende ! Come faccio a controllare che il tutto venga svolto correttamente ?
La sua faccia sconvolta mi strappo un sorriso.
Christian : tesoro, in pochi mesi hai fatto uscire la Svezia dalla crisi economia. Quel paese è ricchissimo e inoltre è una potenza mondiale. E tutto ciò lo devono a te, quindi, sono sicuro che riuscirai a dirigere un'azienda solo per un giorno
Le diedi un bacio e poi uscì dall'ufficio. Chiami Taylor e gli dissi di aspettarmi in macchina, poi parlai ad Andrea e le dissi che per questo giorno mia figlia sarebbe stata il capo e inoltre, la raccomandai di seguirla e aiutarla.
Presi l'ascensore e poi andai verso il garage, lì trovai Taylor che mi aspettava, entrai nella macchina e partimmo per l'Escala. Quando arrivammo trovai il palazzo in fiamme e iniziai a temere il peggio.

50 sfumature di Diana GreyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora