Settembre 2010

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Piove. Il cielo di Londra è più grigio che mai, ma io sono entusiasta come se fuori splendesse il sole. È il mio primo giorno di lavoro e nemmeno la pioggia - che di solito mi rende di cattivo umore - può rovinare questa giornata. Esco presto da casa di Rob e Cecily, amici di famiglia che mi ospitano in attesa che trovi un alloggio tutto per me. Prendo la metropolitana e ripenso ai numerosi scambi di mail tra me e Bill, il mio nuovo capo. I concorrenti sono già stati scelti, sono divisi in quattro categorie... Tiro fuori il mio iPhone - regalo di mamma e papà per la nuova avventura - e controllo l'indirizzo degli studi. Sono in anticipo. Rallento il passo e cerco di fare ordine nella mia testa: è il mio primo lavoro, ma sono sempre stata una brava studentessa, precisa e ordinata, anche se il mio aspetto potrebbe suggerire altro. 

Ad accogliermi nella hall c'è Becca, una ragazza dai capelli biondo platino, una cicca in bocca e un vistoso neo sulla guancia. "Buongiorno sono Olivia Fisher", dico con uno dei miei sorrisi più convincenti. Di tutta risposta Becca solleva lo sguardo dal Sudoku che sta facendo, mi allunga un pass con il mio nome e la mia foto: "Prendi l'ascensore e vai al quarto piano, lì chiedi di Bill". Mentre l'ascensore sale al quarto piano controllo nello specchio il mio aspetto: i capelli scuri sono raccolti in una treccia spettinata, gli occhi verdi sono valorizzati dalla matita nera e dal mascara. I pantaloni neri sono leggermente umidi per la pioggia, sotto la giacchetta di pelle indosso un maglioncino nero. Al collo porto la vistosa collana di metallo che i miei genitori mi hanno regalato per il mio diciottesimo compleanno. È una delle mie preferite della mia vasta collezione di collane, ma è anche un modo per sentire i miei genitori presenti in un giorno così speciale. Le scarpe stringate sono zuppe, ma cerco di non farci troppo caso. Sposto gli occhiali in testa (alla fine li uso più per bellezza che per altro) e controllo che i tatuaggi non siano troppo in bella vista. Sono sicura che in questo posto nessuno mi giudicherà per i miei tatuaggi... o almeno lo spero. Davanti all'ascensore c'è un uomo alto e allampanato con tanti capelli grigi spettinati e un sorriso contagioso: "Ciao sono Bill, e tu devi essere Olivia", dice allungandomi la mano. "Olly", rispondo ricambiando la stretta di mano. È vestito con un paio di jeans e una maglietta bianca stropicciata: sembra più un elettricista che il responsabile di uno dei talent show più famosi al mondo. Ma il suo aspetto mi tranquillizza subito. Bill non è uno che ama perdere tempo e così mi porta subito a fare il giro degli studi, presentandomi tante persone e spiegandomi il suo lavoro. È difficile dire cosa faccia Bill, qualsiasi descrizione mi sembra riduttiva: Bill è quello che fa sì che tutto vada bene. Una sorta di factotum e direttore d'orchestra allo stesso tempo. Ha molti assistenti che si occupano dei concorrenti per far sì che siano sempre pronti quando devono salire sul palco. "Come ti dicevo per mail i concorrenti di quest anno sono già stati scelti. In estate abbiamo fatto le selezioni, bootcamp e homevisit. Ora si parte con i Live", mi spiega convinto che io sappia di cosa sta parlando. Un po' mi sono informata ma mi rendo conto che avrei dovuto studiare di più o almeno chiedere a Ellie e alla nostra vicina di casa a Dublino che è una fan di Leona Lewis. Ma Bill è troppo impegnato per badare alle mie espressioni interrogative: "Tu sarai una delle mie assistenti. Il tuo compito sarà quello di seguire la categoria dei Gruppi, non solo durante la settimana quando facciamo le prove, ma anche durante le puntate serali. Dovrai verificare che siano pronti - dalla testa ai piedi - prima di salire sul palco. E dettare i loro ritmi e spostamenti. Manca un mese prima dell'inizio del programma. Avrai tempo per capire di costa sto parlando", conclude facendomi l'occhiolino. Bill mi mostra la mia postazione di lavoro: una piccola scrivania in un grosso open space, dove trovo un iPad - "Qui è dove condividiamo tutta la programmazione" - un blocco per gli appunti, penne, matite e un paio di auricolari per restare sempre collegata a Bill e al resto della troupe. La mattinata scorre veloce, verso l'ora di pranzo Bill mi congeda e mi dà appuntamento a domani mattina. Mi annuncia che domani conoscerò i gruppi e il resto dei concorrenti. 

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