Aprile 2015

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Mancano solo due concerti alla fine della prima parte del tour. Poi Harry e i ragazzi torneranno a casa per riposare un paio di mesi prima di ripartire per le tappe in Europa e in Nord America. Non vedo l'ora di vederlo e di passare un po' di tempo con lui: le ultime settimane sono state molto difficili per loro con l'addio di Zayn in pieno tour. Nelle nostre numerose telefonate Harry non mi ha voluto dire molto, ma era evidente il suo dispiacere. Più volte mi ha detto di non capire fino in fondo la decisione di Zayn. Anche Niall ha usato più o meno le stesse parole. Credo che un po' si sentano traditi dal loro amico.

Sono ufficio quando sento squillare il telefono. È mia madre. "Ciao mamma, tutto bene?". Dall'altra parte sento uno strano silenzio rotto solo dai singhiozzi di mia madre. "Mamma cosa succede?", lei continua a non rispondere e io entro subito nel panico. "Si tratta di papà?". 

"Sì", dice mia mamma con la voce rotta dal pianto. "Ha avuto una ricaduta".

Non mi ci vuole molto per prenotare il primo volo per Dublino. Corro a casa e faccio velocemente la valigia. Lascio un messaggio a Jessie spiegandole cosa è successo e avvisandola che non so quando farò ritorno a Londra. Devo stare vicino a mia mamma, ha bisogno di me. Ci siamo già passate e insieme ce l'abbiamo fatta una volta, possiamo farcela ancora.

Mentre il taxi corre verso l'aeroporto chiamo Harry. Ho bisogno di sentire la sua voce. In realtà avrei bisogno di un suo abbraccio, di sentire il suo profumo avvolgermi. Ho bisogno di lui come non ne ho mai avuto. Ma so che è impossibile in questo momento. Sono così agitata che non ricordo nemmeno in quale parte del mondo si trova. Il telefono continua a squillare ma lui non risponde. Decido di lasciare un messaggio in segreteria telefonica. "Ciao Harry. Sono io", la mia voce trema. "Sto partendo per Dublino, mio padre sta male. È stato ricoverato in ospedale. Non so quando tornerò a Londra... questo vuol dire che non so quando ci vedremo...", sto per scoppiare a piangere, ma cerco di resistere per non farlo preoccupare troppo. "Ti prego appena puoi chiamami, ho bisogno di sentire la tua voce. Ho bisogno di te".

Il volo tra Londra e Dublino non mi è mai sembrato così lungo. Appena l'aereo atterra accendo il cellulare e trovo un messaggio in segreteria. So già che si tratta di Harry. Aspetto di scendere dall'aereo per ascoltarlo. Mentre mi incammino verso l'uscita dell'aeroporto per prendere un taxi e precipitarmi in ospedale, mi fermo su una panchina e ascolto il messaggio. "Olivia", il suono della sua voce riesce subito a tranquillizzarmi. "Se potessi volare, starei già tornando a casa da te. Posso rinunciare a tutto, basta che tu me lo chieda. Chiamami. Ti amo". Le sue parole sono come un balsamo per il mio cuore. 

Provo a richiamarlo subito, ma ancora una volta parte la segreteria telefonica. Gli lascio un nuovo messaggio: "Non fare pazzie, tra pochi giorni torni a casa. Appena capisco come stanno le cose ti chiamo. Ti amo anche io". Guardo fuori dal finestrino del taxi: per la prima volta ho paura di tornare a casa.

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