Novembre 2014

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Sono giorni che evito i messaggi e le chiamate di Harry. "Dove sei?, "Che fine hai fatto?", "Perché non rispondi?, "Ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare?", queste sono le domande più ricorrenti. Ma ho deciso di non rispondere. Harry mi manca terribilmente, ma credo di aver preso la decisione giusta. Sono stata davvero una stupida a pensare che tra noi poteva funzionare. So che Juliet non mi ha detto quelle cose in buona fede, ma mi ha aperto gli occhi. È stato meglio lasciarci adesso prima che fosse troppo tardi. Jessie dice che mi sono creata questo mantra per autoconvincermi di aver fatto la scelta giusta. Per ora il mantra funziona.

Sono riuscita anche a evitare di andare alla puntata di X Factor in cui hanno cantato "Steal My Girl", per presentare il nuovo disco "Four", nonostante Niall mi avesse chiesto di andare. Mi sono imposta di non ascoltare il disco, che ovviamente mi è stato recapitato a casa come ormai tradizione. Non so se ci sono canzoni che parlano di noi, ma non voglio rischiare di ascoltare qualcosa che potrebbe far vacillare le mie convinzioni.

****

Verso un po' di caffè nella tazza e ascolto senza troppa attenzione le conversazioni dei miei colleghi nell'area relax.

"Olivia sei qui?", dice Abigail affacciandosi dalla porta.

"Sì, che succede?", chiedo.

"C'è un tizio al telefono che ha chiesto di te, ha detto che è urgente".

Subito i miei pensieri corrono a mio padre: sarà successo qualcosa di grave? Mi alzo di scatto e corro verso la mia postazione: "Pronto?", chiedo titubante.

"Ma cosa cazzo è successo? Sono settimane che mi ignori, sei scappata da quella festa di merda come una ladra. Posso sapere cosa ho fatto?". Non c'è bisogno di presentazioni, la voce di Harry arriva come un pugno nello stomaco.

"Harry, sono al lavoro non è il momento più opportuno...", cerco di dire.

"Non me ne fotte un cazzo del momento opportuno. Vuoi che venga lì in ufficio a fare una scenata? Devi dirmi cosa è successo. Questa volta non ti faccio scappare senza spiegazioni", continua a urlare. So che se chiudessi la telefonata me lo ritroverei qui in ufficio nel giro di mezz'ora.

"Va bene. Posso chiederti di chiamarmi sul cellulare tra 10 minuti?".

"Basta che rispondi", sbuffa sbattendo giù il telefono.

Prendo il cappotto e avviso Abigail che salgo in terrazza a fare una breve pausa. Mentre aspetto che Harry mi richiami, lascio che l'aria gelida di Londra rinfreschi il mio viso. Il telefono inizia a squillare e dopo poco inizio a raccontare a Harry della mia "piacevole" conversazione con Juliet alla festa di Halloween.

"Tu mi stai dicendo che mi hai lasciato lì a una festa e non mi consideri da giorni per le parole di quell'arpia?".

"Harry... ok è una stronza, sono d'accordo. Ma a ragione è ovvio che tu ti stancherai di me e io ne soffrirò. Ho solo accelerato le cose".

"Olly io non ti capisco sono anni che lottiamo e cerchiamo di trovare un modo per stare insieme, tra alti e bassi, e ora che ci stiamo riuscendo getti la spugna. Perché? Io non so se tra un anno, cinque anni o dieci anni saremo ancora insieme. E non mi importa. Io voglio stare con te adesso. La verità è che non ti fidi di me". Le sue parole sono un colpo basso e toccano il mio punto più vulnerabile. Non so cosa rispondere. "Sbaglio?", insiste Harry.

"Io mi fido di te Harry, ma mi sembra così assurdo che tu...".

Non faccio tempo a finire di parlare che Harry mi interrompe: "Senti Olivia, facciamo così. Ti chiedo di darmi due occasioni per dimostrati che sbagli. Vieni alla finale di X Factor e poi ti darò il mio regalo di Natale. Se dopo avrai ancora dei dubbi su di noi, ti lascerò andare. Ma non usare scuse. Ok?". Il suo tono è così risoluto che non ho il coraggio di obiettare.

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