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Capitolo trentuno

Mi rigirai nel letto,sentendo dei dolorosi crampi allo stomaco.Scostai riluttante le coperte e mi sporsi per vedere l'orario,mi meravigliai quando vidi che erano solo le cinque di mattina.

Sbuffai alzandomi e dirigendomi in bagno,dove notai che mi era venuto il ciclo.Borbottai tra me e me qualcosa di incomprensibile ed aprì il cassetto vicino lo specchio,mi alzai sulle punte e presi un assorbente.

Tornai a letto poco dopo e strabuzzai gli occhi quando vidi al fianco del cuscino una confezione regalo ed un bigliettino.
Sorrisi istintivamente,e rigirai tra le mani il pezzo di carta, leggendolo subito dopo:

..So che ho bisogno di te
non ho mai saputo fingere
ti sento vicina
e il respiro non mente
in tanto dolore niente di sbagliato
niente,niente
siamo nella stessa lacrima..

Una lacrima rigò la mia guancia,quelle parole sembravano esser una vera e propria dichiarazione.Girai il bigliettino e rimasi delusa nel notare che non c'era scritto il nome del mittente.Ma forse da un lato questo strato di mistero non mi dispiaceva,potevo così fingere che quelle parole fossero di Andreas.

Rimasi totalmente stupefatta quando, aprendo il regalo,mi accorsi che era un'I-phone 6S e che, come blocco schermo aveva la foto di me durante il mio primo casting.
Un dolce sorriso si formò sulle mie labbra.
Mi stesi sul letto a pancia in giù,ed iniziai ad istallare tutte le applicazioni a me necessarie.
Girovagai un po sui social e controllando il profilo di Amy un senso di nostalgia mi invase quando vidi che non perdeva occasione per condividere i video delle mie esibizioni.Misi mi piace e le scrissi in bacheca: 'Always in my heart,sister'

Avevo più di cinquanta richieste di amicizia,alcune dei ragazzi ed altre di persone che non conoscevo.Purtroppo non mi era più possibile accettare,per via che avevo raggiunto il numero massimo di amici,e così ne eliminai qualcuno in modo da poter aver i ragazzi.

Un sorriso meravigliato si formò sulle mie labbra quando scorsi un nome famigliare: Andreas Wilkins Müller.
Accettai velocemente e girovagai sul suo profilo,vidi che aveva pubblicato un post con una canzone: Luce-Elisa.

Lo ignorai e bloccai il cellulare, alzandomi controvoglia.Infilai le pantofole zebrate e,senza far rumore, apri la porta, dirigendomi nella 302.
Avevo bisogno di una tachipirina.

Mi fermai davanti la porta e bussai insistentemente,finché non mi venne ad aprire Michele.«Jen che succede?»

«Buongiorno,c'è Alessio?»Chiesi garbata, infondo non riuscivo a portargli il muso

«Certo,entra.»Mi sorrise,lasciandomi entrare.

Vagai un po' con lo sguardo e vidi Ale dormire sulla poltrona in pelle.Era avvolto solo nei boxer,e a quella visione le mie guance si dipinsero di un roseo intenso.

«Ale ha dormito qui?»Chiesi a Michele, che annuì sorridendo sghembo.«Cos'è successo ieri sera?»

«Quel che accade nella 302,rimane nella 302.»Mi disse scherzosamente, scompigliandomi i capelli legati in una crocchia disordinata.«Alessio è fuori comunque.»

Annuì ringraziandolo e mi avviai sul terrazzo.Rimasi totalmente paralizzata quando scorsi in lontananza due figure intente a fumare.Mi avvicinai curiosa,e, quando notai una mano fasciata, trattieni il respiro.
Era Andreas.

«Alessio.»Chiamai con voce flebile il ragazzo,facendo voltare entrambi.Gli occhi di Andreas si posarono sul mio corpo coperto da una canotta leggera ed un pantalone della tuta.

«Jen,che succede?»Mi chiese il ragazzo in questione,gettando il mozzicone di sigaretta.Andreas invece distolse lo sguardo,continuando a fumare.

«Avrei bisogno di una tachipirina.»

«Stanno nel mobile del bagno,stai male?»Mi chiese ed io repressi l'istinto di urlare che stavo soffrendo....scossi il capo e gli sorrisi.

Mi diressi in bagno e mi alzai sulle punte per poter prendere i medicinali.Una mano oscurò la mia visuale,riconobbi i tatuaggi e mi voltai titubante.

«Grazie.»Sussurrai ad Andreas, prendendo dalle sue mani la bustina.

«Prego.»Mi rispose lui,e mi accorsi solo in quel momento che il suono della sua voce mi stava letteralmente uccidendo.

Rimanemmo un po così,con gli sguardi incastrati e i cuori a mille.Allungò titubante la mano verso di me e mi sfiorò dolcemente il viso con il palmo della mano e per un attimo tremai:il mondo era diventato più leggero.

**
«Quindi lui è qui?»Mi chiese Chiara, quando raccontai sia a lei che ad Elodie il nostro incontro.

Annuì,portandomi una mano sulla pancia,non ero certa di poter reggere una lezione con la Peparini al momento.«Non so come faccia a ballare,in quelle condizioni.»

«Ma magari non balla,forse la redazione ha chiesto la sua presenza per la registrazione di domani.» Propose Elodie.

«Comunque ragiona,Andreas appare e con lui anche un I-phone 6S nuovo di zecca.»Scherzò Chiara.

«Sono certa che sia lui.»Proseguì Elodie,ma io non ne ero tanto certa: loro non erano a conoscenza del mio spasimante segreto che si diverte a baciarmi di nascosto.E se fosse stato lui?

Rimanemmo un altro po' a parlare e poi le salutai,dirigendomi in aula sei.
Entrai e vidi Veronica chiacchierare con Simone e Martina.

«Buongiorno.»Annunciai sorridente, poggiando il borsone sulla sedia.

«Giorno Jen.»Mi dissero all'unisono, continuando il loro discorso.Io ne approfittai per riscaldarmi.Era passata un'ora dalla lezione con Garrison e mi sentivo un pezzo di ghiaccio.

«Allora.»Disse ad un tratto la maestra, catturando la mia attenzione.«Tu mi hai chiesto una coreografia ed io te l'ho fatta.»Mi disse sorridente,ed io mi alzai e corsi ad abbracciarla.

Non potevo crederci che aveva preso seriamente in considerazione la mia richiesta.La strinsi forte a me e lei ricambiò la presa, allontanandomi subito dopo.«È un passo a due con Martina.»

Guardai Martina e mimai un grazie anche a lei.«Credevo che avrei ballato anche con Simone.»Dissi,notando che il ragazzo era lì.

«Simone mi serve per il passo a due che mi ha chiesto Andreas.»Mi spiegò sorridente,e poi proseguì.«Troppe richieste, troppe.»Scherzò, facendomi sorridere.

«Su quale canzone?»Mi interessai,e lei mi disse di aspettare in modo da farmela sentire.

«Luce.»Mi spiegò facendola partire,era quella che aveva condiviso.

L'ascoltai attentamente e dovevo ammettere che era tremendamente bella.
Poi accadde tutto così velocemente: quelle parole,quel ritornello.Erano gli stessi versi trascritti sul bigliettino.
Andreas mi aveva fatto quel regalo.

Romeo •Andreas Muller•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora