Capitolo quarantatré
«Alessio La Padula,la pianti?» Brontolai esasperata, strofinandomi gli occhi con il palmo della mano.
«Cosa devo piantare?Le pannocchie?»Scherzò.
Andreas al mio fianco scoppiò a ridere, ed io inevitabilmente mi unii.Era assurda-per non dite inaspettata-la complicità che ci eravamo creati in questo periodo natalizio.A mia insaputa,entrambi gli stralunati della 302 erano venuti a Seattle per capodanno,ed ora eravamo su un treno diretto per Roma.
«*Annare' sultante tu si tale e quale a te voglio ancora che triemm' 'e paura.» Canticchiò Alessio,ed io alzai gli occhi al cielo,era da ormai sedici ore che recitava sempre lo stesso verso di quella canzone.
«*Si stammo dint' 'o scuro alluccaneme 'nfaccia mi ha primma spusa» Si aggregò Andreas, impugnando il cellulare a mo' di microfono.
«Ma come parlate,arabo?»Borbottai a braccia incrociate,detestavo non capire i loro dialetti.
«È definito napoletano,carina.»Mi disse con aria da saputello Alessio.
«E quindi?»
«Lascia faccio io.»Si intromise Andreas, liquidandolo con un gesto della mano.Alessio alzò le spalle e infilò nuovamente le cuffie nelle orecchie. «Ognuno,in base alla cittadina,città o regione in cui vive ha un proprio dialetto.A Roma si parla il romano,ed Alessio vivendo a Napoli parla il napoletano.»
«Come da noi per quanto riguarda l'Inghilterra?Intonazioni e parole diverse?» Chiesi,intontita.
Andreas annuì e mi mostrò il cinque,il quale battei senza ripensamenti.Mi avvicinai di più verso di lui,fino a poggiare le gambe sulle sue ginocchia.
Mi cinse la vita con la mano e iniziò ad accarezzarmi i polpacci,guardando fuori il finestrino.«Andrè tutto apposto?»Chiesi scuotendogli il braccio,per attirare la sua attenzione.
«Stavo solo pensando che si sta così bene lì da te:ognuno pensa per se.
Solo ora mi rendo conto che qui nessuno vive come realmente ho intenzione di fare io!»«E come hai intenzione di vivere?» Chiesi,accarezzandogli il braccio.
«Jen io voglio balla'»Mi rispose ovvio, guardò velocemente Alessio,poi riprese.«È entrato Ale,ed in un attimo ha conquistato tutti,perfino Garrison.E io invece mi devo sentire dire che sono 'raccomandato' solo perché Kledi ha dato una coreografia con più tecnica ad Ale e non a me.»
«Quindi tu mi stai dicendo che ti stai dannando l'anima per Ale?»Chiesi, arricciando il naso.
«Non solo per Ale,tutti lì dentro mi sembrano sicuri di entrare al serale, perfino Michele vuole tentare la prima prova-l'unanimità-ed io?Io invece devo sperare che ad uno dei coach piaccia per avere quella maglia.»Mi spiegò,ed effettivamente il suo discorso non faceva una piaga.
«Guarda che lì dentro solo alcuni di loro possono avere queste certezze,e tra questi ci sei tu.Andreas,non conta cosa vogliono i coach,cosa vuole Garrison, conta ciò che voglio i fan:tu.
Facebook, Instagram,Twitter,non fanno altro che parlare del Ballerino Fabrianese.Senza neanche l'ammissione al serale tu hai già un fan club,un'armata,un fandom intero.»Gli dissi queste parole posando due mani sulle sue guance.
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Romeo •Andreas Muller•
Fanfic«Andreas Muller.»Parlai piano e con le lacrime agli occhi,quando lo vidi sul ciglio della porta. «Jenny William.»Controbatté lui, abbassando il capo in segno di inchino.«Ti dedico Roma.» -Storia iniziata 03 marzo 2016.