Capitolo trenta
Io mi scordo di dimenticarti
sei negli occhi e via da lì non scendi
inseparabili ma separati
come fai,tu lo sai,a restarmi addosso se non ci sei mai?«Allora,che ne dici?»Mi chiese Garrison,quando terminò la canzone che voleva ballassi,si intitolava Occhi profondi.
«La adoro,davvero.»Ammisi.«È un passo a due?»
«No,volevo farti fare un assolo.»Mi spiegò ed esultai ,per quanto amassi le coreografie che mi venivano proposte,mi mancava poter ballare da sola.
«Finalmente.»Esultai,alzandomi da terra.Garrison mi sorrise e si alzò anche lui.
«Voglio che tu in questa coreografia dia il meglio di te,Jen il serale si avvicina.»
Garrison aveva ragione. Io ero lì per ballare e stavo perdendo di vista il motivo principale.
Iniziava un'altra settimana e tutto questo implicava nuove coreografie, nuovi stili,nuovi insegnamenti e nuove critiche.
Implicava anche,per mio malgrado, altri sette giorni senza Andreas.Alessio,che era salito a Faibrano nel week-end,mi aveva detto che si era preso una settimana di pausa a causa della mano dolente.Avevo collegato, quindi,che era per via della pugno che aveva dato giovedì nella mia stanza.
«Il posto al serale deve essere mio.»
«Sono felice di sentirtelo dire,ora iniziamo.»Mi sorrise e ci mettemmo all'opera.
Garrison aveva creato per me una coreografia molto articolata:tecnica, espressione e cuore. La avvertivo come una sfida, era per me una coreografia importante:rifletteva tutto ciò che provavo per Andreas,rifletteva gli incubi che mi venivano a far visita quando lui non era con me. La sua è una mancanza che si avverte, sembra che il mondo diventi un po' più pesante quando lui non è accanto a me, quando la sua mano non mi scompiglia i capelli e le sue labbra non sono sulle mie.
La lezione terminò molto presto, avevamo lavorato solo un'ora o poco più.Salutai il maestro ed andai in saletta,dove vidi Cristiano seduto sul divanetto intento ad ascoltare della musica.
Mi avvicinai e gli tolsi una cuffia dall'orecchio,sorridendo.«Cris.»Lo salutai, sedendomi accanto a lui.
«Jen,non sei andata alla lezione con la Celentano?»Mi domandò,alzando un sopracciglio.«Era una lezione collettiva.»
«Ho lezione dopo,singolarmente.» Spiegai e mi sembrò di vederlo più agitato del normale.«Ti dispiace avermi qui?»
«Ma ti pare.»Sorrise dolcemente, facendo sorridere anche me.«Quindi con Andreas?»
«Con Andreas cosa?»Chiesi confusa.
«Cos'è successo dopo il bacio?»Mi disse,ed io quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.
«Quale bacio scusa?»Gli chiesi,con il batticuore e le mani sudate.
«Quello tra te e Andreas.»Mi rispose ingenuamente.«Svegliati Jen.»Scherzò, scuotendomi leggermente.
«Scusa.»Sorrisi falsamente.«Ma nessuno sa del nostro bacio.»
«Me ne ha parlato Andreas giovedì, dopo che tu sei andata via.»Mi spiegò ingenuamente, giocherellando col cellulare.
Quindi Cristiano era insieme ad Andreas?
«E com'è che siete finiti a parlare di me?»Chiesi,distogliendo per un momento l'attenzione dalla mia missione alla James Bond.
«Perché Michele ha detto che ha problemi con la sua fidanzata,e lui ha esultato dicendo che finalmente ti aveva baciata.Lo vedevo molto preso.»
«Ah,eravate tutti e tre fuori?» Chiesi ancora,non ci stavo capendo più niente.
«Tutti e quattro.»Mi rispose,alzandosi e passandosi i palmi sul pantalone nero della tuta.«Con noi c'era anche Fede.»
«Ti pareva,dove sta Andreas c'è lei.» Borbottai, gelosa.
«Se fossi in te non mi preoccuperei Jen, la vedevo piuttosto azzeccata a Michele.»Mi disse,salutandomi subito dopo per via della lezione con Zerbi.
Sbuffai sonoramente e mi lasciai cadere sul divano,troppe informazioni di lunedì mattina.Decisamente troppe.
Mi sorse nuovamente un dubbio: e se dietro tutto questo si nascondeva Federica e il suo tentativo di riprendersi Andreas?«Jen,stai bene?»Mi chiese Benedetta, scompigliandomi i capelli.
Alzai i capo e vidi sia lei che Elodie intente a fissarmi, annuì ad entrambe e sorrisi.«Avete finito le lezioni?»
«Ultima lezione con Moro.»Sbuffò Elodie,salutandoci subito dopo.
«E tu?»Chiesi a Benedetta,alzandomi dal comodo divano.
«Io ho finito.»Mi sorrise,andando poi incontro a Nick che era appena sbucato dagli spogliatoi.«Ci vediamo in hotel Jen.»Mi salutò, ed io ricambiai, dirigendomi poi a lezione con la Celentano.
**
«Sono la ragazza più felice del mondo.» Esultai,entrando in saletta.Notai tutti i ballerini lì e repressi l'istinto di chiedere se stessero facendo una riunione di condominio.
«Come mai?»Mi chiese Ale,che sedeva accanto ad Alessio e Gabriele.
«Finalmente la Celentano mi ha assegnato una coreografia.»Ammisi contenta,ero piuttosto fiera di me.
«Ahia,Alessio ha una nuova rivale.» Scherzò Emanuele,e per la prima volta mi rivolse un sorriso,che non tardai a ricambiare.
Rimanemmo un po' così a scherzare e per tutto il tempo osservai il continuo confabulare di Michele e Federica.
«Perché non vi unite a noi?»Chiesi ai due, intromettendomi.
«Dobbiamo andare,vero Michele?»Mi rispose Federica,rivolgendo la domanda al ragazzo che,senza proferir parola,si alzò ed andò negli spogliatoi.
«Ascoltami.»Presi coraggio e la bloccai per un braccio,strattonandolo.«Non so a che gioco stai giocando,ma sappi che Andreas deve stare fuori da questa storia.»
«E ci starà.»Cantilenò,sfidandomi con lo sguardo. Si stava tradendo da sola.
La lasciai andare e mi voltai verso Gabriele,Ale e Alessio,che mi guardavano allibiti.Mi sedetti accanto a loro e mi portai una mano tra i capelli.
«Non ti ho mai visto così stronza.»Mi disse Gabriele,ed io scoppiai in una breve e confusa risata.
«Jen che succede con Fede?»Mi domandò Ale ed io alzai le spalle non sapendo cosa dire.
Andreas sarebbe stato fuori da questa storia, con o senza il volere di Federica. Non avrei permesso ne a lei, ne a Michele di immischiarsi nella nostra relazione. A undici anni ho combattuto contro una malattia più grande di me, pochi mesi fa ho preso un aereo e sono venuta in Italia, sola. Non sono debole, non sono piccola, io sono un uragano e per lui mi sarei giocata anche l'ultimo frammento di cuore.
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Romeo •Andreas Muller•
Fanfic«Andreas Muller.»Parlai piano e con le lacrime agli occhi,quando lo vidi sul ciglio della porta. «Jenny William.»Controbatté lui, abbassando il capo in segno di inchino.«Ti dedico Roma.» -Storia iniziata 03 marzo 2016.