26.

3.1K 186 8
                                    

Capitolo ventisei

E' per come mi guardavi,
per i tuoi silenzi seri,
per la voglia che hai di vivere e di lasciarmi fare,
è per quanto mi hai insegnato,
senza averlo mai saputo,
per la voglia che hai di ridere e di sdrammatizzare,
non siamo mai distanti,
insieme andiamo avanti
questo amore non si può fermare,
è congiunzione astrale.

«Buongiorno Jen,finalmente ti vedo raggiante.»Mi salutò Veronica,quando a passo spedito mi avvicinai a lei.

«Sono contenta di aver tolto la medicazione e di poter riprendere a ballare.»Le dissi, sfoderando un gran sorriso.

La mia caviglia si era ripresa prima del previsto,e così non avevo esitato ad  andare a lezione.Avevo anche chiesto ai ragazzi di rivalutare i pezzi della scorsa settimana per la scelta,e per mia sorpresa Chiara,avendo amato il mio passo a due di hip-hop,mi aveva presa in squadra con lei.
Gareggiavamo contro la squadra di Emanuele,che, visto il rancore provato ancora nei miei confronti,aveva con se sia Andreas che Federica.

«Direi di iniziare a ripetere Gravity.» Mi disse sorridente,mandando a chiamare Stefano.

«Io volevo farti una richiesta.»Presi coraggio e parlai piano,intimorita.Mi guardò sorpresa e mi fece cenno di proseguire.«Vorrei che tu mi facessi una coreografia sulle note di Congiunzione Astrale

«E chi avrà questo regalo?»Mi chiese, accarezzandomi il braccio.

«Tra un po' sarà l'anniversario di morte della mia insegnante di danza.Non l'ho mai ringraziata per ciò che ha fatto,e volevo farlo nell'unico modo che lei avrebbe gradito.» Spiegai,lasciandomi sfuggire una lacrima.

Rammentai la prima volta che incontrai Sophia Carton,una donna bellissima e colta,una donna che il solo nome intimoriva.Avevo circa quattro anni ed ero una bimba irascibile e amante della musica, sempre con lo chignon in disordine e le calze rotte.
Non avevamo mai avuto un buon rapporto,lei troppo fiscale ed io troppo scialba e per lei "con i capelli decisamente troppo lunghi". Ma quel giorno, dopo l'operazione, tra gli innumerevoli mazzi di fiori che vi erano sulla mensola dell'ospedale,catturò la mia attenzione una rosa rossa,sola e profumata,con un biglietto vicino: "Cerca di tornar presto,la sala è vuota senza te.
Mrs.Carton."

«Perché proprio questa canzone?»

«È andata via prima che io tornassi in sala. È andata via prima di me, senza sapere che alla fine quelle otto pirouette che prorpio non mi venivano, sono riuscita a farle. Non le ho mai dato la soddisfazione di portare a termine una diagonale senza cadere e senza sbuffare. Mi ha insegnato tanto, alla fine sono riuscita a fare tutto, solo che lei non lo ha mai saputo.»

Veronica mi scrutò, con gli occhi pieni di lacrime. «Mi ricordi tanto me, farò del mio meglio per renderla bella tanto quanto questo ricordo che hai condiviso con me.»

Stefano arrivò poco dopo,così iniziai la mia lezione.Riprovammo la coreografia più e più volte,cambiando qualche passo, stranamente, mi piaceva ancor di più della prima volta.Non avevo ancora il completo dominio sulla mia gamba, temevo ancora di sbagliare qualche passo e farmi male.
Tutto sommato la lezione terminò velocemente,così ne approfittai per riprender fiato prima della lezione con Kledi.

Infilai la felpa dell'Hollister che mi diede Andreas la sera del nostro primo bacio ed uscì fuori per fumarmi una sigaretta.Era ancora giovedì ed io già speravo che questa estenuante settimana terminasse.I miei ritmi quotidiani si erano notevolmente accelerati per poter revisionare, correggere e provare le coreografie per lo speciale di domani.

«Fumare ti rallenta solo.»Mi richiamò una voce alle mie spalle,facendomi voltare.

«Che bravo ragazzo che sei,Michè.»Gli sorrisi,spingendolo scherzosamente.
Con un gesto rapido però sfilò la sigaretta dalle mie dita e la lanciò.

«No,sono stronzo.»Mi prese in giro, cacciandomi la lingua.

«Ah guarda,concordo.»Alzai le mani in aria,sorridendogli.Erano un po' di giorni che lo notavo distante da noi così, visto il momento di intimità, decisi di approfittarne.«Tutto bene?»

«Domanda di riserva?»Mi disse amaramente, ammiccando un sorriso.

«Vuoi parlarne?»

«Non ora,altrimenti,mi conosco,non riuscirò a combinare più niente.» Sorrise tristemente,ed io gli accarezzai un braccio per confortarlo. «Stasera ci vediamo nella 302?Nick ha insisto per vedersi un film.»

«Che 302 sia.»Lo assecondai,e dopo lo salutai,andando nella sala quattro per la lezione con Kledi.

In realtà ero molto preoccupata all'idea di trovarmi nella stessa stanza con Ale e Andreas.In questi ultimi giorni avevo cercato di evitare entrambi, ma ancora una volta avevo capito che da ciò che si ha dentro, ovunque si vada, non ci si allontana mai del tutto. Ale era sempre a lezione accanto a me ed Andreas era perennemente nei miei pensieri.

**
«Quindi,ricapitolando,sei contenta di questa coreografia?»Mi disse Kledi,ed io annuì estasiata.

Dato che Gabriele aveva già ballato Io volevo te,mi aveva proposto un'altra comparata con Federica.Più che della coreografia,ero contenta della sfidante.
Era un passo a quattro con Martina, Elena e Klaudia e si incentrava su una tematica molto importante:la violenza sulle donne.

«Come canzone io avevo in mente Io di te non ho paura.»Mi disse e le lacrime si formarono intorno alla mia pupilla azzurra.«Ho toccato un tasto dolente?»

«Si,un po'.»Parlai piano,asciugandomi le lacrime. Elena, che era appena entrata in sala,mi cinse le spalle con un braccio.

«Allora credo che questa coreografia diventerà il tuo cavallo di battaglia.»Mi sorrise.

Dopo tanto tempo, per la prima volta, mi persi ad osservare il mio corpo muoversi. Ci ho messo una vita intera ad accettare i tanti difetti che ho. Ci ho messo una vita intera a capire che a me probabilmente tante coreografie non verranno mai bene, perché sono umana, perché ho carne e cuore. Non sono una macchina. E si, ci ho messo una vita intera ad amarmi e a cercare di non avere paura. Una vita intera:la mia.

«Se balli così anche tutte le altre coreografie Jen,avrai il mio si per il serale.»Mi sorrise,ed io istintivamente corsi ad abbracciarlo.

«Grazie,davvero.»Gli sussurrai, sciogliendo quel momento di intimità.

La riprovammo un'ultima volta e poi salutai tutti,avevo l'ultima lezione con la Celentano che mi aveva già avvisato di portare le punte e le mezze perche avremmo fatto la sbarra ed il centro.

«Hai terminato?»Mi chiese Benedetta quando entrai in sala relax.

«Si,finalmente.»Sbuffai,buttandomi a peso morto sul divano.«Tu?»

«Mi manca solo la lezione con la Titova e poi sono libera.»Spiegò, scompigliandomi i capelli.«Stasera ci sei?»

«Si,credo che ora vado in albergo, devo lavarmi anche i capelli.»

«Oh,se fossi in te ci andrei ed anche molto velocemente.»Borbottò, torturandosi le mani.

«Perché?»

«Andreas e Federica hanno da poco lasciato gli studi insieme.»Mi spiegò, con un espressione disgustata.

Rimasi a bocca aperta,non potevo crederci.Io non potevo avvicinarmi ad Ale e lui invece andava via con lei? «Müller non sa che anche io so giocare, e gioco sempre per vincere.»

«Sisi pantera rosa, corri.» Scherzò Benedetta, facendomi scoppiare a ridere.

Romeo •Andreas Muller•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora