epilogo

1.9K 133 28
                                    

Chi ha detto che non siamo eterni?

Quella notte Roma non era mai stata piu illuminata, c'erano passanti che stringevano tra le mani buste di grandi marche, bimbi che sogghignavano con il pallone tra le mani,c'erano gli innamorati che semplicemente stringevano tra le mani l'amore, e poi c'era Jenny seduta ad un vecchio tavolino di un bar, con lo sguardo rivolto al di fuori.
Sospirava a pieni polmoni l'aria di quella giornata, e talvolta ispirava silenziosamente, con una sigaretta tra le mani, ed un caffe macchiato leggermente amaro. Non fumava da tanto, si era quasi dimenticata come si facesse.

Erano passate da poco le nove di sera, e se pur si fosse promessa di non pensarci, di non soffrire, se pur la Peparini l'avesse rassicuranta, non poteva non immaginarsi il suo Muller al serale, con gli occhi a cinesino che si ampliavano in uno dei suoi sorrisi mozziafiato.Non poteva non immaginarsi Maria che diceva: "Andreas, ballerino."
Aveva ancora i brividi a pensare al suo ultimo pomeridiano, al loro passo a due, alle sue lacrime di gioia, alle parole dei suoi direttori artistici.

Non poteva non pensare ad Alessio, tutto solo con la tutina bianca, ignaro di tutto il sostegno che gli stava dando la sua truppa, le sue fans. Non poteva non pensare alle sue due coinquiline, Chiara e Benedetta, alla loro voce, ai loro progetti. Non poteva non pensare alle due divise sepolte in valigie sotto i suoi panni, e non poteva non pesare a come sarebbe stata vestita in blu, perché se lo sentiva, sicuramente sarebbe corsa da lui, come sempre. Non poteva non pensare alle sue fan e chiedersi se l'avesse deluse, non poteva non pensare a Chris, a sua mamma, ad Amy, all'aereo che un giorno l'avrebbe aspettata.

I suoi genitori lo sapevano quanto fosse cocciuta quella piccolina li, quando a soli sedici anni stava per scappare di casa, per il gusto di sentirsi un po ribelle.
Un pensiero volò anche aldilà della sua vita lavorativa, si vide cambiata in ogni aspetto. Non aveva piu paura, e capii di non averne mai avuta realmente.Si meravigliò di se stessa, seduta tranquillamente su una sedia della capitale, dell'invincibile ed eterna capitale. E per un momento, si senti così anche lei.

Ad un tratto però, tutta la tranquillità che l'aveva accompagnata quelle due ore, andò man mano scemando. Sentii il rimbombo di mille grida, mille voci, le parse di sentire una canzone, e sorrise credendosi veramente delirante. Fini il suo caffè, lasciò la monetine da due euro sullo scontrino e si sistemò la sciarpa intorno al collo, giusto per essere più calda. Stava per mettere il parka, quando il suo cellulare vibrò, riconobbe la suoneria diversa rispetto alle altre, e apri il messaggio titubante:

Esci fuori, un puffo ti aspetta.

Ed ecco che corse via come una fuggitiva che ha lasciati tutti i suoi beni sul tavolino di un bar, ecco li che capi, che pianse, che urlò in preda al panico. Chiuse gli occhi e quando li apri si trovo una folla tutta intorno a lei, con il cellulare tra le mani e il flash attivo. Li guardò negli occhi, speranzosa di incontrarne due marroni: poi lo vide.

Andreas era davanti a lei, con la divisa blu, un mazzo di fiori tra le mani ed uno sguardo da bimbo emozionato il giorno di Natale. «Sai Jenny William, tu sei la persona piu scalmanata, pazza, fragile, che io abbia mai conosciuto. Sei proprio una donna di mondo, ed io ci ho perso la testa per te. Credevo davvero che perfino un te col Cappellaio Matto mi avrebbe aiutato per schiarirmi le idee. Poi ho letto la tua lettera, e ci ho rivisto quel pomeriggio dal tatuatore. É una promessa, ricordi?»

Jenny sorrise, annuendo, certo che lo ricordava. Si avvicinò a piccoli passi a lui, e parlò con voce forte, per farsi sentire da tutti.«E tu Andreas Muller, sei la persona piu cocciuta, incoerente ed incosciente di questo mondo. Qui nella piazza più affollata del mondo, con un mazzo di rose in mano e con una registrazione in corso.»

«Sono qui perché voglio dirti una cosa.»Avanzò e si trovò ad un palmo dalle sue labbra, le accarezzò la guancia e parlò. «Tu vali più di Amici, più del serale. Ed è per questo che stasera ti regalo una maglia blu, tre rose rosse, un Romeo senza calzamaglie ed un non vincitore di questa edizione.»

«Andreas.»Parlo piano, credendo veramente di sciogliersi, e lo stava facendo, insieme alle mille persone intorno a loro. Voleva dirgli che non le fregava niente delle mille sfumature che aveva, gli occhi, quel paio di occhi in cui si nascondevano due torc, erano sempre gli stessi. Era quella la sua unica certezza.

«TI DEDICO ROMA, JENNY WILLIAM.»Urlò a gran voce, come mai aveva fatto fino ad allora, allargando le braccia e guardando il cielo. Ringraziò la sua squadra, Veronica, per averlo fatto correre da lei.

Jenny gli corse incontro, aggrappandosi al suo petto e allacciando le gambe intorno al suo bacino. Non voleva fiori, non voleva cioccolatini, desiderava qualcuno che la salvasse dai suoi incubi, che le restituisse la coca-cola che aveva pagato e mai bevuto il primo giorno che lo vide, desiderava lui. Così lo bacio, li nel centro del mondo.

«Mi sono fatto tutta Roma a piedi per il trovarti

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Mi sono fatto tutta Roma a piedi per il trovarti.» Le disse all'orecchio Andreas, sentendo il suo profumo espandersi nelle sue narici.«Mi sono detto conto fino a mille e poi mollo. Ma stasera non sono ubriaco, e allora quattro passi in più non mi avrebbero fatto male.»

Fine.

Romeo •Andreas Muller•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora