Capitolo sedici
Il suono della suoneria del mio cellulare mi costrinse ad aprire gli occhi.Arricciai il naso,rigirandomi nel letto caldo ed allungai assonnata la mano sul comodino per afferrare il cellulare.
«Pronto?»Sussurrai,per non svegliare Chiara e Benedetta.
«Jenny,sono Alessio.»
«Ale ma che ti salta in mente alle sei di mattina?»Bofonchiai,con la voce impastata di sonno.
«Hai la patente,giusto?»Mi domandò speranzoso.
«Quella americana Ale,cosa succede?» Chiesi alzandomi di scatto.
«Sono bloccato alla stazione,e se la redazione mi scopre mi cacciano.Devi venirmi a prendere.»Disse agitato, ed io già scostai le coperte.
«Dammi cinque minuti,che stazione?» Domandai,prendendo dall'armadio un jeans chiaro e la felpa gialla e grigia dell'Hard Rock.
«Roma Tiburtina,fa presto.»Mi disse staccando la chiamata.
Senza svegliare le mie due compagne mi diressi sotto la doccia.Mi sciacquai velocemente e mi vestii in cinque minuti.Legai i capelli in una coda alta e infilai le Stan Smith.Presi il cellulare,la borsa e corsi nella 302.
«Ragazzi,aprite.»Sussurrai,battendo le mani sul legno duro.«Vi prego.»
Due minuti dopo Michele mi aprì assonnato.Entrai dentro di soppiatto e vidi che Andreas dormiva ancora,era così spensierato che preferì non svegliarlo.
«Michele dobbiamo andare a prendere Alessio in stazione.»Spiegai sussurrando.
«Cavolo,non è ancora in albergo?.»Mi disse velocemente,guardando il suo letto ancora intatto.«Jen,andiamo.»
Lo guardai dalla testa ai piedi,poi parlai.«Michè,non ti vesti?»Gli feci notare,trattenendo una risata.
«È tutto più eccitante in pigiama.»Mi rispose sghembo, prendendo dalla giacca di Andreas le chiavi della sua macchina.
Corremmo giù,senza far rumore,ed entrammo nella BMW.Provai a dirgli dove andare ma mi zittii,dicendo che lui era del posto e che Alessio era prevedibile.
«Con Andreas poi tutto risolto?»Mi chiese,imboccando la superstrada.
Annuì soltanto,in realtà sabato sera lo avevo notato un po' distaccato da me,ma forse era semplicemente stanco, come tutti del resto.«E a te?Ho visto che sei fidanzato.»
«Oh,sono pazzo di lei Jen.»Mi disse, sfoderando un gran sorriso.«Anche lei è una ballerina,qualche volta,se tu vuoi, te la faccio conoscere.»
«Certo che mi va,mi sembra molto dolce.»Parlai,controllando il cellulare, e notai più di venti chiamate perse da Alessio.
«Lo è.»Disse Michele,facendomi poi notare che eravamo arrivati davanti alla stazione.
Alzai gli occhi al cielo e lo richiamai: «Ale siamo davanti la stazione.»Gli dissi,senza lasciargli il tempo di respirare.
«Okay,vi vedo.»Disse sospirando e staccando la chiamata.
Lo vedemmo correre verso di noi e in men che non si dica entrò in auto, guardandoci colpevoli.Michele si girò dietro e lo fissò impassibile.
«Che ti salta in mente?»Sbottai, girandomi anche io.
«Ho rincorso Angela ieri sera fino alla stazione.»Ci disse,guardando in basso.
Ah
«E allora?Cos'è successo?»Domandò Michele, per non fargli pesare ne l'orario, né la situazione.
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Romeo •Andreas Muller•
Fiksi Penggemar«Andreas Muller.»Parlai piano e con le lacrime agli occhi,quando lo vidi sul ciglio della porta. «Jenny William.»Controbatté lui, abbassando il capo in segno di inchino.«Ti dedico Roma.» -Storia iniziata 03 marzo 2016.