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Capitolo quarantasette

Jenny era riuscita a recitare,a cadere, ma la finzione si era tramutata in qualcosa di più personale: non era stata la sua caviglia a lesionarsi, ma era stato il suo cuore, scomodo, arruginito, scheggiato. Era crollato con lei, sul parquet dello studio, durante il passo a due che avrebbe concesso l'accesso al serale a Gabriele; Era crollato senza far rumore, un pezzo alla volta, ma facevano male,cocci sparsi che la stavano lacerando.Veronica era precipitata vicino a lei, non sapendo se quella sceneggiata avrebbe avuto i suoi frutti, ma consapevole di avercela messa tutta, di aver in squadra con lei non solo il famigerato Romeo, non solo Jenny, ma tutti coloro che avevano un sogno, tutti coloro che non avevano buttato la chiave,che volevano fare della danza lavoro.

«Come faremo ora per il referto?» Sussurrò Jenny a Veronica, stesa sul lettino.

«É tutto apposto»La rassicuró, perdendosi a guardarla.«Mi ricordi molto me,sai ragazzina? Impacciata, timida, ma estremamente coraggiosa quando si tratta di combattere.»

«Lo sto facendo per lui,perché nonostante quella lettera mi abbia devastato, io ci avevo creduto, non in noi, ma in lui. Lo immaginavo già con la coppa in mano, le lacrime agli occhi, incredulo e finalmente felice.Non sono stata la sua ragazza, io sono stata la sua più grande fan.» Le rispose, alzando un po' il tono di voce, e facendo una smorfia per il gelo che le stava procurando il ghiaccio.

«Anche io lo sono,di entrambi.E nel bene e nel male, io sono fiera di te, per tutte le volte che ci hai messo la faccia. Il mio papabile vincitore sarebbe stato Andreas,ma tu sei diventata una Ballerina, con tanto di "B" maiuscola, quindi per me avete vinto tutti e due. E ricorda sempre se il finale non ti piace,allora non è questa la fine.»

Quelle parole avevano fatto breccia nel cuore,nella mente, di Jenny, che quasi non si accorse dell'arrivo di Marcello e Stefano, seguiti da Alessio ed Ale, che sogghignavano sotto i baffi.Alla finta infortunata le sembrò di rivivere un Deja-vu, le passarono a raffica le immagini di quel pomeriggio: Andreas e Federica avvinghiati, il dolore lancinante, la chiacchierata con Veronica, il referto medico e il cuore totalmente a pezzi.Marcello la guardava a sottecchi, moriva dalla voglia di chiedergli come aveva fatto a lesionarsi la caviglia toccando solo di poco il pavimento. Voleva, ma non lo fece, tanto la struttura avrebbe indagato per conto proprio.

«Jenny, purtroppo, dovrai stare ferma un paio di settimane.Ciò implica che forse non riuscirai a fare la selezione per i ballerini che potranno esibirsi al serale.» Le spiego Stefano, con più rancore e tenerezza di quanto avrebbe usato Marcello.«Dovrai stare a riposo, e mi raccomando segui le visite pomeridiane. Qui c'è tutto!» Continuó, porgendole il referto.

«Grazie ragazzi, scusate per il caos.»Mentii, rivolgendo un finto,finto sorriso. Avrebbe voluto urlargli in faccia che avrebbe spifferato tutto sulle loro losche azioni, ma tacque,più per rispetto di Andreas che per il suo.

«Ma quale caos, fortuna che non è niente di grave.»Si intromise Veronica, rassicurandola. «Ora,ti lascio in compagnia dei tuoi amici,  buona guarigione.»Le stampò un bacio sulla guancia,ed uscì seguita dai due professionisti.

«Dite che se la sono bevuta?»Chiese Jen sottovoce , quando furono soli.

«Non ci giurerei.» Confessò Alessio,che aveva notato l'espressione ed il ghigno sul volto di Marcello.«Devi andare al più presto da Andre, anche domani.Prima che alcuni sospetti si tramutino in certezze.Li saremo tutti fregati.»

«Fatemi il biglietto,domani sono li da lui.» Affermò sicura.

DALL'ALTRA PARTE, invece..

Andreas, sconcertato ed angosciato, sedeva sulla poltrona di suo padre in cucina, mentre sua madre era esaurita tra farina sparsa un po qui e un po li e cioccolato. La stava preparando per il suo rientro a casa, anche se, benvenuto, era l'unica cosa che avrebbe voluto sentirsi dire. Aveva bussato alla porta di casa 15 minuti dopo esser arrivato davanti allo spiazzale, si era fumato una sigaretta, aveva girato su instagram (E per girato, volevo dire controllato ossessivamente il profilo di Jenny), aveva preparato un discorso sensato e si era fatto coraggio. Di tutti i 'perché ' ed i 'ma' che si era predisposto non se ne ricordava neanche uno, e cosi aveva sputato fuori tutta la verità: iniziando dal rapporto con la ballerina e finendo con l'addio.

Sua madre aveva capito, suo padre pure, ad Alessio poco importava, ma Daniel si era sentito sconfitto e perdente insieme a lui. Gli aveva dato una pacca sulla spalla e si era chiuso in cameretta, Andreas aveva sentito in sottofondo luce, e pote giurare che per la prima volta aveva sentito il cuore sgretolarsi davvero.
Non una rottura e via,ma mille pezzi,mille cocci.
Ed era per questo che aveva spento il telefono, dopo il messaggio di Jenny, si sentiva di aver deluso troppe persone, in primis lui. Era da quasi 24 ore sul comodino, e lui moriva dalla voglia di sapere cosa stesse accadendo alla registrazione.

«Andreas corri a vedere.» Lo chiamò Alessio, dalla sua cameretta.

Andreas sbuffò, ancora ancora, o voleva ancora che lo aiutasse a Taken o non sa cosa.Si alzò, con molta calma, e lo raggiunse.«Cosa è successo ora.»

«Guarda qui le anticipazioni.»Aveva iniziato a dire, ma Andreas aveva gia lasciato la stanza, malendicendolo prima in tedesco e poi in mille altre lingue.

«Andreas Müller.»Urlò seguendolo nel corridoio. «Jenny si è fatta male,é caduta durante una presa, registrazione sospesa.»

Andreas si bloccò e sentii, per un momento, gelarsi il sangue delle vene.Si senti, inesorabilmente, colpevole. Jenny era stata sempre impeccabile, precisa, ed era colpa sua se era andata diversamente.

«Vaffanculo.» Urlò con tutta la rabbia che aveva in corpo, per tutte le volte che aveva voluto dirgli a Garrison che si,cazzo si, era dannatamente sexy mettere la mano dove non batte il sole, per tutte le volte che si era lasciato mettere i piedi in testa, per tutte le volte che, da solito piagnucolone, aveva ferito Daniel.
B A S T A!

Tutti avevano smesso di fare qualcosa, ed erano corsi da lui.Sua madre lo aveva capito, era per una ragazza.

«Andre fai la cosa che tu ritieni più giusta!.»Aveva detto solo, prima di tornare in cucina.

Si sentiva in bilico: cosa la mente gli dicesse di fare o cosa il cuore si sentiva.
Non sarebbe stato un referto, una decisione, una cosa stabilita ad impedirgli di star vicino ad un anima fragile, un anima in volo, qualcuno che, se avesse saputo, non avrebbe coinvolto nel suo mondo..ma è successo,e lui era totalmente innamorato di lei.

«Ho capito,ho capito.»Sputò fuori, andando nella sua camera. «Ale,prendimi la valiglia.»

Romeo •Andreas Muller•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora