Capitolo 4

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Apro gli occhi, ma la mia sveglia non sta suonando. Mi ritrovo davanti un ragazzo profondamente addormentato, con le guance rigate. Genn ha pianto questa notte, me ne sono accorta. Ma ho continuato a fingere di dormire e l'ho stretto forte, facendolo piangere ancora. Ogni suo singhiozzo strozzato mi spezzava il cuore.. gli accarezzo i capelli e lui apre gli occhi. "ciao.." lui mi fa un debole sorriso e ricambia il mio saluto. Gli do un bacio e poi mi alzo. Afferro il mio telefono e vedo che sono le 10 e mezzo. Porca miseria, ho saltato la scuola!

Scendo in cucina e poco dopo le braccia di Genn mi cingono da dietro. "Hai fame?" gli chiedo. Non mi risponde e si appoggia con la fronte alla mia spalla. "Genn? Ti devo preparare la colazione?" riformulo la domanda. Poi una goccia mi bagna la pelle. Non di nuovo...per favore.. "Stai piangendo?" le sue dita mi stringono ancora di più. Mi giro e la vista del suo viso mi strazia. Ha gli occhi tutti rossi e gonfi e delle occhiaie ancora più evidenti di ieri sera. Le sue labbra sono tutte rovinate e lui continua a morderle, facendo peggio. "Non hai fame...andiamo su di sopra..". E mentre saliamo le scale ammiro questo ragazzo: con i suoi amici riesce a nascondere benissimo la sua fragilità, la sua tristezza e la sua paura. Vorrei poterlo fare anche io.

Ci mettiamo sul letto e io cerco di guardare i suoi occhi, senza alcun risultato. Guarda per terra e non si muove di un millimetro. Una musica riempie il silenzio tra noi e Genn scatta in piedi, alla ricerca del suo cellulare. Lo trova nella sua giacca e se ne va di fuori,lasciandomi da sola in camera.

Dopo un pò sento la porta di casa sbattere forte. Genn torna su, prende la sua giacca e torna di sotto. "Ei! Dove vai?" Lo seguo ma lui continua a camminare,dopo essere uscito di fuori. "Genn,cosa ti prende?" Mi sembra di parlare con un muro.. lo afferro per un polso e lui si gira.

Il suo sguardo mi terrorizza. Ha gli occhi che trasmettono odio e il viso rosso,ma non per il freddo,per la rabbia. Prendo coraggio e gli chiedo:"Cosa succede?" Lui digrigna i denti e con uno scatto veloce toglie il polso dalla mia presa. "Genn..ti prego.." Mi guarda con odio e per un attimo ho paura che possa fare delle cose senza riflettere. Tipo farmi male. "Che cosa vuoi?" Mi parla con arroganza, come se l'altra sera non fosse mai esistita. "Che cosa non va?" Alza un braccio e io indietreggio. Un'immagine mi torna in mente.

Sono piccola. Ho sette anni. Mi sono svegliata perchè sento la mamma urlare.
Sono sulle scale. La mamma è per terra e piange. Mamma perchè piangi? Perchè papà ha il braccio alzato e poi ti da uno schiaffo? Cosa succede?

Genn mi osserva e con molta lentezza si passa la mano tra i capelli, senza staccare gli occhi di dosso da me. "Pensavi seriamente che ti avrei colpita?" Abbasso la testa, capendo la stupidaggine che ho fatto. È fragile, arrabbiato e io non mi sono fidata di lui. Mi avvicino e gli prendo la mano guardando i suoi occhi ancora rabbiosi. "Sei arrabbiato...e ho brutti ricordi delle persone arrabbiate. Mi dispiace per non essermi fidata. Però ti prego, mi dici cosa succede?" Vedo un sacco di emozioni passare per le sue iridi azzurre, fino a ritornare dolci e tranquille. "Scusa..è che..ho dei problemi nella mia famiglia..." gli accarezzo una guancia per fargli capire che è tutto okay. "Non ti avrei mai picchiata" un brivido per il freddo mi passa nella schiena. "Lo so. Ti va se torniamo dentro? Quest'arietta non ci farà bene se stiamo ancora qua." Lui annuisce, stringe la mia mano e ci incamminiamo verso casa.

Il riscaldamento acceso mi fa tornare quel poco di colore che ho sulle guance. Genn tiene gli occhi fissi sul pavimento e noto le sue mani strette a pugno,con le nocche bianche. Lo abbraccio e con le dita gli faccio aprire le mani. Lo guardo negli occhi e un senso di tenerezza mi invade quando vedo che sta cercando di non crollare. Gli stampo un bacio sulla guancia e lo trascino in camera, per poi farlo stendere sul mio letto. Mi stendo vicino a lui e sussurro :"sono solo le 10:56...che cosa vuoi fare?" Genn si gira verso di me e mi guarda con uno sguardo strano.
Si fionda contro il mio petto e mi stringe forte. "Mi fai le coccole?" Quelle semplici parole mi sciolgono. Il suo lato dolce e fragile mi fa quest'effetto: l'ho sempre visto come uno stronzo che se ne fregava di tutto e tutti. E invece è tutto il contrario...tutto ciò che lo circonda lo vede come una minaccia perchè non si fida più di nulla. Ha paura di far vedere se stesso e so bene che questa non è altro che una delle sue tante sfumature. Sono sempre stata brava a capire fino in fondo una persona senza che mi parlasse.. mi basta vedere come si relaziona con me e da li riesco a capire il dentro della persona che ho davanti. "Certo che ti faccio le coccole Genn" inizio ad accarezzargli i ciuffi di capelli castano-biondi che mi solleticano il collo. Lui sospira e mi da un bacio da sopra la maglietta mentre io lo cullo piano.

"Ti amo.." sussurra piano. Lo stringo contro di me e a mia volta sussurro: "Ti amo."

The Sound Of RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora