"Ma sti due sono peggio dei conigli!"
"Forse dovremmo lasciarli dormire tranquilli.."
"Macché, queste sono tutte prove per ricattare Gennà, anche se devo dire che si è beccato una davvero gnocca.."
"Dai Antò, ti ricordo che è di Gennaro e non tua. E poi se si sveglia e si accorge che siamo in camera sua ci ammazza, lo sai che non vuole.."
Muovo le gambe e le persone non parlano più.
Ho una mano sul petto caldo di Genn, lui sembra dormire profondamente. "Eww che schifo, guarda cosa c'è li per terra!" mi stiracchio e anche Genn comincia a muoversi. "Antò lascialo li per terra e muoviti che si stanno svegliando!" apro gli occhi ma qualcuno mi ha preceduto. "Oh perfetto, ora siamo fottuti." Alessio si passa una mano tra i capelli, frustrato e guarda malissimo Antonio. "Che cosa ci fate in camera mia? Anzi nostra" l'ultima frase me la sussurra all'orecchio e io sorrido. "Noi.. Uh... Dovevamo prendere una cos-" Antonio scoppia a ridere, interrompendo Alex. "Nahhh volevamo vedere dove eravate finiti, visto che di la non c'eravate più."
Guardo Genn, è decisamente incazzato. "Okay, ora sparite. Vogliamo stare DA SOLI" sottolineo l'ultima parola e loro se ne vanno. "Che due palle.." sbuffa e io gli accarezzo il petto per farlo star tranquillo. "Ho voglia di tornare a casa.." lo guardo, non intende casa mia. "Va bene. Oggi ci facciamo un salto, che ne dici?" annuisce e posa la testa contro la mia. Rabbrividisco e Genn mi passa la sua maglietta, che metto volentieri. "Vuoi stare ancora un pò a letto o vuoi alzarti?" alza le spalle. "Forse per due ragazzi nudi non è il massimo stare in una casa discografica" ridacchia e io con lui. Gli passo i suoi vestiti e ci vestiamo. "Il letto?" scrolla le spalle. "Tanto è solo mio, posso lasciarlo anche così." annuisco e lo prendo per mano. "Allora andiamo a casa tua" e scendiamo di sotto per salutare tutti.
~~~
L'unico rumore è quello della breccia sotto le nostre scarpe. Ci teniamo ancora per mano e la mia testa è sulla sua spalla. Non posso farci nulla, è troppo più alto di me!
"Cosa vorresti prendere da portare a casa?" ci pensa un attimo e poi sorride. "La mia Polaroid." lo guardo sorpresa. "Hai una polaroid?!" annuisce e ride della mia espressione sorpresa.
Stiamo per bussare alla porta ma un rumore agghiacciante ci blocca. Genn si irrigidisce e lascia andare la mia mano. Mi si riempiono gli occhi di lacrime e il mio primo istinto è quello di scappare via. "G-Genn..io... M-mi dispiace.." si volta a guardarmi. "Non è morta. Lei non è morta." mi lascio scivolare giù qualche lacrima. Si avvicina alla porta e sospira. Si raddrizza e si illumina in viso. "l'hai sentito?" faccio di no con la testa mentre altre lacrime scivolano giù. Un piatto si rompe e Genn sorride. "Non è morta." si avvicina alla porta e io lo prendo per la felpa. Mi sono asciugata le lacrime e lo guardo severa. "No. No. E ancora no. Tu non ci vai li dentro." mi fa lasciare la presa. "Tu non puoi capire cosa vuol dire." cerco di mantenere la calma. "Si che lo so. Mio padre picchiava mia madre da quando avevo 5 anni!" mi guarda per un attimo. "E non hai mai pensato di intervenire, di ridare a tuo padre tutte quelle botte?" rimango in silenzio, ha ragione. "Ma è troppo pericoloso, insomma c'è una pistola li dentro!" se ne frega e apre la porta, mentre io comincio a urlargli dietro. Un uomo a dir poco enorme si para davanti a Genn. "Ahh.. Ma guarda chi abbiamo qui! Il piccolo deficente. E.. " Genn lo blocca per non farlo avvicinare a me, che mi ritraggo immediatamente. "Dai Gennaro, la voglio solo conoscere." il suo sorriso, contornato dai denti gialli fa paura. Non riesco nemmeno a parlare da quanto sono terrorizzata. Sussurra qualcosa, e grazie al cielo io non sento tutta la frase. Ma mi basta "sfondarla" per capire il resto. Genn cerca di tirargli un pugno in faccia, con l'unico risultato di avere un polso bloccato. "Chiara... Che ne dici se torni a casa? Qui.. Abbiamo alcune cose da fare." collego il cervello per capire quello che ha detto Genn. "Che? No! A casa non ci torno." lui ride. "Oh ma dai, Gennaro ti sei trovata una che manco ti ascolta! Forse dovresti fare come faccio io, vedicome è fedele dopo." entrambi rabbrividiamo. Genn sta male, lo vedo da come trema. Qualcosa in me scatta e riesco finalmente a muovermi. "Okay ora basta. È ora di finire questa cazzo di storia una volta per tutte." tiro fuori la lametta che avevo confiscato a Genn e mi avvicino ai due. Genn blocca il polso di.. Okay mi sono resa conto di non sapere nemmeno il suo nome. Se lo devo denunciare come cavolo faccio? Mi risveglio dai miei pensieri con le urla di Genn. Non ho più la lametta fra le mani, ma ce l'ha lui. Sta facendo un taglio profondo sul braccio di Genn mentre lui urla di dolore. Tutto ma non questo. Mi sistemo meglio l'anello di Genn e con tutta la forza che ho dentro di me caccio un pugno contro la sua mascella. Lascia immediatamente Genn, che corre più indietro. Accecata dalla rabbia come non mai un altro pugno si abbatte questa volta sul suo naso. Tenta di afferrarmi ma io mi tiro indietro. Noto la lametta per terra, la raccolgo e, chiudendo gli occhi per non vedere quello che sto per fare, traccio una linea all'altezza del mio viso davanti a me. L'ho preso. Riapro gli occhi, si tiene un braccio tra le mani. Mi guarda con odio e prima di rientrare, sussurra: "prima o poi lo farò anche a te, stanne certa." e sbatte la porta. Mi volto verso Genn. "NO! CAZZO GENN SVEGLIATI!" Mi fiondo si di lui, a terra. Prendo il mio telefono e chiamo il pronto soccorso. Mi tolgo la maglia, fregandomene del freddo e la attorciglio più stretta che posso al suo braccio. "Non devi morire, intesi? Non ti azzardare. Non ho preso tutte quelle lamette per vederti morire cosi." Sento in lontananza il suono della sirena dell'ambulanza. In gola sento un senso di nausea. Mi stringo al corpo di Genn e singhiozzo fino a quando non perdo i sensi.

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The Sound Of Rain
Fanfiction"Forse dovrei sparire.." "Forse dovresti baciarmi e rimanere con me per sempre" Tematiche delicate:autolesionismo, suicidio.