Capitolo 40

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"Va tutto bene...Sono qui..." singhiozza più forte. "Voglio morire... Uccidimi, non voglio stare qui! Voglio morire, voglio morire..." lo stringo meglio a me e gli do un piccolo bacio sulla guancia. "Shh... Non dire queste cose amore.." gli accarezzo i capelli e lui tossisce. "Piano cucciolo... Non piangere..." ha ancora la testa appoggiata sulla mia spalla. "Amore non piangere..va tutto bene.." tira su col naso e scuote la testa. "No.. Non va tutto bene, va tutto uno schifo!"
Lo cullo dolcemente e gli sussurro parole dolci all'orecchio per farlo calmare.
L'ho visto piangere molte volte, è vero, ma questa sembra peggio delle altre. Non riesce a respirare e i singhiozzi lo fanno sussultare di continuo.
"Genn... Basta piangere... Calmati amore.." lui annuisce e si strofina le mani sugli occhi.
Ci vogliono altri cinque minuti buoni perché smetta più o meno di piangere. A fatica lo faccio alzare ma appena si mette dritto le sue ginocchia cedono e lo devo rimettere giù o rischia di farsi male. "Che ne dici se andiamo in camera a calmarci, mh?" annuisce e mi guarda con quegli occhioni azzurri da bambino. Potrei sorridere a vederlo così ma poi mi ricordo che non è il momento adatto. Lo aiuto a rialzarsi e con il mio aiuto torniamo di la. Ha perso completamente le forze, non riesce nemmeno a stare in piedi da solo. "E se ti porto qualcosa da mangiare o un bicchiere d'acqua?" fa di no con la testa, non vuole mangiare. Mi siedo vicino a lui sul letto e gli accarezzo il viso. "Mi racconti cos'hai ricordato?" rabbrividisce al pensiero; sospira e mi guarda. "Lui che mi picchia.." mi rabbuio. "È per questo che preferisco soffrire da solo, non ti piace sapere che ho gli incubi su queste cose e io non voglio vederti triste." Gli accarezzo i capelli e sorrido. "Amore non devi preoccuparti, è vero sono triste sapendo che queste brutte cose ti tormentano ma non ti devi preoccupare perchè pian piano te ne dimenticherai" annuisce. Mi alzo dal letto "Vado a prenderti un bicchiere d'acqua e qualcosina da mangiare, tu resta qui" mi guarda, sembra sul punto di dire qualcosa. "che c'è?" senza rendermene conto Genn si è alzato e si è fiondato tra le mia braccia. "Genn...oh, cucciolo.." lo stringo forte ma non voglio che si metta ancora a piangere. "Vieni con me in cucina, così mi aiuti a preparare" si stacca un pochino da me e mi prende per mano. Non sembra per niente sicuro e ho la brutta sensazione che possa rischiare di cadere da un momento all'altro.

Arriviamo in cucina e la prima cosa che faccio è farlo sedere a tavola. L'ultima cosa che voglio in questo momento è un osso rotto perchè non riesce a reggersi in piedi. Apro il frigo e rimango un po' delusa: è praticamente vuoto, tranne che per un po' di piada ma non ho nulla con cui condirla. Cerco in tutta la mensola, i vari cassetti e proprio mentre sto cambiando idea vedo un barattolino con il tappo oro e rosso, la nocciolata. "Geeenn...diventerai un obeso grazie a meee!" gli mostro il barattolo e lui sorride. "Piadina e nocciolata? ci sto" finalmente quaalcosa che mangia! Metto la piada sulla piastra e aspetto che si scaldi. "Piccola chiudi gli occhi e dammi un bacio" "cosa? Perchè dovrei darti un bacio ad occhi chiusi scusa?" questo è tutto scemo, lo dico io. "perchè si, ora chiudi gli occhi e baciami." sbuffo, abbasso un po' il fuoco sulla piastra e, con gli occhi chiusi, mi volto. Mi chino su di lui e appena poso le mie labbra sulle sue un buon sapore di cioccolato mi invade la bocca. Continuo a baciarlo, avida sia delle sue labbra che della nocciolata, fino a quando non sento le mie labbra pulsare da quanto sangue ci è affluito. Apro gli occhi e sorrido, ha tutto il viso sporco e anche io, a giudicare dalla sua espressione divertita. Con le labbra ancora mezze sporche gli lascio un bacio sulla guancia e poi ritorno ai fornelli, la piadina è pronta. Gliela metto davanti e lui spalma la cioccolata con un coltello, stando ben attento a ricoprire ogni millimetro. La taglia a metà e me ne lascia un pezzo. "Madò siamo dei ciccioni!" scoppio a ridere prima di addentare quello spuntino delizioso. Guardo l'orologio appeso lì vicino, sono le 5 di mattino. "ei Genn, stiamo facendo colazione assieme a quei tipi che per andare al lavoro prendono il treno." anche lui guarda l'orologio, annuendo. "Ma la nostra colazione è più buona di un semplice caffè e mooooolto più grassa di una brioche integrale" a forza di ridere per poco il boccone non mi va di traverso. Adoro questi momenti di stupidera da parte di entrambi, ci divertiamo un sacco. "ei piccola" lo guardo e in un secondo mi sporca tutto il naso di cioccolato. "ma dai! Ufff ora ho il naso tutto sporco!" puccio il dito nella mia piada e lui non fa in tempo a spostarsi, così gli sporco tutta la guancia. "Questa è una dolce vendetta." mi guarda con sfida "ah si? Bene, aspetta di vedere la mia vendetta!" e mi prende in spalla, caricandomi di peso. "NOOO!! LASCIAMIIIIII" gli tiro dei pugnetti sulla schiena e cerco di trattenere le risate. Sto per tirargliene un altro quando...SCIAF! Io smetto di ridere e Genn di camminare. "Mi hai davvero tirato uno schiaffo sul culo?" lui non dice nulla. "cattivo ragazzo, ora te la restituisco." "Cos-" ma io gli tiro a mia volta una pacca sul culo e lui sussulta, interrompendosi. Era una mia impressione o per un attimo mi ha stretto di meno? "Genn?" "mh?" e gli tiro un altra pacca. "dai smettila! ahahah così me lo consumi!" ma quella che sento nella sua voce è un pizzico di nervosismo. Mi avvicino con le labbra al suo orecchio. "Genn...ti piace quando ti sculaccio?" Chiude gli occhi e respira pesantemente. "F-Forse.." sorrido maliziosamente. "Allora andiamo a scoprirlo.." Ricomincia a camminare a passo svelto verso la camera e, dopo avermi buttato sul letto, chiude la porta e si sfila la maglietta.

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