"Mamma mia,signorino Raia, sussurra come se avesse paura che io le faccia qualcosa di poco positivo, tipo stuprarla" tutta la classe ride,in me scende il gelo. Genn si irrigidisce, con il gesso a mezz'aria,pronto a scrivere alla lavagna. Mi alzo in piedi. "Cos'è che gli ha detto,scusi?" il professore mi guarda. "Era poco attenta, signorina?" sospiro per stare calma. "Oh ero attentissima. Ma spero di aver sentito male. Quindi, cosa gli ha detto?" quel bastardo mi guarda male. "Una battutina di poco conto, ma il conto tornerà alla fine del quadrimestre quando nella pagella di Raia ci saranno insufficienze a non finire." chiudo gli occhi per un momento. "Lei sa cosa vuol dire 'stuprare' in italiano?" silenzio di tomba. "Non interferisca con la lezione. Si rimetta seduta." non lo faccio. "È una persona davvero insensibile lei. Ha idea di cosa provocare una parola così grande su un ragazzo?!"
Sono in piedi da troppo ormai. Io e il professore di tecnica stiamo discutendo, la classe è gelata. "Lo ripeto un ultima volta, signorina. Si sieda e non interferisca o farò in modo che le arrivi una punizione disciplinare." stringo forte i lati del banco. "Non mi siedo finché non ritirerà quello che ha detto lei." gli occhi del prof si infuocano. "Non è lei a darmi ordini. Ora vada in presidenza, subito." digrigno i denti e non mi muovo. "E se fosse stata una cosa che al signorino Raia avesse dato fastidio, credo che me lo avrebbe detto." le mie orecchie fischiano, la mia testa pulsa. "Forse invece non ne è capace. Come la mette eh? Se un suo alunno è così spaventato che rimarrebbe in silenzio davanti a qualunque tipo di commento?!" Genn si fa piccolo vicino alla lavagna e mi guarda terrorizzato. "ORA BASTA!" Il professore sbatte una mano sul tavolo, facendo sussultare tutti. "RAIA E FERRARA SOSPENSIONE. IMMEDIATAMENTE." raccolgo le cose di Genn e le mie e in un lampo sono davanti alla cattedra. Il respiro del prof è pesante e sono sicura che vorrebbe picchiarmi. "Vai a farti fottere, 'stupratore'" e mi volto, prendendo per mano Genn, mentre il prof ricomincia a urlare più di prima. Sbatto la porta della classe, senza girarmi. Era passata una settimana da quando Genn e io eravamo scappati da casa sua e da allora le cose stavano andando un pochino meglio: Genn aveva ricominciato a mangiare con regolarità,i suoi tagli si stavano rimarginando e avevo chiesto ad Alex di far visita a Rosa per dirle che suo figlio era con me.
Aumento il passo, verso l'uscita della scuola. I bidelli ci guardano male. "Non potete uscire da qui, non avete la giustifica." ci fa uno. Sto per rispondergli quando Genn mi tira per una manica. Lo guardo. "Devo andare un attimo in bagno.." mi dice a voce bassissima. Tiene la testa china e si guarda gli anfibi. Mi giro, dando le spalle all'ingresso, e comincio a camminare verso uno dei bagni del nostro piano, quello vicino alla finestra. Spingo la porta dei maschi e mi ci infilo dentro assieme a Genn. Il tempo di richiudere la porta che Genn si è gia appoggiato al muro, lasciandosi andare a lacrime silenziose. Si lascia scivolare giù, accucciandosi con le ginocchia al petto e la testa fra di esse. Mi inginocchio, non badando a tutto lo schifo sui pavimenti e gli accarezzo piano i capelli. Lo guardo con una dolce tristezza e gli do un bacino sulla spalla coperta dalla enorme felpa nera. Dopo un pò si asciuga le lacrime con un pò troppa foga e mi guarda. "Okay, sto bene. È passato." ha il naso rosso e tappato, gli occhi gonfi. La campanella di fine ora suona e io guardo uno dei tre cessi con le porte arancioni. "Probabilmente ora qualcuno chiederà di venire in bagno... Se vuoi stare qui ancora un pó almeno entriamo in un cesso e chiudiamoci dentro.." lui fa di no con la testa. Si alza in malo modo da terra e si sciacqua il viso. "Torniamo a lezione, ora abbiamo italiano" l'idea di tornare in classe non mi alletta ma faccio come dice lui. Gli passo lo zaino e usciamo. Alcuni ragazzi sono alle macchinette a prendersi qualcosa da smangiucchiare durante la lezzione, altri si sono dati appuntamento e si scambiano o fogli, altri ancora parlano con i prof che passano di li. Tutti sembra che si fermino a osservare me e Genn. Una donna sulla cinquantina ci viene incontro. È bionda, i capelli raccolti in uno chignon, gli occhiali con la montatura a farfalla rossi le si posano sul piccolo nasino. È un pò cicciotta ma piuttosto alta. "Sei tu Gennaro Raia?" Genn afferra la mia mano e annuisce. La signora sorride. "Io sono Elisabetta Galliazzi, mi hanno chiesto di fare una piccola chiacchierata con te." guardo malissimo la signora. "Non fare quella faccia Chiara, vieni anche tu con lui." "cosa?! Hanno chiesto una visita da una strizzacervelli solo perché un prof ha insultato Genn e io l'ho difeso?!" lei mo zittisce e ci guida verso un piccolo ufficio.

STAI LEGGENDO
The Sound Of Rain
Fanfiction"Forse dovrei sparire.." "Forse dovresti baciarmi e rimanere con me per sempre" Tematiche delicate:autolesionismo, suicidio.