"Ti prego svegliati.. Mi sa che faccio un casino.. Per favore, svegliati.." apro gli occhi, sentendo questi sussurri nelle orecchie. Genn è seduto sul letto e mi guarda con le lacrime agli occhi. "Ho fatto un casino.. Per favore aiutami.." mi sveglio di colpo e mi metto dritta. "Che c'è, che casino hai fatto?" abbassa la sguardo. Tiene un polso con una mano ma gocce di sangue cadono lo stesso sul materasso. "Genn ti sei tagliato?!" si fa piccolo e comincia a piangere più forte. "Ti prego, ho paura.. Non smette!" toglie la mano ed esce altro sangue. Mi alzo dal letto e lo trascino in bagno, dove comincio a cercare delle bende. Genn è terrorizzato e non smette di piangere. "Vieni, mettilo sotto l'acqua." mentre è sotto l'acqua fredda analizzo il suo braccio: è pieno di nuovi tagli, più profondi degli altri. E poi c'è quello sul polso che continua a sanguinare. Quando sono abbastanza puliti inizio a bendarlo delicatamente. Gli accarezzo il viso pieno di lacrime. "Shh.. È finita.. È tutto okay.." abbassa la testa e io lo abbraccio forte. "Genn... Perché ti sei tagliato?" sussulta. "Io.. Non lo so.. Ho avuto un incubo.. E tu.. Eri così tranquilla mentre dormivi.. Ed è solo colpa mia se ho quegli incubi.. Se avessi dato ascolto a lui e fossi stato sempre buono.. Se.. Se solo fossi morto tanto tempo fa.." lo guardo negli occhi, severa. "No Genn. Se tu fossi morto tanto tempo fa io non avrei trovato mai un ragazzo bello come te." sussurra qualche cosa che non capisco. Lo guardo e lui ripete più forte. "Siamo di nuovo davanti a quel maledetto specchio.." gli prendo la mano del braccio fasciato e delicatamente lo tiro verso la camera. "Tu pensi che io sia depresso?" mi guarda, chiedendomi la sincerità. "Penso che tu stia tanto tanto male.. E che hai paura un pò di tutto perché non conosci altre realtà al di fuori di quella di casa tua, che non è proprio perfetta." fa per mettersi sul letto ma io lo blocco. "Prima cambio le lenzuola." quando capisce l'accenno alle macchie di sangue si incupisce. Mi lascia fare, in un rigoroso silenzio. "Che giorno è oggi?" gli chiedo, tentando di spezzare il momento. "Sabato.. Credo." stropiccio il cuscino e poi mi rimetto a letto. "Ti va di andare a fare un giro?" alza le spalle e si stende affianco a me, senza abbracciarmi però.
Dopo un pò sentiamo il campanello di casa suonare. Mi alzo sospirando e scendo in cucina. Apro la porta e sorrido. "Ciao Alè! Che ci fai qui?" mi scosto per farlo entrare. "Volevo chiedere a Gennà di fare un giro in studio di registrazione." saltello. "Wooooww!! Uno studio di registrazione?! Quello dove c'è la camera con i microfoni, tutti i computer fighi e le casse e tutti gli strumenti per incidere i dischi???" Alex ride. "Si, proprio quello. Se Genn viene, è quasi d'obbligo che tu venga con noi." corro in camera. "GEEEEEENNNNNN!!! ANDIAMO IN STUDIO????TI PREEEEGO TI PREGO TI PREEEEGOOOO" Salto sul letto, facendolo spaventare. Mi guarda come se fossi pazza, poi nota Alessio alla porta e capisce. "Uff... Potevi stare zitto almeno sulla casa discografica." Mi sono accoccolata a Genn e gli sto dando tanti bacini in modo da convincerlo. "Okay, okay ahaha. Andiamo, sei contenta?" batto le mani. "Shiiiii glascie amoleee" e gli getto le braccia al collo, ricominciando a baciarlo.
Quando ho finito di sbaciucchiarlo mi alzo, andando verso l'armadio. Ci caccio fuori una felpa enorme e dei leggings neri. Sia io che Genn abbiamo molta fantasia in fatto di vestiti. Sento che la porta sbatte. "Scusa Alex ma non ti è permesso guardare la mia fidanzata nuda." mi volto verso Genn. Potrei dire molte cose su fatto che abbia detto "la mia fidanzata" ma meglio stare zitti. Mi vesto velocemente e, quando entrambi siamo pronti, scendiamo in salotto dove ci aspetta Alessio.
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Per tutto il tragitto i ragazzi mi hanno spiegato un pò come funzionano le cose a Casa Lavica (ho scoperto che si chiama così lo studio).
In pratica ci sono altri artisti e assieme si danno anche consigli, o aiutano con le registrazioni di altri dischi. "Ah Gennà, c'è sta pure Antò, va buo'?" Genn annuisce. "Antonio è un nostro amico che ci viene a fare una visita alcune volte, giusto per farci perder tempo ahahah" mi spiega. Sorrido. Arriviamo davanti allo studio e Alex tira fuori un mazzo di chiavi. Appena entrati il calore mi scalda le guance, i miei muscoli si distendono. "Wow.. È un posto splendido" mi guardo intorno, analizzando prima i divani in pelle, poi le scale in ferro e poi intravedo una saletta con delle tende scure dietro. "Lì è dove ci sono gli strumenti, e di la" Genn indica un corridoio che non avevo notato "c'è la sala di registrazione e la zona dove si ricontrolla quello che si è registrato. Ora non sto a spiegarti come funziona, è davvero complicato"
Un ragazzo ci viene incontro e aalta addosso a Genn. "Ohhhh, marò, pensavamo fossi morto! Eh che è, non puoi sparì accussi Gennà!" Genn ride e cerca di tirare un pugno nello stomaco all'altro. "Scimunit, e mollame!" il ragazzo lascia andare Genn, che si risistema la felpa. "Chiara, lui è coglione." sorrido a 'coglione' che intanto ha ripreso a fare la lotta con Genn. Alex continua a ridere, guardando la scena in disparte.
"Ehi, cos'è tutto sto casino?!" un altro ragazzo, un pò più piccolo, ci raggiunge. "Aspetta un secondo.. Io ti ho gia visto.. Per caso prendi il 13 bis per andare a scuola la mattina?" lui annuisce. "Tu non sei la ragazzina che ha picchiato Luckas?" arrossico. Pensavo non fosse andata tanto lontano sta storia. "Si.. Sono io" Antonio o meglio 'coglione' mi guarda con ammirazione. "Hai fatto una cosa che vorrebbero fare in tanti." il ragazzo più piccolo lo interrompe. "Io sono Leo" mi tende la mano e io gliela stringo. "Allora.. Ti piacerebbe sentire qualcosa?" Genn mi guarda con un piccolo sorriso. forse è vero, la musica ti guarisce sul serio. Ora Genn ride, scherza e sembra che stia bene davvero. Credo che ci torneremo spesso qui. Annuisco e seguo il gruppetto di ragazzi in una piccola stanzetta. Genn e Alex si mettono seduti su due sgabelli, il primo con una chitarra in braccio. "Allora, cosa vorresti?" ci penso un attimo. "Photograph?" Alex annuisce. Le prime note riempiono l'aria.
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Ho le lacrime agli occhi. La voce di Genn è qualcosa di paradisiaco e quando Alex ha iniziato a doppiare.. Oh stavo per svenire. Comincio ad applaudire e gli sorrido. "Wow ragazzi siete bravissimi! Dovreste andare da qualche casa discografica importante, vi accetteranno di sicuro!" Genn arrossisce. "In effetti ci abbiamo provato un paio di volte.. Ma ci hanno sempre sbattuto fuori.." Alex per un attimo si intristisce. "Va bhe, per me.. Come si chiama il gruppo?" "Urban Strangers" dicono in coro i due. "Bhe, per me gli Urban Strangers sono il guppo più fico del mondo." tutti scoppiano a ridere.
"Ei Gennà" Antonio si avvicina a Genn. "Com'è che c'hai una benda al braccio?" io e Genn ci guardiamo negli occhi. "È caduto" dico, cercando di usare il tono di voce giusto. "Gennà Madonna, sta più attento! Ti ritroveremo pieno di cicatrici sennò!" ancora silenzio di tomba. "Ho detto qualcosa di sbagliato?" Genn si alza con calma e va verso il corridoio. Poco prima di sparire susssurra: "bhe, per un autolesionista dire che sarà pieno di cicatrici non è la cosa più bella da dire.." e se ne va.
"Aspetta. Gennaro è autolesionista?!" tutti guardiamo Antonio. "E da quanto?!" alzo le spalle, non ne ho la minima idea. "Scusate, devo andare da lui" e seguo Genn nel corridoio.
Vedo una porta di vetro opaco, ditro la luce è accesa. Forse è il bagno. Busso piano. "Ei.. Sei qui?" dei singhiozzi. Apro la porta. "Eii.. Amore.. Non piangere su" lo abbraccio e lui comincia a piangere di più. "Mi faccio uno schifo che non finisce più!" gli poso un bacio sulle labbra. "No, non fai schifo." Annuisce e smette un pò di piangere. "Rimaniamo un pò qui.. Per favore.." sorrido e gli do un altro bacio. "Certo cucciolo. Tutto il tempo che ti serve".
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The Sound Of Rain
Fanfic"Forse dovrei sparire.." "Forse dovresti baciarmi e rimanere con me per sempre" Tematiche delicate:autolesionismo, suicidio.