Pov Genn
"Raia psicopatico" se la prof non fosse girata verso di noi probabilmente brucerei il biglietto e chi l'ha scritto. Una sensazione a me familiare mi si insinua dentro, facendomi tremare le mani dalla rabbia. Chiara sta seguendo con attenzione ciò che dice la prof di fisica, prendendo appunti tranquilla. Nemmeno sospetta che quel coglione di Cabrini mi abbia tirato un biglietto dove c'è scritto che sono psicopatico. La prof si gira verso la lavagna e io faccio il dito medio a Cabrini, prima di tornare a scarabocchiare con la penna il libro. Chiara mi tira uno schiaffo sulla mano e mi guarda scandalizzata. "Che cavolo, Genn. Il mio libro!" dopo mi rendo conto che mi aveva prestato i libri e quello che scarabocchiavo era il suo. "Scusami piccola, non ci stavo pensando.." la voce della prof mi riprende, o meglio riprende Chiara. "Signorina Ferrara, può venire a risolvere l'esercizio 394 alla lavagna?" lei si alza e si incammina verso la prof. Non sembra nervosa o forse sa solo nascondere le emozioni molto bene, al contrario mio. Mi nascondo le mani nelle maniche come se quello che ho sotto potesse sparire in questo modo. Riguardo Chiara, sta spiegando, con intrecci molto complicati per me che non ho seguito, come il calcolo di quel problema è la cosa più semplice del mondo. Traccia linee con il gessetto in modo fluido e sicuro. Si sta divertendo. Nessuno in classe fiata sono tutti concentrati su di lei. Ogni tanto si volta con un sorriso sulle labbra e continua a spiegare. "Ed è per questo che il risultato è 3, semplice no?" mette un punto alla fine della risposta del problema e, dopo aver messo via il gesso, si spolvera le mani. Guarda tutti con quel sorriso e quel luccichio negli occhi di cui mi sono innamorato. Prima che venga a posto mi alzo, con il giacchetto in mano. Tutti mi guardano, come se fossi impazzito. Mi avvicino a Chiara e chino il viso sul suo. "Ti invito ufficilamente a Casa Lavica appena uscita da scuola, ci vediamo dopo." passo un foglio che ho appena firmato. Essendo un mito a ricalcare la firma di mia sorella Amelia, mi è stato facile farmi uscire. Chiara mi guarda, mezza preoccupata mezza impaurita mentre io la saluto con un bacio sulla guancia prima di uscire. Appena fuori da scuola comincio a correre verso lo studio, tirando fuori i soldi. Nel tragitto tra la scuola e lo studio c'è un supermarket. Mi ci fiondo dentro e comincio a comprare cose come patatine, bibite e anche qualche pacco da sei di birre in lattina. Metto una mano in tasca, c'è ancora. Vado alla cassa e poso una banconota da 50, aspettando che la tipa finisca di passare tutto. Ciancica la gomma da masticare come se le facesse schifo e invece di passare le birre mi guarda, provando ad attacare bottone. "scusi sono in ritardo per una festa con la mia fidanzata, può fare più in fretta?" ci rimane male e finisce di passare le robe. Prendo di volata il resto e i sacchetti e ricomincio a correre. Spalanco la porta dello studio, sembra deserto. "Ennio! Stai qua?" il produttore compare dalla porta e mi guarda. "oh Gennà. Perchè non stai a scuola?" metto giù i sacchetti. "Devi aiutarmi a preparare una festa, è per qualcuno di molto importante." lui annuisce e prende il suo telefono. "Avviso Alè che deve venire appena può, tu intanto sistema pure quelle cose di la"annuisco e trascino i sacchetti su per le scale, fino ad arrivare al piano superiore. Lancio uno sguardo alla mia destra, dove un corridoio buio porta alla camera che ho qua. Immagino che il letto sia ancora nelle condizioni disastrose come l'ho lasciato. Porto i sacchetti sulla scrivania del salotto e comincio a sistemare cibo e bevande in ordine sul tavolo. Quando ho finito vado nella mia camera e accendo la luce. Molti comincerebbero a vomitare, io invece sentendo quell'odore di sigarette e lenzuola sorrido. Rifaccio il letto alla cavolo di cane e apro la finestra. Poso sul letto la scatolina nera che tenevo in tasca e la guardo con un misto di ansia e felicità. E se stessi correndo troppo? E se Chiara non volesse ufficializzare il tutto? Ma non era lei che.. "Alè arriva fra dieci minuti, scendi?" Guardo Ennio e sorrido. Riprendo la scatolina, mettendomela nella tasca dei jeans. Mi ritrovo nella saletta di registrazione, dove la mia voce ripete in loop due parole : "your kisses...your kisses" faccio un minuscolo sorriso. Anche questa è una bozza di una canzone, io e Alex abbiamo pensato di chiamarla Empty Bed ma c'è qualcosa che ancora non mi convince. Visto che le lezioni di scuola finiranno tra mezzora mi siedo davanti agli schermi e comincio a scrivere tutte quelle cose che si potrebbero modificare per far venire fuori il vero senso della canzone."Wè!" sussulto e mi volto verso Alessio. "Stavo modificando Empty Bed" annuisce e si avvicina per vedere le mie modifiche. "Il testo va bene è la base che stiamo sbagliando..dovrebbe essere..piena di rimpianti, di cose che dovevano essere fatte e invece non è stato così" riprovo, per un'attimo, la notte in cui scrissi quella canzone. Ero appena stato mollato da quella che si poteva definire il mio primo grande amore, e cercavo di capire cosa non andasse. Un'altro flash, decisamente più orribile, mi attraversa la mente. Sono steso sul pavimento del bagno di casa mia,non ci vedo bene. Tutto è..doppio. Guardo la mia mano piena di pillole e sorrido. Magari al prossima mi ucciderà, finalmente. Scuoto la testa, Alex mi sta parlando. "...che ne dici?" Lo guardo. "S-scusa..non stavo ascoltando.." Alessio aggrotta le sopracciglia. "Stai bene? Sei più bianco del solito" annuisco e mi alzo, ho bisogno di fumare. Controllo l'orologio che tengo al contrario, un po' per comodità un po' per nascondere. Fra poco più di dieci minuti Chiara sarà qui e io non so più cosa fare. I pro e i contro si stanno mischiando, non ci capisco più un cazzo. Spalanco la finestra e mi accendo una sigaretta, sperando che la nicotina faccia presto effetto. Tutti sanno che quando fumo non mi devono scassare le scatole e infatti nessuno si avvicina a me. Tranne Alex, che ha un certo punto mi si mette di fianco. "Chiara è fuori dalla porta...meglio se butti quella sigaretta o non sarà più tanto felice di diventare la tua ragazza." lo guardo sorpreso. E lui come fa a saperlo?! Mi porge la scatolina nera. "T'era caduta e non te ne sei accorto. Bello comunque" sorrido e tiro la sigaretta ormai finita dalla finestra. Sospiro e mi strofino gli occhi. "Okay, vado ad aprire."
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The Sound Of Rain
Fiksi Penggemar"Forse dovrei sparire.." "Forse dovresti baciarmi e rimanere con me per sempre" Tematiche delicate:autolesionismo, suicidio.