Capitolo 6

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Il rumore della mia sveglia mi fa aprire gli occhi. Sono sul petto caldo di Genn.
Alzo la testa e spengo la sveglia. Mi metto seduta sul materasso e cerco i miei vestiti. "Dove vai?" la voce di Genn è ancora impastata dal sonno. "È giovedì. Scuola." prendo la mia felpa e i miei skinny jeans neri e mi vesto. "Scuola..? Io non ci vado." gli tiro addosso i suoi jeans. "Si invece. Vieni a scuola." lui si alza e cerco di non guardarlo mentre si mette la biancheria. Scendo in cucina a preparare la colazione. Poco dopo sento gli anfibi di Genn scendere le scale. "Non voglio andare a scuola da quei figli di puttana. Riusciranno a farmi dire che sono stato con te!" non mi volto e continuo a sistemare il caffè e il latte sui due fornelli più piccoli. "Non importa. Siamo stati insieme, ci siamo baciati, ci siamo detti 'ti amo', ci siamo tolti le maglie l'un l'altra. E allora? Mica succede qualcosa eh." lui sbatte un pugno sul tavolo, facendomi sobbalzare. Mi volto di scatto e lo guardo. "NON È NIENTE EH?! SAI COSA VUOL DIRE TROVARTI TRA LE BRACCIA DI QUALCHE STRONZO CHE VUOLE SOLTANTO FERIRMI?! SAI COSA VUOL DIRE PERDERE UN ALTRA PERSONA CHE FINALMENTE MI AVEVA SALVATO DA QUESTO SCHIFO?!" Le lacrime gli stanno rigando le guance rosse per le urla e le nocche sono bianche tanto steinge i pugni. Il suo respiro è affannato. Mi avvicino a lui, sorpassando il tavolo, e gli metto le braccia al collo. "Ei.. Non mi perderai.. E non starò tra le braccia di un'altro. Nemmeno se mi costringessero." gli accarezzo via una lacrima. "Andremo in corridoio mano nella mano, con tutti che ci guardano, sorrideremo e poi andremo verso la classe di storia. Ci siederemo vicini e invece di ascoltare la lezione sui romani disegneremo cuori sul banco scrivendoci i nostri nomi come due piccoli innamorati." lui ride e io mi sento sollevata. "Però la colazione la facciamo in un bar che dico io." e spegne il fuoco. Prende la mia cartella e mi passa la giacca. "Abbiamo venti minuti per arrivare in orario in classe.. Forse un altra volta Genn, rischiamo di beccarci una sgridata dalla Santi, e davvero non mi va di sentirla urlare.." luo ridacchia. "Okay okay. Allora.. Mh.." mi tende una mano, arrossendo. Faccio un piccolo sorriso e gli prendo la mano. Mi alzo sulle punte e gli lascio un bacio sulla guancia. "Andiamo e facciamoli tutti secchi ahaha"
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Arriviamo a scuola.
Un gruppo di ragazzi ci guarda male. Genn stringe la mia mano un attimo prima che un ragazzo moro ci si pari davanti. Un altro ragazzo biondo lo spinge via. "Iodice vattene, questa bella coppietta me la lavoro io. Allora, Raia. Che bella sorpresa." Il ragazzo di prima 'Iodice' guarda Genn. Lui in cambio mi lascia la mano e gli si avvicina. Gli sussurra qualcosa. Si allontana e il biondo di prima lo prende per la felpa. "Perché non ci fai conoscere la tu nuova fidanzata?" Genn tenta di allontanarsi. "Oh, eddai Raia, non fare lo stronzetto." e lo spinge, facendolo finire per terra. Mi chino affianco a lui, che ha gli occhi chiusi. "Vai in classe. Ora" gli stringo la mano. "Ti ho detto che non ti lascio." mi alzo e lo aiuto a fare li stesso. Guardo il biondo, che ci fissa divertito. "Vai a imparare i verbi, inutile ammasso di carne pompata." e mi volto, trascinando Genn lontano da quella galera. Sento dei passi dietro di noi. "Alè smettila di fare il cane" mi giro e trovo il moro di prima. "Ahm.. Ciao.. Io son Alessio, puoi chiamarmi Alex.." e mi tende la mano. Il suo viso è paciocoso. Gliela stringo e lui si affianca a me. "Sono un amico di Gennaro, nonché suo compagno di band" mi blocco a guardare Genn. "Tu suoni?! E non me lo hai detto?!" lui arrossice. Annuisce e si gratta il collo, in imbarazzo. "Non... Non lo racconto a molti.." Alessio fa un rumore di negazione. "Mica ri uccidono se sanno che canti eh." Genn si ferma un attimo. "S-scusate.. Io devo.." si gira dall'altro lato e comincia a camminare. "Dove stai andando?" gli prendo la maglia e lui sussulta. "Cosa succede?" strizza gli occhi per non piangere. "Ei.. Che c'è?" lui tentenna un attimo e abbassa lo sguardo. Intercetto il suo sguardo. Gli tiro la manica e lo guardo. Annuisce. "Okay. Ora andiamo a casa." gli asciugo una lacrima. "Ahm.. Posso venire con voi?" la voce timida di Alessio è implorante. "Certo. Ah io sono Chiara." e ricominciamo a camminare, in silenzio.

The Sound Of RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora