Pov's Genn
Rientro in camera e noto che Chiara si è addormentata. Sorrido e raccolgo le sue mutandine da terra, posandole sulla scrivania. Apro l'armadio e controllo tra le mie varie magliette. Prendo quella dei Nirvana e richiuso le ante senza far rumore. Riprendo le sue mutandine e, cercando di mon svegliarla gliele rimetto. Ammetto di non essere come un ladro che ruba un diamante da milioni di euro ma almeno lei non si sveglia. Le metto anche la mia maglietta, sistemandola bene sulle sue coscie morbide. Mi tolgo i pantaloni della tuta e mi rimetto a letto con lei. Le accarezzo una guancia con il pollice e sorrido di nuovo. "E chi l'avrebbe detto" sussurro "che una semplice ragazza potesse salvarmi dal mio stesso inferno?" mi alzo dal letto, sto scomodo. Le rimbocco le coperte e mi avvicino alla finestra. La apro e poi mi siedo alla scrivania. Cerco nel casino che c'è una sigaretta e un accendino che funzioni. Trovo il mio accendino che non usavo da tempo. Guardo quel minuscolo coso tutto rosa. Com'è che lo chiamavo? Fuffy? Ah si, Flaffy. Flaffy l'accendino rosa. Lo avevo comprato quando ero ancora piccolo e gli accendini per me erano delle cose colorate e basta. Mi metto la sigaretta tra le labbra e la accendo. Cerco con lo sguardo qualcosa che io possa usare come posacenere. Trovo il culo di una bottiglia di plastica. Non so cosa ci faccia qui ma lo uso senza farmi troppi problemi. Prendo un foglio e una matita e comincio a scarabocchiare, svogliato. Guardo fuori dalla finestra: è buio pesto. Sarà mezzanotte? L'una? Alzo le spalle. Soffio il fumo contro il muro e, cosa a cui non avevo pensato, mi ritorna in faccia facendomi tossire. Scarico la cenere con un pò troppa rabbia, visto che i tre quarti finisce sulla scrivania. Digrigno i denti e cerco di tranquillizzarmi. Ci manca solo che la sveglio perché sono incazzato con la cenere, mi prenderebbe per pazzo. Anche se un pò lo sono già, non lo nego. Sto per ricominciare a disegnare quando un rumore di sedie che stridono mi fa sussultare. Ci metto un attimo a capire cosa sta succedendo, il fiato sospeso. La mia sigaretta si sta consumando e la butto nel mio posacenere improvvisato. Mi alzo e rimango in ascolto di quello che succede. Mia madre cerca di non urlare. Chiudo gli occhi e appoggio la fronte alla porta. Mi passo le mani sul viso, gli occhi iniziano a bruciare. "Non di nuovo.. Non ne posso più di sta storia.." sussurro al nulla. Qualcuno di sotto da un pugno al tavolo e di certo non è mia mamma. E ora che faccio? Vado giù a beccarmi i pianti isterici di mia madre e le botte di Sandro oppure rimango qua in camera con Chiara, tappandomi le orecchie e quel che succede non mi frega? Altra sedia che stride. Riapro gli occhi e mi guardo le mani. Sto tremando un casino. Sospiro e mi rigiro verso la scrivania. Prendo il culo di bottiglia e lo pulisco fuori dalla finestra. Un urlo mi fa spaventare e lascio cadere anche la plastica giù. Seriamente, non ne posso più. Rinchiudo la finestra e vado alla porta. La apro e scendo di sotto. Classica scena. Mia madre piange, lui è incazzato. "N-no. Gennaro torna di sopra, ti prego!" guardo mia madre negli occhi. Oscar si gira verso di me e mi sorride. "La tua mammina mi aveva detto che eri da un amico.. Cos'è hai paura che ti pisci addosso pure nel letto degli amichetti?" e ride. Sospiro, ci sono abituato e ste prese in giro. "Sono stanco di te e delle tue stronzate. Vattene per l'ultima volta da questa casa." okay forse un pò di paura ce l'ho, anche se non sembra. Ma sono più incazzato che impaurito. "Io? Andarmene? Oh no. Io adoro stare in questa casa e non sarà certo un pappamolle come te a cacciarmi." una folata di alcool mi arriva in faccia, facendomi venire la nausea. Almeno lavati i denti, Cristo Santo. Mi prende per la maglia, cogliendomi di sopresa. Cerco di divincolarmi ma so già che è impossibile. "Sentimi bene, ragazzino." guardo i suoi occhi iniettati di sangue. "Io faccio quello che mi pare perché tu sei una nullità. Le tue sorelle hanno più palle e cervello di te, infatti non si fanno vedere quando ci sono io." gli graffio le braccia ma lui riesce a bloccarmi. "Figlio di puttana, lasciami andare!" le mie guance sono calde ma sto cercando di non mettermi a urlare.
Mi rigira il polso verso l'interno e io gemo. Cazzo, fa davvero male. Faccio più resistenza che posso mentre lui mi piega il braccio indietro, in una posizione innaturale e dolorosa. Faccio l'unica cosa che mi viene in mente. Gli sputo in faccia e lui mi lascia andare per pulirsi. Mia madre è corsa in camera e si è chiusa dentro. Sguscio su per le scale e lui mi segue. L'ultima cosa che voglio è che veda Chiara nel mio letto. Corro più veloce e riesco ad arrivare in camera e chiudere la porta prima che arrivi.
"APRI PICCOLO BASTARDO!" Chiara salta sul letto, svegliata da tutto quel casino. Mi guarda e poi guarda la porta su cui sono appoggiato. "Genn? Che storia è mai questa?" un altro colpo alla porta. "HAI PURE LA PUTTANELLA SOTTO LE LENZUOLA?! BENE, APRI, VOGLIO CONOSCERLA!" Chiudo gli occhi e una sola parola mi esce dalle labbra, sussurrata: "aiutami.."
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The Sound Of Rain
Fanfiction"Forse dovrei sparire.." "Forse dovresti baciarmi e rimanere con me per sempre" Tematiche delicate:autolesionismo, suicidio.