Capitolo 10

90 5 0
                                    

Genn mi guarda preoccupato. Mi alzo e cerco una felpa nel suo armadio. Lui se la mette e prende in braccio la chitarra, facendo finta di accordarla. Alex si siede affianco a lui, pronto a cantare. Apro la porta, la mamma di Genn mi guarda male. "Ohh state facendo un piccolo concerto per la vostra amica?" annuisco. "E che canzone fate?" nessuno risponde. "Thinking out loud" la voce di Genn è incredibilmente stabile. Dopo capisco quello che ha detto. Mi si infiammano le guance e abbasso lo sguardo. Genn comincia a pizzicare le corde della chitarra e una melodia familiare riempie la sua camera.
Non incominciano a cantare, lasciano che la musica sia sola. Genn alza lo sguardo verso di me, guardandomi negli occhi. Mima le parole del ritornello e fa un minuscolo sorriso. Gli sorrido di rimando. Sento la porta chiudersi dietro di me, la mamma di Genn è andata via. Mi avvicino al letto e poso le mie labbra su quelle di Genn. Si stacca quel poco che basta per sussurrarmi qualcosa: "Ti prego vai via prima che ti distrugga" lo guardo negli occhi, sorpresa. "C-cioè?" si allontana da me, appoggiandosi al muro. "Ti conviene starmi lontana o finisci per ammazzarti pure tu." è tornato a parlarmi da stronzo come facceva una volta. Pizzica pigramente le corde e fa di nuovo lo strafottente. "Ah e per la cronaca, apparte Alex nessuno entra in camera mia senza permesso.. Quindi.. Smamma." guardo Alex, che ha un espressione a dir poco tramortita in volto: nemmeno lui si aspettava una risposta così da Genn. "Ahm.. So che non sono affari miei ma.. Sei sicuro di quello che st-" Genn silenzia Alessio con una mano. "Hai ragione, non sono cazzi tuoi. Quindi sparisci pure tu." Il suo amico lo guarda spiazzato. "Oh no. Questo non te lo concedo. Puoi insultarmi quanto cazzo ti pare ma non mettere in mezzo Alex, non centra nulla." gli strappo dalle mani la chitarra. "E se proprio lo vuoi sapere, Raia, è stato il miglior sesso della mia vita." mi giro e lascio la chitarra per terra, prima di andarmene da camera sua. Scendo le scale in tutta furia e nemmeno saluto la mamma di Genn, fiondandomi subito di fuori. "TESTA DI CAZZO, INUTILE DEFICENTE!" Inizio a correre mentre i polmoni mi bruciano.
Qualcuno mi prende per un braccio e io gli tiro uno schiaffo. Alex mi guarda con gli occhi lucidi e con una mano sulla guancia. "Oddio.. Alex mi.. Mi dispiace.. Scusa.." mi avvicino e gli faccio togliere la mano, per controllare. "Scusami davvero.. Io non.." sbuffo e lo abbraccio. "Dio, che casino.." Alessio mi stringe tra le sue braccia incredibilmente forti. "È okay, non fa tanto male.." il suo telefono tintinna. Scioglie delicatamente l'abbraccio e controlla il cellulare. Soffia e lo rimette in tasca. "Si è già pentito" alzo le spalle. "Aspettiamo ancora un pò. Anzi.. Andiamo al centro commerciale. Poi torniamo da lui" Alex mi guarda per un attimo, poi sorride. "Okay, andiamo con la tua?" Arrossico. "Ahm.. Non ho ancora la patente..io ho ancora 17 anni.." lui non capisce. "Ma.. Fai lo stesso anno di Gennaro.. Non ha senso." alzo le spalle. "Nata a dicembre ma mia madre mi ha iscritto subito nell'anno successivo al mio" non so quello che ho detto, ma di solito se lo dice mia madre ha un senso. Alessio fa la finta di aver capito. "Va bene, allora andiamo con la mia" e si incammina. Lo seguo in silenzio e, anche se non vorrei ammetterlo, controllo il cellulare ogni 3 secondi, pronta a scattare.
~~~
Arriviamo davanti al centro commerciale con uno sbuffo della Punto bianca di Alex. Scendo e inizio a correre verso l'entrata, ha iniziato a piovere. Alex mi raggiunge ridendo. "Mi volevi lasciare li da solo?!" ridacchio e gli do una spintarella. "Tanto a te non si nota se hai i capelli bagnati, i miei si!!" e rido di nuovo. "Allora, dove vuoi andare prima?" guardo i negozi. Lo prendo per mano e lo tiro verso un negozio con l'insegna rossa e bianca. "Andiamo alla Mondadori, nel mio mondo preferito fatto tutto di carta."

The Sound Of RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora