Capitolo 22

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Io e Genn ci sediamo sul divano, io stendo la coperta su entrambi. Mi accoccolo al suo petto e gli do dei piccoli bacini. Il calore dei nostri corpi mi fa rilassare e per poco non mi addormento. "Genn.. " smette di giocherellare con i miei capelli. "Ti va di andare a una festa sta sera? Giusto per sciogliere i nervi..." lo sento sospirare. "Okay.. Dove vorresti andare?" alzo lo sguardo su di lui. "Bho.. Magari andiamo al Old square.. Se non sbaglio sta sera davano un aperitivo per la festa del proprietario" Genn smette di abbracciarmi e toglie la coperta da se. Percepisco un brivido di freddo, le sue braccia già mi mancano.
"Vado a farmi una doccia, così puoi prepararti tu con calma." e se ne va. Ho uno strano presentimento, Genn mi sembra.. Diverso. Mi alzo anche io e vado in camera, dove comincio a preparare i vestiti. "Ho finito, puoi andare tu.." mi giro verso Genn, che si è rimesso i vestiti di prima. "Che c'è che non va?" gli chiedo leggermente spazientita. Evita di guardarmi negli occhi. "Niente.." si certo perché io ci credo. Gli prendo le mani e lo costringo a guardarmi. "Ti ho detto che non ho niente, lasciami in pace!" lo guardo shockata. "Non ti va di andare?" sbuffa. "Si invece, ho voglia. Ho voglia di farmi un sacco di Gordon's e Martini, ficcandoci dentro anche un pò di cenere di sigaretta, giusto per fare un bel miscuglio stile droga, ubriacarmi tanto da scordarmi anche come si fa a parlare e magari anche a ragionare così è la volta buona che mando a puttane il buon senso e mi butto giù da quel cazzo di cornicione con i polsi che sanguinano!!"
Le sue urla hanno riempito la camera e ora respira affannosamente per riprendere fiato. Stringe i pugni così tanto che le nocche sono bianchissime mentre lacrime di rabbia scivolano giù dalle sue guance.
Non mi ha spaventato con i suoi urli, anzi mi ha intenerito. Mi avvicino con calma a lui e sorrido. "Mi sono sempre chiesta il perché dei tuoi segni sulle nocche.." parlo tranquilla, lui mi guarda come se fossi pazza. "Quando ti vedevo a scuola pensavo che era perché picchiavi la gente. Tipo che ti faccevi male perché tiravi dei pugni fortissimi. Invece è tutt'altro. Sai, ho visto il tuo scatto verso il muro, prima. Non ti fa male tirare i pugni alle pareti?" il suo sguardo è un misto tra shock e disgusto. "E poi... Wow, il Gordon's? È roba fortissima, come fai a mandarlo giù? Io mi brucerei tutta la gola con un millilitro di quella roba" cerca di scrollarsi di dosso le mie mani ma senza convinzione. "Immagino che sia sempre uno dei tuoi modi per farti male.. Bere fino allo svenimento..." non proferisce parola e io continuo. "Sempre a scuola, quando non facevi lo stronzo con me, ti osservavo. Immaginavo cosa nascondessi sotto a queste felpe così grandi per il tuo corpo.. E se mi avessero detto che nascondevi un segreto così grande, probabilmente ti avrei visto sotto una luce diversa, come ti vedo ora. Adesso ripenso a tutte le volte in cui ti guardavo e nuovi dettagli mi vengono in mente. Prima ti pensavo felice, pieno di amici, insomma ti immaginavo un tipo molto festaiolo e spensierato. Ora mi ricordo di tutte le volte in cui uscivi dalla classe e rientravi con il cappuccio in classe e te ne fregavi dei prof, o quando in quel periodo che i prof ci hanno messo vicini perché tu non studiavi e invece di seguire la lezione ti divertivi a costruire dei taglierini con la lametta dei temperini e il corpo delle Bic... Li usavi per tagliarti?" annuisce.
"E quando arrivavi a scuola con gli occhi rossi non eri cannato, giusto?" annuisce di nuovo. "Erano rossi perché avevi smesso di piangere 5 minuti prima.." sussulta e una lacrima gli riga il viso. Lo abbraccio e lui si abbandona al pianto, sussurrando parole sconnesse. "Io ho sempre odiato piangere.. Mette in evidenza la mia parte più debole... Devo smettere di piangere." trattiene il respiro e strizza gli occhi, rifiutandosi di far cadere altre lacrime. "Genn piangere è una cosa positiva... Devi farlo, ti fa stare meglio.." "no, no! Non posso essere debole, non voglio" gli accarezzo una guancia. "Amore non devi vergognarti dei tuoi sentimenti.. È okay piangere.." lo stringo più forte e lui comincia a dare i primi segni di cedimento. Lo porto sul letto, appoggiando la mia schiena alla testata del letto. Gli accarezzo la schiena e lui appoggia la testa sulle mie cosce. "Va tutto bene... Sfogati amore... Sono qui.." singhiozza e si raggomitola, portandosi le ginocchia al petto. Respira a fatica e lo capisco: anche a me è capitato che quando hai bisogno di piangere tanto ci sia come una morsa sul petto, che ti fa male e che ti impedisce di respirare. Gli accarezzo i capelli e un mezzo lamento da il via a tanti singhiozzi molto forti, assieme alle lacrime. Genn è percorso dai brividi e dai sussulti e appena gli poso una mano sul fianco lui, se possibile, piange ancora più forte. Lo tiro su e lo stringo tra le braccia come un bambino, cullandolo dolcemente. Appoggio la fronte alla sua tempia e sussurro al suo orecchio per rassicurarlo. "Bravo amore.. Sono qui.. Sei al sicuro con me, lo giuro.." gli do un piccolo bacio sull'orecchio e gli accarezzo il fianco.
Dopo un pò decido di farlo calmare, cosi comincio a dargli dei baci tra i capelli e a guardarlo negli occhi. Tira su con il naso e si strofina gli occhi, singhiozzando ancora. Piano piano comincio a intonare le note di una ninna nanna mentre lui si appoggia con la testa alla mia spalla. Sussurro le parole e lo dondolo con tranquillità e i suoi respiri si calmano. Continuo a cantare fino a quando non capisco che si è addormentato, ancora in braccio a me. Tiene la testa appoggiata al mio petto e le gambe incrociate alle mie, mentre io tengo le braccia attorno a lui. Senza svegliarlo mi metto più comoda e ci copro con la coperta. "Buonanotte cucciolo.. Sarò qui se ne avrai bisogno.." e gli do un bacio sulla fronte.

The Sound Of RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora