Mi sveglio, da sola. Sento tutto il corpo estremamente pesante tanto da non riuscire nemmeno ad alzarmi. Allora è così che ci si sente quando si rompe con un ragazzo. Non lo avevo mai provato prima. Chissà se Genn sente lo stesso peso che sento io nel petto.. Vorrei chiederglielo ma ho paura che non mi risponderebbe.
Alla fine riesco a mettermi seduta sul materasso. È tutto così silenzioso, cosi.. Vuoto. Accendo il telefono, una piccolissima speranza che lui mi voglia c'è ancora. Ma l'unica persona che mi ha scritto è Alex. Ha detto che verso le nove verrà a trovarmi, per stare un pò con me. Sono le otto e cinquanta. Mi alzo e prendo la mia felpa. È nera, proprio come quella di Genn. Ogni singola cosa mi ricorda lui e io non posso ignorarlo. Anche una piccola cosa, come una matita, mi ricorda lui. Mi ricorda le parole che mi ha scritto per il compleanno, che mi avevano fatto piangere tantissimo. Ora quelle stesse parole mi trafiggono e mi fanno male. Qualcuno bussa, giù di sotto, immagino sia Alex. Scendo le scale lentamente, con moventi meccanici. Apro la porta e il viso dolce di Alessio mi sorride. "Ciao, come stai oggi?" alzo le spalle, lui, capisce. Lo lascio entrare e lui sistema il giacchetto nel appendiabiti. "Sono venuto troppo presto? Sembra che tu ti sia alzata ora." non dico nulla, cerco qualcosa da mangiare. Ma non ho fame. L'idea di questo ingerire anche un solo pezzo di pane mi fa venire la nausea. "Se vuoi te la preparo io la colazione" sorrido debolmente ad Alex e lui guarda cosa ho in frigo. Comincia a versare il latte nel pentolino, in silenzio. "So che non è il momento... Ma ti devi ricordare di fare le cose più semplici. Lo so che è difficile, che vorresti solo stare a letto a piangere ma ti prego, per il tuo bene, continua a mangiare e a prenderti cura di te stessa, okay?" mi guarda, io annuisco anche se con poca convinzione. "Scusa Alex... È che.. Non ho voglia di parlare.." lui non fa caso a quelle parole sussurrate anche se le ha sentite. Alex ascolta sempre.
"Oggi ti va di venire a Casa Lavica?" sospiro, anche li ci sono i ricordi. Forse quelli più dolorosi. Guardo l'anello di Genn, e faccio no con la testa. Non lo voglio togliere, o meglio, vorrei ma non ci riesco. "Allora.. Uh... E se..." Alex rimane in silenzio. Non trova una cosa che non mi ricordi Genn.
"Alex?" lo chiamo e lui si gira dopo aver acceso il fuoco.
"Lui come sta?"ho deciso che non dirò il suo nome, chiamarlo "lui" gli dà un aria più vaga nella mia mente. Alessio arriccia le labbra, non vuole dirmelo. Mi alzo e vado verso le scale. "Fa niente, non voglio saperlo.." e vado su di sopra. Appena chiudo la porta un odore di fumo e ammorbidente mi invade le narici.
Non è possibile. È come se.. Se fosse stato qui. Ma non può essere stato qui, lui è a casa sua.
Eppure il suo odore è così forte, così presente.
"ALEX!" Grido il secondo nome che mi viene in mente. O almeno credo di gridarlo. Lo urlo all'infinito fino a quando mi sento mancare e mi devo appoggiare al muro. Scivolo per terra e provo a gridare un ultima volta, ho bisogno di aiuto, non riesco a respirare. Ormai il bianco dei muri mi confonde, fino a quando non si para davanti a me una figura nera mi prende in braccio, delicatamente e io lo chiamo. Forse è davvero lui. Forse è davvero Genn.

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The Sound Of Rain
Fanfiction"Forse dovrei sparire.." "Forse dovresti baciarmi e rimanere con me per sempre" Tematiche delicate:autolesionismo, suicidio.