Capitolo 31

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Dopo una settimana, Genn è stato dimesso. Il medico mi ha detto di lasciarlo molto a riposo, perché anche se non lo vuole ammettere, è ancora sotto shock.
Ora siamo in camera mia e sto aiutando Genn a mettersi una felpa pesante, visto che ancora il taglio gli fa male.
"Hai fame?" il suo stomaco sta brontolando da un pò.
Fa di no con la testa e si sistema meglio sotto le coperte.
Cerca di nascondere i rumori del suo stomaco vuoto e io sbuffo. Mi alzo dal letto e vado in cucina, dove comincio a preparare a Genn qualcosa da mangiare. Gli porto un piatto con una brioche calda e un pò di latte. Storce il naso quando vede il piatto. "Genn, perché non vuoi mangiare?" scrolla le spalle. "Non ho tanta fame.." metto la tazza sulla scrivania. "Genn.." mi guarda con i suoi occhioni azzurri.
Gli luccicano a causa delle lacrime e io non posso fare altro che abbracciarlo. "Passami il latte.."

Genn tira su con il naso e si strofina un occhio con la mano. Ha tutti i capelli spettinati, gli occhi gonfi e lucidi e la t-hirt nera tutta stropicciata. "Prima ho avuto un altro incubo.." sussurra tenendo gli occhi bassi. Soffio sul latte, non staccando gli occhi da lui. "Potresti... Mi fai un pò di coccole?" arrossisce e mi guarda negli occhi da sotto i ciuffi di capelli. Sorrido e gli passo la tazza di latte e la beve in un sorso, tenendola con entrambe le mani. Rimette la tazza sul comodino e si tira le coperte fino al mento. Lancia un occhiatina alla porta semi chiusa e rabbrividisce. Mi alzo per chiuderla,capisco che ha paura del buio. Mentre rifletto su questo sento un "bip" e tutte le luci di casa si spengono. Genn lancia un gridolino e si agita sotto le coperte. Cerco a tastoni uno dei nostri telefoni ma, con la sfiga che ho, ribalto la tazza che va in frantumi per terra. Genn comincia a singhiozzare e respira pesantemente. "Ei cucciolo.. È tutto okay, sono qui..devo solo trovare i nostri cellulari" ne afferro uno e lo accendo. È quello di Genn. Lo sblocco e accendo la torcia, puntandola verso di lui. Si è rintanato in un angolino del letto e trema come una foglia. Mi metto a letto con lui e comincio a coccolarlo per farlo stare tranquillo. Poco alla volta comincia a piangere di meno e si calma. Il vento soffia più forte proprio quando sembra essersi tranquillizzato, e gli ululati lo fanno rabbrividire. Odia queste cose, le odia con tutto se stesso. "Ehi... Amore, sono qui.. È solo il vento tranquillo" mi guarda spaventato, ha di nuovo gli occhi lucidi. Lo abbraccio e sussurro cose dolci al suo orecchio fino a quando non si addormenta. Poco dopo ritorna la luce e, senza svegliarlo, mi alzo dal letto. Spengo la torcia del telefono, raccolgo i pezzi della tazza e li metto sulla scrivania. Un mezzo gemito mi fa girare. Genn si è messo più comodo e tiene il pollice verso la bocca, che è leggermente aperta. Sorrido all'idea che possa succhiarlo mentre dorme, come un bimbo piccolo. Mi rimetto a letto e lo guardo mentre dorme. Sembra così rilassato: le ciglia che gli ricadono sulle guance, le labbra schiuse e le guance solo un pochino colorite. I suoi respiri sono tranquilli e profondi. Un ciuffo di capelli gli ricade sugli occhi ma io non lo tolgo. Gli accarezzo una guancia e, sempre dormendo, si accoccola al mio petto. Tiene ancora il pollice davanti, così vicino che si sfiora le labbra. Con l'altra mano mi stringe la maglietta, non intenzionato a lasciarmi andare. Lo abbraccio e lui abbandona quel poco di tensione che ancora aveva. Sussurra qualcosa che non capisco. Mi avvicino con il viso a lui e "ti amo.."
Sorrido e gli do un bacino sulla fronte. Forse starà già sognando ma sono sicura che quel ti amo era per me.

La mattina dopo mi sveglio con Genn ancora abbracciato a me. Alla fine sta notte il suo pollice gli è finito in bocca. Lo guardo mentre ciuccia beatamente, igniaro di quello che sta facendo. Scivolo delicatamente fuori dal letto e gli rimbocco le coperte. "Sei così tenero mentre fai la nanna.." sussurro al suo orecchio. Vado giù in cucina, dove avevo lasciato un pò un casino. Comincio a sistemare e poco dopo mi sento qualcuno sbadigliare. Mi giro e sorrido. "Ciao amore" lui si stropiccia gli occhi. "Mi sono svegliato che mi stavo ciucciando il dito, ci credi?" sorrido e mi avvicino, passandogli una mano tra i capelli arruffati. "Si amore, ci credo. Ed eri tenerissimo mentre lo faccevi" arrossisce un pò e io gli accarezzo la guancia con il naso. "Spero di vederti sempre con il pollice in bocca mentre dormi. Sei così dolce.." sorride e abbassa lo sguardo, non abituato a quei complimenti. "Non so che mi prende.. Ma ho ancora sonno.." ridacchia un pochino. Intreccio le dita alle sue. "Allora andiamo a fare la nanna, dormiglione" e lo trascino in camera da letto.
Lo butto sul letto ma non sta attento e si fa male al braccio. Mi metto seduta affianco a lui e con delicatezza gli tolgo la benda. Il taglio si è un pò cicatrizzato, ma  è ancora un pò aperto.
Passo un dito sul segno e lui sussulta. "Ti fa male?" annuisce e io lo stringo. "C'è.. C'è una cosa di cui ti devo parlare.." lo guardo. "L'altra sera.. Quando.. Quando mi hai cantato la ninna nanna.." lo lascio continuare. "Mi è  piaciuto.." arrossisce e abbassa lo sguardo. "Okay... Vuoi che te la ricanti?" gli accarezzo i capelli alla base della nuca. Annuisce. Lo tiro sotto le coperte e si accoccola al mio petto. Comincio a cullarlo e a cantichiare una ninna nanna.
Mi stringe la maglia tra le sue dita e ci addormentiamo insieme.

The Sound Of RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora