Capitolo 1. Un nuovo inizio

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Penelope

In redazione sono tutti carini, mi hanno già fatto vedere la mia postazione e la segretaria Lunedì mi farà da guida per la redazione intera e mi spiegherà tutto quello che devo sapere e tutto quello che dovrò fare.

Incontriamo per caso anche la direttrice che mi fa i complimenti per il modo in cui sono vestita, ma sopratutto per la mia camicia di Fendi.

Posso sembrare snob e modaiola, ma non penso solo a questo, ho studiato giornalismo e contemporaneamente moda a Roma, e Vogue è sempre stato il mio sogno. Mi piace un sacco l'alta moda e fortunatamente posso permettermela, però spesso mi accontento anche di cose completamente senza marca, anzi, amo andare nei mercatini dell'usato, poi ci sono un sacco di cose nel mio stile e a volte si trovano le grandi firme di anni passati. Insomma ho un po' una fissazione per i bei vestiti.

Non appena esco dalla redazione mi sposto verso il centro, anche se è Ottobre la stagione è decisamente calda, e la giornata è magnifica. Sto un po' in giro a comprare qualcosa di carino da indossare a lavoro ora che inizio, ho bisogno di qualche pantalone e qualche camicia nuova, passo da Fendi, Burberry e faccio un salto anche da H&M, trovo delle camicine deliziose li, le pago una cavolata e fanno la loro bella figura.

Sono pienissima di buste, quando mi accorgo che è fottutamente tardi, e devo correre verso casa della ragazza, per l'appuntamento. Mi piacerebbe alzare la mano e vedere un taxi inchiodare ai miei piedi ma qua non sono a New York e non sono neanche Carrie Bradshaw. Mi limito a chiamare la stazione dei taxi e indicare la via in cui sono per farmi raccattare e portare dove devo andare.

Pago la corsa e mi avvio al portone col numero civico che mi è stato indicato. Citofono.

"Chi è?"

Mi chiedono

"Penelope, devo vedere l'appartamento."

"Sali, terzo piano."

Il portone si apre, e lo spingo, ho i piedi che mi pulsano, sono da 9 ore su dei tacchi 12, ma resisto come faccio di solito. L'ascensore è occupato e non ho la forza di aspettare, quindi prendo le scale.

Arrivo al terzo piano distrutta, ma il palazzo è abbastanza nuovo e ben messo.

Quando arrivo alla porta mi aspetta una ragazza, ha una felpona grigia e un bellissimo sorriso, mi viene quasi subito voglia di abbracciarla.

"Ciao, tu devi essere Penelope."

Mi dice.

"Sono Penelope e ho anche perso un polmone per le scale."

Dico, e devo avere una faccia affranta, perché lei ride, e di rimando le sorrido anche io.

Irene

Guardo la ragazza davanti a me: sembra molto sofisticata e ben vestita mentre io sono l'opposto! Jens, felpa e converse...
"Vieni andiamo in cucina, sarai stanca! Ti va un tè?"

Le chiedo.
Lei annuisce, la trascino con me in cucina e la faccio accomodare.
Mentre preparo il Twinings decido di conoscerla un po' meglio.
"Allora Penelope, tu cosa fai? Studi, lavori?"

Le chiedo.
"Lavoro, sono appena stata assunta come stagista da Vogue..Tu studi?"

Mi chiede.
"Wow! Che figata! Io studio composizione qui, sono al secondo anno "

Le rispondo io.
"Si, amo la moda e la fotografia e Vogue è proprio il mio sogno da sempre."

Mi dice
"Anche a me piace la fotografia ma per hobby -aggiungo servendole il tè- Beh cosa ti piace fare nel tempo libero?"

Ad una stella darò il tuo nome |Il Volo| COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora