Capitolo 3. Chiariamoci

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Irene

Un lieve raggio di sole illumina il mio viso, mi giro dall'altra parte del letto e vedo Ignazio che dorme beato.
Ieri sera mi ha stupita, non mi aspettavo di leggere nei suoi occhi tanta sincerità nei miei confronti, non pensavo ci tenesse davvero a me. Gli accarezzo i capelli e faccio per alzarmi cercando di non svegliarlo ma mi sento tirare per un braccio.
"Dove vai?"
Mi chiede con voce impastata dal sonno.
"Scusa non volevo svegliarti,ma devo tornare a casa."
Gli dico sorridendo leggermente.
"Ire è l'alba -mi risponde guardando la sveglia -Resta ancora un po'."
"È che...."
Cerco di dire.
Si solleva a sedere sul letto e mi guarda intensamente
"Cosa c'è che non va? Sono io? Forse non ti piaccio?"
Mi chiede con voce roca.
"No non sei tu! Mi piaci! Mi piaci tanto...ma c'è qualcosa che devi sapere."
Gli dico accarezzandogli la barba e mettendomi a sedere a gambe incrociate sul letto.
"Dimmi, ti ascolto."
Mi dice tirandosi indietro i capelli che gli ricadono sul volto.
"Per me è difficile fidarmi di un ragazzo ormai. Vedi io avevo un migliore amico, era un fratello, un confidente. Un giorno di tre anni fa scattò qualcosa di diverso in entrambi:dapprima attacchi di gelosia e poi la voglia di sfiorarsi,di baciarsi, insomma ci innamorammo"
Dico guardandolo fisso negli occhi.
"E. . ."
Mi incita a continuare lui.
"Dopo un anno non avevamo ancora rapporti fin quando un giorno mi lasciai andare, doveva essere il momento più bello per me e invece, lui era un po' violento e pensava a soddisfare solo se stesso, ma era il mio primo amore e io cercavo di accontentarlo."
Spiego con un groppo in gola.
Ignazio mi stringe le mani e io continuo
"Negli ultimi mesi Nicola cambiò, mi faceva scenate di gelosia se indossavo una minigonna, mi trattava rudemente e soprattutto cercava scuse per non vedermi. Io non ne potevo più e dopo una brutta litigata mi presi una pausa per riflettere, venendo a scoprire che già vedeva un'altra, ma la cosa peggiore fu sapere che stava con lei già da due anni..Capisci Ignà? Con me e lei contemporaneamente!"
Dico in un singhiozzo.
"Hey, piccola. Non piangere. Io non sono lui! Io non ti farei mai una cosa del genere."
Mi dice asciugandomi le lacrime con la sua bocca.
Mi stringo forte a lui, al suo corpo possente cercando il suo calore.
"Facciamo una cosa -continua a dirmi lui- Iniziamo piano piano, vuoi?"
Mi chiede scrutandomi con i suoi occhi profondi.
"Sì sì."
Gli dico sfiorandogli appena le labbra.
"Allora iniziamo da un vero e proprio primo appuntamento...Me lo concede signorina?"mi domanda con il suo irresistibile sorriso.

Penelope

Il risveglio nella nuova casa è decisamente dolce e per nulla traumatico, niente rumori, niente sfracassi, non sono abituata a questa pace.
Entra un po' di sole dalla finestra, deve essere una bella giornata.
Decido di alzarmi, è già tardi per i miei standard.
Mi stiracchio nel mio pigiama di raso celeste e vado in cucina. Spero di trovare qualcosa, intanto oggi ho bisogno di farmi un po' di spesa di roba che mangio, anche perché mi sento tipo una ladra a mangiare le cose di Irene.
Nella mia tazza verso l'acqua che ho messo a bollire con un filtro di tè alla vaniglia, non mi fa impazzire, ma è pur sempre tè. Quando sono rilassata sulla sedia sento il chiavistello della porta girare.
Irene è davanti a me, ha la faccia un po' sfatta.
"Buongiorno Penelope, scusami per ieri sera, sono pessima."
Mi dice mortificata, venendo in cucina.
A me non importa che lei sia andata da Ignazio, anzi mi fa piacere, si guardano in modo tenero, come io non riuscirò mai a fare.
"Buongiorno. Come è andata la notte?"
Chiedo io sorridente.
"Che notte? Abbiamo solo dormito che ti credi?"
Mi dice in una risata isterica.
"Vieni a fare colazione, l'esselunga ci aspetta più tardi."
Dico battendo la mano sulla sedia vicino a me.
"Sì, ho fame, sono corsa subito qua senza fare colazione. Com'è andata a finire la serata?"
Mi chiede addentando subito dopo un biscotto.
"Bene, forse per lui non tanto."
Dico bevendo il mio tè, che anche senza zucchero ha un sapore dolciastro.
"Oddio che ha combinato?
Mi chiede lei apprensiva.
"Ehm. ."
Ormai siamo coinquiline, devo comunque iniziare a fidarmi e a costruire un rapporto umano.
"Che è successo? Gli devo spaccare la faccia?"
Versa il caffè nella tazzina e mi guarda seria.
"Dovresti spaccarla a me in verità."
E lei mi guarda scioccata,mentre le sorrido.
"Spiegami."
Mi dice cauta.
"Un bicchiere tira l'altro e siamo finiti sul divano."
Dico gesticolando nervosamente. Di solito non amo parlare della mia vita privata.
"Lo avete fatto?"
Mi chiede sgranando gli occhi.
"No, c'eravamo quasi. Ma era tardi e non volevo restasse. Quindi l'ho cacciato fuori."
Dico tranquilla, sorseggiando il mio tè.
"L'hai cacciato - scoppia a ridere- Povero Piero non oso immaginare."
"In effetti era un po' irritato. E' per caso Permaloso?"
Chiedo a lei che si rilassa col suo caffè.
"Un pochetto, ma mai come Ignazio."
Mi dice lei.
"Se ne farà una ragione. Bacia bene però!"
Dico scrollandomi le spalle, e dicendo un'ovvietà.
"Sei un personaggio Penelope. Io invece ho preso una decisione importante. Ho deciso che darò un'opportunità ad Ignazio."
Dice lei soddisfatta e io sono felice per loro.
"Seriamente? Allora è servito restare da lui ieri."
Dico entusiasta.
"Beh, è tutto molto complicato, ma credo che a me ci tenga davvero."
Dice arrossendo prepotentemente.
Mi piace questa ragazza, è così diversa da me, riesce ad emozionarsi, e forse un po' la invidio per questo.
"Dai Irene, ti guarda con i cuori negli occhi. Non ti ha staccato un attimo gli occhi di dosso e cerca sempre un contatto fisico con te."
Le dico ovviando la situazione in cui si trova.
"Io sono uscita da una brutta situazione, ma quella è un'altra storia."
Mi dice risoluta.
"Di brutte situazioni ne viviamo tutti, poi tocca a noi fare le scelte che ci porteranno avanti."
"Allora tu nulla con Barone?"
Vuole cambiare discorso, i suoi occhi diventano più tristi.
"Io ci starei volentieri con lui, ma solo a livello fisico, di storie serie non ne voglio."
Perché tutti abbiamo le brutte situazioni, e io sono diventata con esse una stronza insensibile.
"Beh, è un peccato. Piero è in gamba."
Mi dice lei dispiaciuta.
"Io non sono fatta per essere di qualcuno, sono fatta per essere libera. Penso che non mi innamorerò mai."
In effetti con Calogero non era poi per niente amore.
"Mai dire mai."
Dice pensierosa.
"Comunque domani sera esco con Ignazio e non so cosa mettere, mi fai compagnia a fare shopping?"
Mi chiede
"Certo che ti faccio compagnia. Ma tu promettimi che non mi fai comprare nulla. Devo assolutamente cercare di non comprare niente."
Le dico sorridendo.
"Ok, ci provo."
Mi dice posando la sua roba nel lavabo.

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