PenelopeIn redazione è la solita vita noiosa, non mi piace più stare qua, non mi va più di lavorare, sono svogliata e distratta. Da quando sono partiti per il tour i ragazzi, Irene è sempre più giù e più scontrosa.
Mentre finisco di controllare l'impaginazione dell'intervista a Nobili e segnare le foto che vanno bene e quelle che non mi piacciono qualcuno bussa alla mia porta.
"Avanti."
Dico a voce alta mentre rileggo una frase che mi suona strana."Buongiorno."
Una voce calda e suadente, che ho già sentito e non di mia conoscenza.Alzo gli occhi e Simone Nobili è qua in redazione.
"Ciao."
Dico guardandolo stranita."Posso?"
Mi chiede indicando le poltrone davanti alla mia scrivania."Si certo vieni."
Dico alzandomi dalla sedia, e di colpo mi gira la testa e devo posarmi. Lui mi corre di fianco."Ehi, che succede?"
Dice prendendomi dalla vita."Nulla, solo un lieve malore."
Dico tenendomi la testa.Mi lascia un bacio sulla guancia prima di farmi sedere sulla mia poltrona e poi si accomoda nelle poltroncine ospiti.
Chiamo in portineria ordinando due caffè, un tè verde alla menta e dei pasticcini da portare nella mia stanza.
Simone mi parla di sfilate e di come procede e degli studi di teatro che sta facendo, ha tutta la gioia dei vent'anni negli occhi, quella gioia che io non ho mai visto nei miei occhi, ma che mi ricorda un sacco gli occhi di Piero.
Mi sento gli occhi pizzicare quando bussano alla porta.
"Ecco tutto."
Mi dice la segretaria di Mirella consegnandomi l'ordine, non amo farmi portare le cose in ufficio, ma stavolta non avevo la forza di schiodarmi dalla sedia.Metto il mio tè accanto al pc e bevo il caffè insieme a Simone che non vuole saperne di andare via, parla e mi guarda, guarda le mie mani, mi guarda in viso e ogni volta che incontra il mio sguardo mi sorride e diventa appena rosso.
"Lo so che mi hai già detto che non è il caso, ma posso invitarti per cena?"
Mi chiede lui di nuovo."Simone, non sono quella giusta, fidati, per favore. Legarsi a me, in un qualsiasi rapporto è dannoso, sono capace di rovinare sempre tutto e davvero, non voglio che la gente soffra per me."
Dico con gli occhi che mi pizzicano."Perché dici questo? Hai appena chiuso una storia vero?"
Mi dice fissandomi.
"Si, è così, si vede dai tuoi occhi, ma ti giuro che io non cerco sesso per una notte Penelope, e non voglio farti male."
Mi dice continuando a fissarmi."Non saresti tu a farmi male, sarei io a ferirti a morte. Ti prego Simone, resta fuori da me, e dal mio intorno, ricordami solo come la giornalista improvvisata di VOGUE."
Dico fissandolo."Tornerò a trovarti quando starai meglio. E ti ricordo come la bellissima giornalista che è riuscita ad intervistarmi senza sguardi languidi, ne occhiatine maliziose, ma con lo sguardo fermo e la professionalità di una donna, e non di una femmina. E lasciatelo dire. Chi ti ha lasciata scappare è stato davvero un cretino."
Dice sollevandosi dalla sedia.Con un gesto veloce bacia le mie labbra lasciandomi interdetta e con la mano a mezz'aria per staccarlo, ma non me ne da il tempo, fa tutto in modo veloce.
Esce senza salutarmi.
Prendo il mio tè alla menta e corro a casa, lasciando in portineria l'articolo, da consegnare al redattore. Ho bisogno della mia casa, della mia tranquillità.
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Ad una stella darò il tuo nome |Il Volo| COMPLETATA
FanfictionCOMPLETATA Irene e Penelope, due ragazze trapiantate a Milano. Dalla loro convivenza nasceranno amicizie e amori, ricambiati e non. Non vi resta che avventurarvi. .