Capitolo 36. Ti telefono o no?

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Penelope

Esco da redazione, è ormai sera. Ottobre, e il cielo che diventa scuro alle 5 del pomeriggio mi portano tristezza, nonostante ami l'inverno.

Saluto i miei colleghi e vedo Piero li davanti, alza una mano.

"Amore sono qui"
Mi dice sorridendo.

"Ciao."
Mi avvicino a lui e gli do un bacio sulla guancia.

"Andiamo che poi Ignazio rompe."
Mi dice lui ridendo.

Ci avvicianiamo piano alla macchina di Piero, mano nella mano.

Preme il bottoncino sul telecomando e si illuminano i fari nel buio ad indicare che la macchina è aperta.

"Piè..."
Dico con gli occhi sbrilluccicosi, non sapevo che avesse questa macchina.

"Che c'è?"
Mi chiede lui fermandosi.

"Posso?"
Dico indicando la macchina, guidarla sarebbe un sogno per me.

"Sì ma...ad una condizione."
Mi dice lui sorridendo.

"Cosa?"
Chiedo con un maxi sorriso.

"Appena entriamo in macchina voglio un bacio! Mi sei mancata amore."
Mi sussurra all'orecchio.

Faccio cenno di si e stendo la mano, super emozionata, per avere la chiave.

"Trattala bene la mia bambina."
Mi dice porgendomi le chiavi che strappo dalle sue mani e corro allo sportello dell'autista. Apro la portiera e salgo emozionata.

"Non correre al solito tuo."
Mi dice Piero mentre chiude il suo sportello e mi sorride.

Gli faccio una linguaccia e mi sistemo come meglio posso nel mio sedile, è così comodo e confortevole. Lo sistemo in modo da essere comoda anche alla guida.

"Stai dimenticando qualcosa "
Mi dice lui bacchettone.

"Si maniaco del controllo, ora la metto la cintura."
Gli dico sorridendo.

"Quella anche, ma parlavo d'altro"
Mi dice.

Ci penso su, aah certo il bacio.

"Aaah"
Dico voltandomi verso lui.

Mi sorride e si sporge per avere il suo bacio, sfioro le sue labbra con le mie un paio di volte e mi tiro su, mettendo la cintura di sicurezza.

"Allora andiamo?"
Dico elettrica.

"Andiamo "
Mi dice lui sospirando.

Ingrano la prima e parto, facendomi strada nel traffico milanese delle sette di sera, sfrecciando per le strade. Dando colpi di clacson alla gente beota che ancora non ha capito che quando scatta il verde deve ripartire.

Arriviamo da Ignazio e parcheggio in retromarcia per uscire meglio dopo.

"Tu sei matta."
Mi dice Piero sganciando la cintura.

"È per questo che ti piaccio. Oddio amo questa macchina."
Dico sognante, è ancora meglio di quanto pensassi.

Scendiamo dalla macchina e consegno le chiavi a Piero, spero un giorno di poterla comprare una tutta per me.

Citofoniamo e aspettiamo la risposta.

"Ignà apri."
Dice Piero appena sente il rumore del citofono.

"È arrivato a comandare."
Dice Ignazio aprendo poi il portone.

Entriamo mentre Piero sbuffa e chiama
l'ascensore. Vado ad abbracciarmelo stretto stretto, mentre gli do una serie di bacini sul naso.

Ad una stella darò il tuo nome |Il Volo| COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora