Capitolo 47. La ferita che oramai non va più via

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Penelope

Mi trascino in redazione, i soliti tacchi alti ma lo sguardo è basso, e tengo su la musica negli auricolari, non avevo mai fatto questa cosa fuori casa, la musica l'ho sempre ascoltata solo in cameretta.

Stamattina gli occhi pizzicano ancora di più delle altre mattine e non so perché.

Arrivo, saluto tutti e vado nel mio ufficio, la pioggia che batte sui vetri è in perfetta sintonia con il mio essere, umore e clima in simbiosi.

"Penelope, il capo ti vuole nello studio prima di subito."
Mi dice la segretaria di Mirella, il capo supremo.

Cerco di tirare su il mio morale, mi sollevo e vado nel suo ufficio con la mia immancabile agenda, ha sempre un sacco da ridirmi ultimamente.

Busso alla porta e mi dice di entrare, mi siedo e la fisso.

"Penelope, Diana doveva intervistare Simone Nobli, ma non riuscirà, ti manda le sue domande e lo intervisti tu. Ecco il pass, le domande ti arrivano via mail.  Fiondati al Boscolo, ti aspetta tra mezz'ora nella hall."
Mi dice col suo sguardo minaccioso e forte.

"Va bene."
Dico senza replicare e mi sollevo.

Collego il telefono alle mappe e vedo quanto è distante il Boscolo da qui e prendo borsa e chiavi dal mio studio.

Scendo a prendere la macchina e arrivo al Boscolo appena in tempo.

Mostro il mio pass e arrivo davanti a questo omone e mi indica delle poltrone con questo tipo seduto, pelle di porcellana e sguardo penetrante.

"Ciao, sono Penelope di Vogue."
Dico sorridendogli.

"Ci deve essere un errore, aspetto Diana."
Dice lui guardandomi.

"Si, c'è stato un problema in redazione. Spero non ti dispiaccia fare con me la tua intervista."
Dico io

"No, nessun problema. Io ho ordinato un caffé, vuoi qualcosa Penelope?"
Mi chiede lui indicando il posto accanto al suo, ma mi siedo di fronte a lui nella poltoncina.

"Un té nero forte e non zuccherato, grazie."
Dico uscendo l'iphone e scaricando la mail mentre accendo il registratore vocale e sono pronta all'intervista.

Facciamo tutto con calma, Simone è simpatico e spontaneo, mi risponde con sicurezza e non te lo aspetti da un ragazzo della sua età, vorrebbe continuare nel teatro e ha i connotati giusti per il teatro.

Finita l'intervista blocco il mio iphone, ho segnato le parole chiave sull'agenda, la preparerò nel pomeriggio, magari a casa.

"Penelope..."
Mi richiama Simone mentre sto indossando il cappotto.

"Dimmi."
Dico voltandomi appena.

"Lo so che non dovrei ma. . . io sono a Milano per altri due giorni, posso invitarti a cena stasera?"
Mi chiede guardandomi.

"Grazie Simone, ma non penso sia una buona idea, davvero."
Dico cercando di non farmi venire i lacrimoni.

"Mmmh sapevo non avresti accettato, casomai cambi idea questo è il mio numero."
Dice scrivendomi il numero su una brochure dell'hotel.

Me lo mette in mano e mi saluta con due baci sulla guancia e un abbraccio.

Chiamo Mirella, mi da il permesso di andare a scrivere a casa. Altra giornata da divano e coccole animali.


Irene

Penny è in pigiama sul divano tra  il cane e il gatto che la coccolano tutto il tempo, ormai io sono inesistente in questa casa.

Ad una stella darò il tuo nome |Il Volo| COMPLETATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora