«E questo è quanto» mi dice Malek porgendomi l'ennesimo foglio di appunti.
«Sicura che in due giorni siano andati così avanti con il programma? » domando dubbiosa.
«Siamo all'ultimo anno, Rachel, se non aumenta uno po' il carico di studio non vedo che senso abbia prepararsi al college » risponde.
Lancio un'occhiata ai fogli sparpagliati sul tavolino del salotto. Malek si è offerta di portarmi le lezioni di letteratura che ho perso in questi due giorni di assenza e Sanne le ha dato anche qualche appunto di Biologia. Ovviamente non c'è paragone tra la meticolosità di una e l'estremo caos dell'altra.
«Hai mai del tempo per te, Malek?» le chiedo.
«Cosa intendi?»
«Tempo in cui la tua mente non sia incollata su qualche volumone, tempo in cui te ne stai comodamente spaparanzata sul divano a fare zapping.»
«Mio padre odia la televisione» replica. «Dice che possiamo avere tutta l'informazione che desideriamo leggendo i giornali. La tv è piena di programmi spazzatura. Siamo abbonati a moltissimi quotidiani e riviste di approfondimento.»
«Quindi tu studi e basta?»
Malek mi guarda spazientita. «Rachel, siamo studenti. Credo che l'unica cosa che si aspettino da noi le nostre famiglie sia quella di andare bene a scuola. Non dobbiamo fare nient'altro. Il mio compito è studiare e io ci tengo a farlo bene. Non vengo a scuola per sprecare le mie giornate. Il futuro mi sta a cuore.»
Sono perplessa. «Immagino però ci sia un sacco di altre cose che potresti fare e che ti piacerebbero. Non frequenti nessun gruppo sportivo» le faccio notare.
«Neanche tu» mi liquida lei.
«Sì, be'» balbetto. «Non ho ancora trovato qualcosa che mi appassioni» provo a ribattere.
«E io non ho tempo. Ho i corsi pomeridiani.»
«E non hai amici?»
«Ho moltissimi parenti. Quando ci ritroviamo, per qualche ricorrenza o cerimonia, siamo un gruppo davvero numeroso.»
«Intendevo qualcuno con cui uscire, confidarti.»
«Rachel, lascia che ti spieghi una cosa» dice seria. «Vengo da una famiglia parecchio rigida. Mio padre ha fatto enormi sacrifici da quando è arrivato in America e vuole che la sua famiglia abbia il meglio che è in grado di offrire questa nazione. Anche se significa uscire poco, studiare tanto, non avere il permesso di andare alle feste o di frequentare i ragazzi, non mi lamento perché voglio bene a mio padre e non voglio deluderlo. In ogni caso, adesso ci siete tu e Sanne e non posso negare che apprezzo la vostra compagnia» abbozza un sorriso.
Faccio per rispondere quando sentiamo la porta d'ingresso aprirsi e un attimo dopo papà compare in salotto.
«Ragazze!» esclama sorpreso di vedermi in compagnia.
«Buonasera signor Anderson» lo saluta Malek con un cenno del capo.
Papà si avvicina e le stringe la mano.
«Papà ti ricordi di Malek, vero? Era con noi in ospedale» spiego.
«Sì, certo. Piacere di rivederti.»
«Piacere mio, signore. Sono venuta a portare un po' di appunti
delle lezioni a Rachel» spiega lei.
«Fa' come se fossi a casa tua. Sono più che felice che mia figlia stia cominciando a coltivare delle amicizie.» Mi guarda con un sorriso incoraggiante. «Vado a preparare del caffè. Qualcuno ne vuole?»
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AGAIN (1)
Teen Fiction!!QUESTO LIBRO è GIà DISPONIBILE NELLE LIBRERIE E SU AMAZON IN CARTACEO E DIGITALE!! Quando la madre si trasferisce in Cina per lavoro, Rachel, diciassette anni, è costretta a tornare a vivere nel paese della sua infanzia con il padre, che non vede...