Il giorno seguente vengo svegliata da un rumore improvviso che non riesco subito a identificare. Apro gli occhi nella debole luce del mattino invernale e sbatto ripetutamente le palpebre, le orecchie tese in ascolto.
Poi, di nuovo quel suono. È il campanello.
Lancio un'occhiata alla sveglia sul comodino. Chi può essere a quest'ora del 1° gennaio? Il campanello suona per la terza volta.
«Papà!» urlo.
Niente.
Sono costretta ad alzarmi. Sbuffando infilo le calze di lana e con le braccia incrociate al petto per non perdere il tepore delle coperte scendo al piano di sotto sbadigliando. Spero davvero ci sia un motivo valido.
«Sorpresa!» esclama la mamma spalancando le braccia appena apro la porta.
Sgrano gli occhi per la sorpresa, incredula.
«Be'? Non mi riconosci?»
«Mamma!» balbetto, prima di gettarle le braccia al collo e scoppiare a piangere.
«Oh santo cielo» dice lei battendomi dei leggeri colpetti sulla schiena. «Non immaginavo di fare questo effetto.»
Rimango stretta tra le sue braccia il più a lungo possibile. Non ci posso credere! Forse sto ancora sognando. Forse è solo un'illusione. Mi stacco e rimango imbambolata a fissarla.
«Posso entrare?» domanda lei guardando oltre la mia spalla.
Mi scosto per farla passare. «Che cosa ci fai qui? Quando sei arrivata?» domando.
«Stamattina presto. Ho visto i festeggiamenti dall'aereo. Un ultimo dell'anno alternativo, ma affascinante» risponde lei togliendo il giaccone.
Mi sembra più magra rispetto a quando è partita, nonostante abbia sempre avuto il fisico di una ragazzina. Ha accorciato i capelli e mi pare leggermente abbronzata, gli occhi verdi che le ho sempre invidiato sono più luminosi.
«Non è cambiato affatto in questo posto» mormora.
«Vuoi un caffè?»
«Assolutamente sì» annuisce con un sorriso.
Si siede al tavolo della cucina mentre io armeggio con la macchinetta. Mi fa una stranissima impressione avere mamma sotto lo stesso tetto di papà. Non succedeva da quattro anni abbondanti.
«Che ci fai qui?» chiedo ancora.
«Avevo qualche giorno libero e sentivo terribilmente la tua mancanza, tesoro, così ho pensato di fare una scappata. Non mi interessa se è più il tempo che passerò in viaggio. Dovevo vederti» spiega.
«E come mi trovi?» domando porgendole la tazza.
«Benissimo, cara. Sei meravigliosa.»
La osservo un istante e sorrido. Sono troppo felice. L'anno non poteva cominciare in modo migliore. In questo momento non sto pensando a niente che non sia madre qua davanti a me.
«Megan.»
Ci voltiamo contemporaneamente. Papà è sulla soglia, con i pantaloni a righe del pigiama e una T-shirt stropicciata.
«Christopher» dice lei alzandosi in piedi.
Si guardano imbarazzati.
«Mi dispiace per l'improvvisata. Avrei dovuto avvisare» si giustifica la mamma.
«Figurati. Sei sempre la benvenuta» balbetta papà senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso.
«C'è del caffè se vuoi, ti unisci a noi?» intervengo per rompere il ghiaccio.
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AGAIN (1)
Teen Fiction!!QUESTO LIBRO è GIà DISPONIBILE NELLE LIBRERIE E SU AMAZON IN CARTACEO E DIGITALE!! Quando la madre si trasferisce in Cina per lavoro, Rachel, diciassette anni, è costretta a tornare a vivere nel paese della sua infanzia con il padre, che non vede...