«Nel complesso posso ritenermi soddisfatto» afferma il professor Kane la prima settimana di dicembre. «La maggior parte di voi ha scritto cose molto interessanti.»
Comincia a girare tra i banchi distribuendo i fogli. Quando consegna la prova a Malek noto che lei gli dà appena un'occhiata prima di riporlo. Sarà sicuramente perfetto.
«Molto bene, signorina Anderson» mi dice.
Guardo il compito e sorrido compiaciuta della mia A.
«Com'è andata?» bisbiglio a Sanne.
«Non male» risponde alzando il suo foglio: B-.
«Mi auguro che possiate continuare con questo entusiasmo fino alla fine dell'anno. Avete quasi raggiunto la prima metà del vostro percorso e tra non molto l'unica cosa a cui penserete sarà il college. Chi ha preso l'insufficienza non si disperi, avrà tutto il tempo per recuperare.»
Il suo monologo è interrotto da qualcuno che bussa alla porta. Tutti ci voltiamo incuriositi. Un istante dopo entra in classe un ragazzo alto e allampanato, con degli spessi occhiali tondi, i capelli lunghi e scarmigliati e una pila di fogli in mano.
«Buongiorno professor Kane, mi scusi il disturbo ma devo dare una comunicazione» esordisce guardandoci. «Volevo informarvi che, come ogni anno in questo periodo, la nostra scuola ha indetto una giornata di beneficenza per la casa di riposo della nostra città che, per chi non lo sapesse, accoglie i nostri anziani indigenti da più di cento anni.» Si schiarisce la voce. «Questa domenica, quindi, ognuno di voi potrà partecipare alla vendita di dolci e leccornie varie. Abbiamo deciso di allestire gli spazi della palestra perché siamo ottimisti e ci aspettiamo un discreto afflusso di gente.»
Questa sarebbe stata l'occasione ideale per mamma, penso subito, lei è un portento con le torte. A furia di guardare programmi di pasticceria in tv si è appassionata ed è diventata davvero brava.
«Troverete i moduli presso la segreteria. Mi raccomando spargete la voce e partecipate numerosi.»
«Hai finito?» domanda il professor Kane.
«Un'ultima cosa» dice il ragazzo alzando un dito. «Dopo la vendita, il padre di uno dei nostri più validi compagni di scuola si è offerto di ospitarci a casa sua per una cena a buffet. Anche in questo caso se ne occupa la segreteria che terrà i contatti con la famiglia Brown. Buona giornata» conclude il ragazzo ed esce dall'aula.
La famiglia Brown?
«Tu ne sapevi niente?» mi domanda Malek al suono della campanella.
«No, nulla.»
«Strano» interviene Sanne.
«Ciao ragazze» ci interrompe Connor comparendo al mio fianco. Mi stampa un bacio sulla guancia e subito arrossisco. «Mio padre mi ha incastrato, avete già saputo?»
«Se intendi la cena di beneficenza, sì» rispondo.
«La cosa divertente e tipica di mio padre è che ne ero completamente all'oscuro. Tutti a complimentarsi con me e io intanto che lo maledicevo. Chissà che diavolo gli è saltato in mente.»
«Be' è un gesto molto carino» interviene Malek.
«Di sicuro non parteciperà alla vendita dei dolci. Si limiterà a staccare un assegno da mettere nella cassetta dei fondi. Quando si tratta di ostentare generosità e buon cuore mio padre sa recitare bene...»
«Forse è il suo modo di socializzare con gli altri genitori» butto lì.
«Dickon Brown non socializza.» Connor mi guarda. «Ti intrappola e poi ti schiaccia come una formica.»
«Non puoi dire sul serio!» sbotto verso mio padre.
«Assolutamente sì, Rachel. Non ho nessuna intenzione di partecipare a questa pagliacciata.»
«Pagliacciata?» insisto. «Stiamo parlando di vecchietti al ricovero! È beneficenza!» gli faccio notare.
«Non lo so» balbetta.
Sorrido perché sto già ottenendo qualcosa.
«Insomma, Rachel, lo sai che queste cose non mi piacciono. C'è troppa confusione, troppa gente che ti gira intorno, troppe persone con cui sentirmi obbligato a chiacchierare di nulla. Se tu vuoi andare non ho niente in contrario» dice. «Ma non posso andare da sola, che cosa penserebbero? Ti darebbero del tirchio. Faresti una pessima figura. Gli altri studenti parteciperanno con i propri genitori!»
«Rachel io non so cucinare dolci. Non voglio andarli a comprare e spacciarli per nostri. Non è corretto» borbotta.
«Non dovremo comprare niente.»
«A no?» domanda dubbioso.
«Cucineremo noi» rispondo radiosa.
Adesso mi guarda davvero come se fossi completamente pazza.
«Stai tranquillo» continuo. «Non sono brava come la mamma, ma qualcosa sono capace di fare e se non puntiamo all'alta pasticceria, sono certa che andrà tutto bene!»
«Non sono convinto. E poi mi domando: chi avrà voglia di comprare tutti quei dolci?»
«Papà è appena passato il Ringraziamento, la gente vorrà togliersi dalla bocca il sapore del tacchino e magari è rimasta ancora un po' di solidarietà nell'aria, no?»
Papà si massaggia le tempie. «Immagino di essere costretto ad accettare, perché tu non mi darai tregua, giusto?» sospira infine.
«Giusto!»
Afferro una penna e comincio a compilare il modulo giallo con i dati di mio padre, poi lui firmerà l'adesione.
«Per quanto riguarda la cena, quella mi rifiuto» precisa.
Alzo lo sguardo. Qui viene la parte più difficile. «Veramente, papà, ci terrei molto» mugolo. «La organizza il padre di Connor.»
Papà mi guarda trattenendo il respiro. «Capisco» dice e sembra ancora più infastidito. «Come al solito Dickon deve sempre mettersi in mostra! Non voglio trascorrere la serata a casa di gente che ti ha fatto del male.»
Sorrido. «Ma io e suo figlio adesso usciamo insieme» gli ricordo. «Comunque lo scopo della serata è quello di ringraziare le persone per la loro generosità e disponibilità. Sarà un buffet e ci sarà un sacco da mangiare. Magari incontrerai qualcuno che non conosci...» butto lì maliziosa.
«Hai una cattiva influenza su di me, lo sai?» mi ammonisce. «Dove devo firmare?» chiede allungando una mano verso i moduli.
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AGAIN (1)
Teen Fiction!!QUESTO LIBRO è GIà DISPONIBILE NELLE LIBRERIE E SU AMAZON IN CARTACEO E DIGITALE!! Quando la madre si trasferisce in Cina per lavoro, Rachel, diciassette anni, è costretta a tornare a vivere nel paese della sua infanzia con il padre, che non vede...