AGAIN _ 7.4

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«Sei particolarmente silenziosa questa sera» dice papà servendo la zuppa.

Sollevo appena lo sguardo e non rispondo.

«Non hai detto una parola da quando sei tornata da scuola. È successo qualcosa?»

Il suo tono di voce mi sembra un filo preoccupato. Forse pensa che mi sia messa di nuovo nei guai.

«Pa', come si fa a capire quando una persona ti piace veramente o è solo una fissazione?» butto lì all'improvviso.

A papà va di traverso la zuppa e comincia a tossire. Poi mi guarda. «Perché questa domanda?»

«Così, curiosità.»

«Potresti essere più precisa e farmi capire dove vuoi arrivare?»

Storco la bocca un secondo. «Allora, credo di piacere a due ragazzi.»

Mi osserva in silenzio.

«Uno dei due è stato un po' più esplicito, ma le mie amiche sostengono che anche l'altro non avrebbe motivo di girarmi sempre intorno se così non fosse. Quindi non riesco capire.»

Avvicina la sedia a me, dimenticandosi la sua cena. «Chi sono questi due?» chiede. «Se ti conosco abbastanza Connor Brown e Logan Wilson, giusto?»

Lo fisso a bocca aperta. Come diavolo fa a sapere queste cose? Lui sorride. È proprio un sorrisetto del tipo «non te l'aspettavi, eh?». Sono basita. Senza parole. Papà non sa niente del Fatto. O meglio, sa solo quello che io e mamma abbiamo deciso di raccontargli.

«Analizziamo la situazione» riprende, adesso con più foga. «Connor: sicuramente è un bel ragazzino. Classico bulletto con la faccia da duro. Alto, ricciolo ribelle, occhio scuro e penetrante. Voi ragazzine sbavate per questo genere.»

Comincio a sentirmi in imbarazzo, forse iniziare questa conversazione non è stata una buona idea.

«Secondo quello che ho imparato dal mondo, dentro di voi dovrebbe scattare la scintilla della crocerossina. Più è cattivo più vi piace.» Afferra la bottiglia e si versa una dose generosa di birra. Svuota il bicchiere d'un fiato e torna all'attacco. «Logan: be', tra i due quello che ha fatto il salto di qualità è lui. Però lui è il bravo ragazzo della situazione. Educato, calmo, rassicurante. Definiamolo noioso, per la vostra immaginazione.»

Non sapevo mio padre fosse psicologo. Devo presentarlo alla dottoressa Gomez, chissà che chiacchierate si farebbero.

«Quindi, da una parte hai il cattivo ragazzo che ti spaventa ma ti fa immaginare i più romantici film d'amore, mentre dall'altra hai il bravo ragazzo che ti dà mille garanzie ma nessuna emozione.» Termina il discorso a braccia aperte, simulando una bilancia.

«Quindi?» domando alla fine, per tirare le somme.

«Quindi direi: perché non aspetti il bravo ragazzo che ti emoziona, anziché accontentarti di uno dei due solo perché ti senti in obbligo di scegliere?»

«Perciò tu dici nessuno dei due?»

«Nessuno dei due» annuisce. «Potrei anche dirti nessuno fino al giorno del tuo trentesimo compleanno, a prescindere, ma non voglio esagerare.»

Scoppio a ridere.

«Tua madre cosa pensi ti consiglierebbe?»

Ci rifletto un istante. «Probabilmente mamma direbbe: provali entrambi e scegli chi ti piace di più.» 

Papà rimane senza parole.

«Dài, non fare quella faccia, era solo un discorso. Non devo scegliere nessuno. Voglio dimenticare il passato, eppure loro sembrano intenzionati a ricordarmelo. Per fortuna tra pochi mesi mi lascerò tutto questo alle spalle.» Lo guardo e noto che ha un'espressione triste ora.

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